Arabella l'angelo nero

Sconsigliato

Voto:

Arabella (Tinì Cansino) si concede sessualmente a tutti; d’altronde, da sua umile ammissione, è malata. Quando viene ricattata sessualmente da un poliziotto, Arabella reagisce uccidendolo e, insieme al marito scrittore paralitico, occulta il corpo. L’impresa fa recuperare l'ispirazione artistica al marito e spinge Arabella verso nuovi lidi di perversione. Un assassino misterioso, però, comincia a eliminare gli amanti di Arabella.

LA RECE

Sexy Giallo super tardivo e fuori dai binari dei classici anni '60, fra dialoghi imbarazzanti, pubblicità occulte ineffabili, sangue e sesso. Ma rimane, comunque, il Tinì-movie per eccellenza.

"Ferma, sei in arresto!" "La prego non mi arresti! Non ho fatto niente, sono malata!" "La puttana stavi facendo. È per quello che ti arresto, non ti arresto mica per la strage degli innocenti!". E poi sesso. Il film è tutto così: Tinì prova a dire o fare qualcosa, e qualcuno, comunque, se la porta a letto; non che lei sbracci per opporsi: è ninfomane. Questa la malattia. Tardo giallo all'italiana in cui l'eros prende il sopravvento con protagonista lei, una Tinì Cansino in disarmo dopo i fasti del Drive-In, mitico contenitore televisivo di comici nel quale, in effetti, era difficile imparare a recitare. Tinì non ha imparato, e la cosa appare chiara fin dai primi minuti, ma poco importa: la giunonica greca è lì per mostrare un bel corpo, e su questo c'è poco da contestare. Tre lustri dopo Cinque donne per l’assassino, Massi accetta il lavoro del produttore Novelli dell’Arpa International e si tuffa in un inguacchio di sesso e morte d’afflato argentiano con Arabella che deve fare sesso in ogni dove per solleticare la vena artistica del suo uomo paralizzato che, altrimenti, non riesce a scrivere il romanzo capolavoro. In cornice, una serie di omicidi efferati e perversi: quello di Agnese nel parco ricorda 4 mosche di velluto grigio (1971), l’uso delle forbici con l’immancabile colpo in vagina summa di ogni aggressione fallica sembra recuperare Sotto il vestito niente (1985). Nel suo essere trash, il film risulta assai divertente sia per l'inettitudine generale degli attori, sia per tutta una serie di dialoghi assolutamente improponibili e anche, in ultima analisi, per due pubblicità occulte di cui una davvero originale. Se non fosse per tutta la serie di quadretti erotico-trash che la pellicola ha da offrire, Arabella l'angelo nero procederebbe noiosetto fino a un finale che rivela un impossibile intreccio di parentele. La regia di Stelvio Massi è abbastanza misurata ma, per mancanza di mezzi e cast, il film somiglia troppo a una produzione televisiva, difetto condiviso da molte pellicole italiche coeve e, diciamolo, pure successive. Smaccatissima la pubblicità alla Sip (ex Telecom), come si può notare da tutta una serie di scene nelle quali i protagonisti hanno l'impellente necessità di fare telefonate. Meno palese e assai arcana la pubblicità della Gelatina Pergam Oro che, credo, fosse una colla di pesce per alimenti; la cosa divertente è che lo scrittore del film tiene il barattolo di Pergam in camera da letto. Va be', dove c’è gusto non c’è perdenza! Comunque, a saperlo prendere nel verso giusto, questo Tinì-movie offre diversi momenti d'ilarità e qualche spunto erotico azzeccato. Per estimatori del B quasi Z. Ma se vogliamo fare i seri, allova devo sconsigliare. Dopo anni di piccola icona erotica, Tinì tornò in Grecia e dismise i panni delle tantona per fare la mamma a tempo pieno. Respect.

TRIVIA

⟡ Frasi dal film per prendere le misure. ⦁ Al bar: "Posso offrirti un drink?" "Preferisco una scopata" e il barman "La signora sa quello che vuole" ⦁ "C'è molto sangue perché gli hanno tagliato il cazzo... insomma... il pene, il membro. Coglioni compresi" detto da un maresciallo trasandato che veste un impermeabile e fuma il sigaro come il tenente Colombo. ⦁ "Credevo che le donne fossero migliori degli uomini" "Questi sono tipici preconcetti da lesbica, mia cara!" ⦁ "Ho 30 centimetri di paradiso per te!" "Non scherzare, ragazzo, non sai cosa potrei fare con quei 30 centimetri". Inquietanti entrambi ⦁ "Tu sei malata! Sei una ninfomane! È questo che mi piace di te. E'  per questo che ti ho sposata". Non fa una grinza.

Regista:

Max Steel [Stelvio Massi]

Durata, fotografia

88', colore

Paese:

Italia

Anno

1989

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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