Black Christmas - Un Natale Rosso Sangue
-
Voto:
Sei studentesse della sorority Alpha Kappa festeggiano il Natale in una casa che fu scenario di un terribile fatto di sangue. La fuga dal manicomio criminale di Billy, autore degli omicidi avvenuti anni prima, corrisponde all'arrivo d'inquietanti telefonate ai danni delle ragazze e, peggio, alla morte di quelle, l'una dopo l'altra.
LA RECE
Figlio della remake mania d'inizio millenio. Un altro vecchio horror che non aveva bisogno di reboot. O, comunque, non così.
Se si può discutere sul fatto che l'originale Black Christmas (1974) sia o meno il padre di tutti gli slasher e sia un horror di qualità, è difficile non essere concordi circa il fatto che Black Christmas, il remake, sia una pellicola di cui nessuno sentiva il bisogno o, comunque, non nel modo in cui è stata realizzata. Apparso nelle sale cinematografiche USA esattamente il 25 dicembre, Black Christmas è un routinario slasher pieno di bellone, alcune programmaticamente odiose, che muoiono a tamburella com’è d'uopo nel genere. Riadattando la pellicola del '74 al gusto moderno, Glen Morgan rende il tutto molto più splatter di quanto si fosse visto trent'anni prima. A farne le spese, i bulbi oculari delle giovani vittime: bulbi che vengono strappati, mangiati, lanciati, infilzati. In cotale spreco di cristallini e retine, il regista, però, non presta occhio ai dialoghi e alla creazione di vera suspense. Il film del ‘74 si concludeva in maniera misteriosa, lasciando interdetto lo spettatore relativamente all'identità del killer del quale si conosceva solo il nome, Billy. In questo remake, in maniera sufficientemente originale, molto tempo viene impiegato a ricostruire l'infanzia sconvolta del giovane Billy: figlio di una madre omicida che fa fuori il coniuge (scena che richiama Profondo rosso, 1975), violentato dalla stessa madre che darà alla luce la piccola Agnes prodotto dell'incesto, malato di una sindrome che gli colora pelle e occhi di giallo, Billy è decisamente un soggetto adatto a diventare il protagonista di uno slasher movie. Tolta la ricostruzione dell'infanzia del villain e il colpo di scena finale, rimane un film povero di spessore, idee e, peggio, scene di paura. Si salva la fotografia che risalta per contrasto i colori tipici del Natale con gli algidi ambienti invernali. A questo remake è seguito, nel 2015, Black Christmas: the night Billy came home realizzato da alcuni fan della serie; senza contare il parallelo remake Black Christmas (2019) di Sophia Takal.
TRIVIA
Glen Duane Morgan (1961) dixit, circa i contrasti fra il regista e i produttori Weinstein che hanno messo mano al risultato finale del film: “Per me, Black Christmas, un film da dieci milioni di dollari, non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno e avrebbero dovuto lasciarci in pace. Ma loro dovevano avere due assassini, e poi cercavano di far apparire gli attori come personaggi del serial the O.C. Abbiamo fatto molti compromessi” (bloody-disgusting.com).
⟡ I nomi delle protagoniste richiamano quelli di noti cantanti che hanno inciso canzoni di Natale: Kelli Presley (Elvis Presley), Melissa Kitt (Eartha Kitt), Dana Mathis (Johnny Mathis), Clair Crosby (Bing Crosby), Leigh Crosby Colvin (Shawn Colvin), Megan Helms (Bobby Helms); Heather Lee (Brenda Lee).
⟡ Nei credits finali si legge il messaggio "Goodbye, Shirley" in riferimento alla compositrice Shirley Walker, frequente collaboratrice del regista Morgan, morta nel novembre 2006, poco prima che il film fosse distribuito nelle sale.
⟡ Il regista non aveva in mente nessun attore specifico per il ruolo di Kyle ma, durante un'audizione, sua figlia di 14 anni indicò Oliver Hudson e gridò "Quel-lo!".
⟡ La scena nella quale Billy indossa un abito da Babbo Natale prima di lasciare il manicomio criminale è un riferimento al film Natale di sangue (1984).
Titolo originale
Black Christmas
Regista:
Glen Morgan
Durata, fotografia
94', colore
Paese:
USA
2006
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
