Black sheep - Pecore Assassine

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Voto:

Henry Oldfield (Nathan Meister) torna alla fattoria di famiglia dopo quindici anni di assenza. Il giovane uomo, a causa di un trauma infantile procurato dal fratello Angus (Peter Feeney), teme fobicamente le pecore. Angus gestisce la fattoria e fa esperimenti genetici per ottenere capi migliori. Alcuni ambientalisti penetrano nella fattoria e rubano il feto contaminato di una pecora che diffonderà fra gli ovini la tendenza a nutrirsi di carne viva.

LA RECE

Qualche piccolo brivido per una pellicola soprattutto originale e comica circa l'idea originale. Schizzi splatter.

La Nuova Zelanda è una nazione in cui il numero delle pecore ammonta a 40 milioni su una popolazione di soli 4 milioni di persone e molte sono le battute che nascono dal fatto che vi siano 20 pecore per ogni donna. Al di là del fatto che, come la Susy della Settimana Enigmistica, ora ci si potrebbe chiedere quanti uomini vivano in Nuova Zelanda, è chiaro che sarebbe stata solo una questione di tempo prima che qualcuno, laggiù, avesse l'idea di fare un horror in cui quei placidi animali si ribellano. Qualcosa aveva fatto Peter Jackson in Bad taste (1988) con una pecora e un lancia razzi ma nulla di paragonabile a ciò che si vede in questo film. Il rimando, tuttavia, non è casuale in quanto Black sheep pare aver preso parecchia ispirazione dallo stile dei primi prodotti di Jackson che univano comicità demenziale e splatter. Oltretutto, il regista Jonathan King si è avvalso dei servizi della Weta Workshops per gli effetti speciali, la stessa azienda che aveva curato gli effetti della trilogia de il Signore degli anelli. Ovviamente, visto il budget più contenuto rispetto alla trilogia jacksoniana, non tutti gli effetti speciali di Black sheep sono al top, a partire dall'iniziale feto di pecora che ricorda il topo-scimmia di Splatters: gli schizzacervelli (1992). Come prevedibile, la trama del film non è la cosa più sensata né solida: i protagonisti sono bidimensionali, i dialoghi basilari e le situazioni costruite giustappunto per portare verso un finale decisamente gore. Il pericolo del cliché non è evitato e, forse, è pure cercato, a partire dagli ambientalisti che si intrufolano in un laboratorio e fanno casino (28 giorni dopo, 2002). Se non del tutto originale nei particolari, la pellicola risulta esserlo nel risultato globale, d’altronde chi ha mai visto pecore assassine? Inoltre, nonostante l'impostazione decisamente comica, in qualche momento la pellicola riesce a regalare qualche facile brivido. L'appassionato di horror dovrebbe apprezzare qualcosa che il gorehound potrebbe trovare entusiasmante. Il resto del pubblico può evitare, così come ha sempre evitato i lavori del Jackson pre-fantasy.

TRIVIA

Jonathan King (1967) dixit: “Perché le pecore? Perché è sempre stata l'unico fattore di fama per la Nuova Zelanda… oltre agli All Blacks e al Signore degli Anelli, e c'è già un film su questi ultimi e non avevo certo intenzione di fare un film sui primi! Ovunque tu vada nel mondo, se sei neozelandese, la gente ti chiede una di queste tre cose. Il giorno in cui il mio inconscio ha messo insieme le pecore e i film horror con cui sono cresciuto, ho sorriso e ho capito che era una combinazione che avrebbe funzionato” (denofgeek.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Black sheep

Regista:

Jonathan King

Durata, fotografia

87', colore

Paese:

Nuova Zelanda

Anno

2006

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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