l'Uomo che vinse la morte

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Voto:

L'aereo del milionario Max Holt precipita e il dottor Peter Corrie (Peter van Eyck) corre sul luogo dell'incidente. Quest'ultimo non porta il moribondo Holt all'ospedale ma opta per estrargli al volo il cervello ancora attivo per conservarlo nel suo laboratorio. Corrie ritiene che i poteri mentali di Holt stiano iniziando ad agire in remoto. Mosso da Holt, lo scienziato inizia a indagare su chi possa aver macchinato per far precipitare l'aereo; ciò gli farà incontrare Anna (Anne Heywood), la figlia di Holt.

LA RECE

Il terzo adattamento di "Donovan's Brain" di Curt Siodmak. Produzione tedesca degli anni '50 che vira dal tema parascientifico verso il noir e il mystery. Diretto da Freddie Francis al suo debutto registico, il film gioca con luci e ombre, mentre il protagonista tedesco evoca involontariamente cose del Terzo Reich.

Terzo film, dopo la Donna e il mostro (1944) e il Cervello di Donovan (1953), tratto da "Donovan's Brain" di Curt Siodmak, racconto di scarso successo letterario ma di buon impatto in ambito cinematografico, in un periodo, gli anni '50, in cui il tema parascientifico attirava gente nelle sale. La Germania arrivò con un certo ritardo sull'argomento già ampiamente squadernato dagli anglosassoni e, per non divergere troppo nei toni dai precedenti prodotti, ci si avvalse della sceneggiatura di due inglesi, tentando, però, un viraggio dal percorso tracciato narrativamente da Siodmak. Mentre il tono orrorifico-metafisico del cervello che controlla in remoto i pensieri di Corrie va in secondo piano, diventa primario il noir e il mystery della faccenda, ovvero chi ha ucciso Holt, connettendosi con ciò alla corrente gialla che stava progressivamente prendendo piede. La storia del cinema, peraltro, registra l'Uomo che vinse la morte come il debutto alla regia di Freddie Francis, nato come direttore della fotografia (lo sarà ancora per il capolavoro the Elephant man, 1980) divenuto più noto come veterano dell'horror britannico al soldo dei due grandi produttori del tempo: Hammer e Amicus. Francis, gestendo discretamente il ridotto budget a disposizione, gioca con il bianco/nero e le luci, tagliando i volti di soggetti ambigui tramite chiaro scuri e facendo uso di primi piani. Il sottinteso orrorifico più inquietante si manifesta involontariamente per il fatto che il mad doctor in questione è il tedesco Van Eyck e i suoi esperimenti, in sinergia con il suo aspetto e il suo atteggiamento direttivo, echeggiano le orribili pratiche scientifiche del III Reich. Ad alleggerire l’atmosfera, la presenza della Heywood che si presta anche ad una scena d’inaspettato tono osé. Qualche momento di noia e, poi, un finale che non fa scintille. Tuttavia, la cosa più questionabile rimane il titolo attribuito dalla distribuzione italiana.

TRIVIA

⟡ Il film fu realizzato simultaneamente in tedesco e in inglese. Gli attori mantennero lo stesso ruolo nelle due versioni, ad eccezione del Dr. Miller che, nella versione britannica, è interpretato da Miles Malleston, mentre in quella tedesca da Dieter Borsche.

⟡ Il dottor Corrie viene fatto passare per un trentacinquenne, mentre l’attore van Eyck, ai tempi, aveva 51 anni. L’inverso per George A. Cooper, ai tempi sessantenne che, qui, nei panni di Thomas Gambler, viene fatto passare per un quarantenne.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di medio livello

Titolo originale

The Brain

Regista:

Freddie Francis

Durata, fotografia

83', b/n

Paese:

UK, Germania Ovest

Anno

1962

Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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