Cinque donne per l'assassino
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Voto:
La moglie di Giorgio Pisani (Francis Matthews) muore dando alla luce il figlio. Le cose vanno anche peggio quando Giorgio scopre di essere sterile: il bambino non può essere suo. Al contempo, un killer sta addosso a Giorgio e tenta di uccidere la sua nuova donna.
LA RECE
Giallo all'italiana non memorabile, tanto più se lo si mette a confronto col modello baviano al quale sembra richiamarsi (ma la prassi è argentiana). Però, curioso per cast e finale.
Titolo che strizza l'occhio a Sei donne per l'assassino (1964) di Bava ma il giallo di Massi, regista più versato per lo spaghetti western, è altra cosa. Molti degli elementi tipici della firma argentiana tornano: lo sfuggente particolare chiave di tutto, la psicopatologia, le musiche del Gaslini Quartet e, soprattutto, una violenza sulle donne che si fa chirurgica; il killer le sventra tagliandole, con invidiabile precisione, dal clitoride allo sterno per poi incidere il simbolo della fertilità sul cadavere. Soggetto non male ma la suspense non è molta e alcuni momenti, specialmente gli omicidi, vengono montati male con effetti speciali realizzati peggio, dando l'idea che il fine ultimo fosse mostrare qualcosa di crudo arricchito da abbondante pelo pubico. Le ragioni c'erano. Parte del budget proveniva da Adelina Tattilo, editrice della rivista hot Playmen (1967-2001), che dedicò a 5 donne per l'assassino un articolo sul magazine erotico (con tanto di approfondimento sul fondoschiena di Albertazzi esposto nel film) in cambio dell'inserimento nel cast di due ragazze del mese: Katia Khristine e Ilona Staller, qui al suo secondo film e con il nome Elena Mercuri, nei panni, manco a dirlo, di una un po' allegrotta. Presente anche Howard Ross, al secolo Renato Rossini (5 Bambole per la luna d'agosto, 1970; Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, 1972; l'Assassino ha riservato nove poltrone, 1974) nei panni del commissario di polizia. Tutto decisamente canonico per l'appassionato che si è già sorbito diversi gialli nostrani. Il finale, però, presenta due colpevoli diversi: un omicidio inizialmente attribuito alla catena di assassini compiuti dal killer era stato compiuto da un altro personaggio del film. Inusuale, ma non risolve i limiti di un giallo che non può essere segnalato fra i migliori della decade.
TRIVIA
Stelvio Massi (1929-2004) dixit: "Totò e Vittorio De Sica con i quali ho lavorato ne i Due marescialli: straordinari, impareggiabili; se il regista, Sergio Corbucci, non gli dava lo stop, loro continuavano a recitare fin dentro i camerini. Come regista ricordo piacevolmente Pietro Germi. Un grande anche nello spirito. A volte si metteva in un angolo del set con il cartello "Non disturbatemi, sto pensando" [...] Tomas Milian era bravo, simpatico e generoso. Era però di una timidezza impressionante e se una persona non lo conquistava gli stava antipatica. Ne la Banda del trucido insieme a lui c'era Luc Merenda. Non lo sopportava [...] Beveva molto per farsi coraggio. Però era un tesoro di uomo. All'epoca, secondo me, il miglior attore straniero nel nostro paese. [...] Lo sai che quando faceva i Monnezza mandava tutti i soldi che guadagnava alla madre? E con quelli che gli avanzavano cambiava di continuo l'arredamento di casa. [...] Marcello Mastroianni è il più bravo, senza il minimo dubbio. Gassman, come attore, sa fare di tutto, come Gigi Proietti. Sordi è un grande ma ha fatto sempre lo stesso personaggio. Mastroianni no, ogni volta è diverso, e tu ogni volta credi a quello che fa [...]. Come attrice la Melato: è brava davvero, è bruttina ma, da come è brava, è diventata anche più bella" (in Amarcord).
Vivace descrizione di Cicciolina da parte dell'attrice Stefania Casini; le due lavorarono insieme ne i Prosseneti (1976) e Dedicato al mare Egeo (1979): "Ilona mi sembrava un pulcino spaurito, mi faceva molta impressione. Pensavo persino che fosse ritardata, poi, invece, è diventa anche deputato, quindi immagino che mi sbagliavo io. Era una di quelle sempre "gneee", con Schicchi che faceva tutto, naturalmente. Era una di quelle persone che non manifestano mai la loro volontà, che sono comunque sottomesse. Poi invece è venuto fuori che era un peperino della Madonna. Mi sono sbagliata io nella valutazione: una ragazza dolcissima, quasi timida, che diceva delle cose senza senso sin da allora. Tipo "facciamo tutti l'amore" e io le dicevo: "Ma Ilona, sei scema? Ce sei o ce fai?"" (Nocturno dossier 36; 2005).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Stelvio Massi
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
Italia, Francia
1974
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
