il Cervello che non voleva morire
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Voto:
Film girato nel '59 ma rilasciato tre anni più tardi e odiatissimo dalla protagonista Leith, anche se poi è proprio lei, "Jan in the Pan", ad essere entrata nel mito dei B-movie con tanto di linea di dialogo in aria di memorabilità: "Come ogni scala, l'orrore ha un ultimo gradino... e sono io". La storia sembra un po' lovecraftiana o, meglio, rubacchiata alla novella "Donovan's Brain" di Curt Siodmak dalla quale verranno tratti la Donna e il mostro (1944), il Cervello di Donovan (1953) e l'Uomo che vinse la morte (1962). In realtà, le similarità si hanno con "La Testa del Professor Dowell" del russo Alexander Belyaev (da cui il film il Testamento del dottor Dowell, 1984). Il mad doctor Cortner (Jason Evers), già infoiato con la trapiantistica esagerata, ha la sua occasione quando la fidanzata Jan finisce decapitata in un incidente: la testa della donna viene tenuta viva, mentre all'uomo tocca trovare un corpo all'altezza che lui pensa di procurarsi con donne allegrotte. Jan, però, a causa del siero antirigetto, ha acquisito strani poteri mentali. Su due binari non perfettamente paralleli, sci-fi e sexploitation, il film di Green è rozzo ma ha un suo innegabile fascino non troppo difficile da intercettare tra belle donne e discorsi folleggianti, fatti dalla testa della bella attrice Virginia Leith che, così per dire, nel '43, a 18 anni, aveva preso a rasoiate la sua compagna di stanza che ebbe bisogno di 40 punti di sutura in faccia per essere riaggiustata. Pensate a questo quando vedrete il film. Aiuta.

Titolo originale
The Brain That Wouldn 't Die
Regista:
Joseph Green
Durata, fotografia
82', b/n
Paese:
USA
1959
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0