Case 39
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Voto:
All'assistente sociale Emily Jenkins (Renée Zellweger) viene affidato il caso di Lillith Sullivan (Jodelle Ferland), bimba di 10 anni che sembra essere maltrattata dai genitori i quali, in effetti, cercheranno di eliminarla ficcandola nel forno. Arrestati i genitori e affidata la bimba ad Emily, l'assistente presto si accorge che qualcosa non va in Lilith che sembra avere la capacità di portare morte ovunque vada.
LA RECE
Horror mainstream con nome di richiamo. Sufficiente intrattenimento per una serata di scarso turbamento.
All'inizio fu il Giglio nero (1956), poi vennero una serie di pellicole thriller incentrate sui bambini e la malvagità o, per essere più precisi, sui bambini malvagi. Case 39 esce quasi in contemporanea ad Orphan (2009) che, all'incirca, è lo stesso film ma con l'aggiunta della tematica soprannaturale che pone Case 39 a metà strada fra il thriller con bimbo malevolo (Mikey, 1992; the Good son, 1993; Daddy's girl, 1996; Joshua, 2007) e l'horror d'afflato demoniaco quale il Presagio (1976) e, ovviamente, l'Esorcista (1973). La progressione del film è canonica rispetto al sub-genere e non viene offerto nulla di sostanzialmente nuovo, a parte una sottile luce critica sotto la quale vengono posti gli assistenti sociali. Tuttavia, la regia di Alvart (Pandorum, 2009), così come la recitazione della paciosa attrice bionda e della giovanissima Ferland (Tideland, 2005) elevano la pellicola dalla mediocrità. Rimane il dubbio sulla scelta della Zellweger per un ruolo che non necessitava di incredibili doti recitative né di un'attrice con le sue specifiche caratteristiche ma si suppone che il nome di richiamo funzioni sempre (si suppone, gli incassi non confermarono) e che, per certi versi, l'aspetto bonario della single che indossa i mutandoni-pancera funzioni per contrasto con una storia di crudeltà infantile. L'impatto del film si gioca fra shock di tipo psicologico e situazioni visive più esplicite, queste ultime elegantemente limitate. Il gioco funziona meglio quando la malvagità della bambina si esprime sul piano puramente verbale e comportamentale (vedi il colloquio psicologico con Bradley Cooper, a un passo dallo stardom), meno nei momenti di manifesta apparizione demonica. Qualche tocco vedo-non-vedo migliora il tutto; si pensi alla scena nella quale, con una ripresa rasoterra, si vedono i piedi della bambina e la sua mano di fattezza tutt'altro che infantile. Poco incisivo, Case 39 è un sufficiente horror mainstream adatto a chi non voglia essere troppo turbato.
TRIVIA
⟡ Il film, costato 27 milioni di dollari, ne ha incassati poco più di 28.
⟡ Uno dei marchi di fabbrica del regista Alvart sono le riprese degli specchi. Nella scena in cui Doug (Bradley Cooper) si tira fuori dall'orecchio una vespa con un cotton fioc, l'uomo viene riflesso da tre specchi mostrandolo quattro volte da tutti gli angoli; lo stesso vale per la vespa.
⟡ Nella scena girata in carcere c'è un errore. Si vede un detenuto che mangia i piselli usando un coltello di metallo, in seguito Ed Sullivan lo accoltella usando una forchetta di plastica. Le carceri, almeno in USA, onde evitare situazioni come quella rappresentata nel film, non permettono l'uso di forchette o coltelli né di metallo né di plastica; si usa solo una "spork" (spoon + fork), posata di plastica fatta come un cucchiaio con rebbi corti e non prominenti.
⟡ Mentre si girava una delle prime scene del film, si perse il controllo di un effetto speciale pirotecnico dal quale si propagò un incendio che bruciò il teatro di posa, compresa tutta l'attrezzatura di ripresa. Nessuno rimase ferito.
⟡ A parte una scena, tutte le sequenze d'incendio con la Zellweger sono state realizzate senza effetti digitali e con l'attrice vicino alle fiamme. L'unica scena in cui si è usata la computer grafica per aumentare la quantità delle fiamme è quella in cui l'attrice è seduta passivamente sul divano mentre tutto intorno a lei sta bruciando. Fu realizzata una prima ripresa con la Zellweger sul divano, senza fiamme intorno, e poi una seconda ripresa con le fiamme in casa ma senza l'attrice sul divano.
⟡ Il film fu completato nel 2007 ma ci vollero tre anni perché venisse distribuito.
Titolo originale
Id.
Regista:
Christian Alvart
Durata, fotografia
109', colore
Paese:
USA, Canada
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
