la Coda dello scorpione
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Voto:
Lisa Baumer (Ida Galli) ottiene un milione di dollari tramite l'assicurazione sulla vita del marito morto in un incidente aereo. Gli assicuratori non si fidano e le mettono alle calcagna Peter Lynch (George Hilton) che la ritrova sgozzata in un albergo di Atene. I soldi sono spariti. I sospettati sono molti, fra questi Lara (Janine Reynaud), ex moglie del defunto, e Cleo la giornalista (Anita Strindberg). La polizia guarda con sospetto anche Peter.
LA RECE
Uno dei migliori Martino in ambito di giallo all'italiana, fra l'argentiano e il baviano ma ancora ancorato al wudunnit su base economica. Finale a sorpresa con potenziale seminale.
Sergio Martino ci riprova dopo il successo della coproduzione iberico-italiana de lo Strano vizio della signora Wardh (1971) che vedeva protagonisti la Fenech e George Hilton. Fuori la signora Edwige per gravidanza, dentro Anita Strindberg (una Lucertola con la pelle di donna, 1971), una delle prime donne al mondo ad avere il seno rifatto, e pure parecchio male; il regista conferma: "A volte anche con lei dovetti fare delle compiacenze, qualche scena con il seno scoperto, poi lei aveva un seno evidentemente rifatto e non era così straordinario" (Jachetti, 2017). Il movente è lo sterco del Demonio, come volevasi nel sexy-giallo, ma qui in una matrice spionistico-poliziottesca accentuata. La cifra argentiana, necessaria dopo l'Uccello dalle piume di cristallo (1970), si recupera non solo con l'onomastica del titolo ma anche con immagini sinistre e l'uccisione di uno steward che si becca una bottiglia rotta nell'occhio con relativo trauma profondo. Vengono anche mostrate finte foto autoptiche. Presente il glam tipico di quegli anni composto da musiche (Bruno Nicolai), bottiglie di J&B e nudi accattivanti, anche se il film non è poi così erotico. Scena clou al rallenty: Lara corre verso la porta mentre il killer prova ad entrare; se l'omicidio della Reynaud ricorda qualcosa di già visto nel sopracitato film del '70, l'abbigliamento del killer, un completo di pelle nera, sta a metà strada fra la suggestione argentiana e il Diabolik (1968) di Mario Bava. Non sempre versa tutto per il meglio: risibile, per esempio, il modellino dell'aereo che viene fatto esplodere, così come alcuni dialoghi da fotoromanzo e le zoomate feroci sui volti sbigottiti degli interpreti. Hilton non delude le aspettative. Presenza dello sfortunato Luigi Pistilli. Sergio Martino, a suo agio con il genere, offre un buon giallo con un finale decisamente inaspettato. Fra i gialli di Martino, uno dei più validi.
TRIVIA
- Così Sergio Martino (1938) sull'attore Pistilli: "Pistilli era un attore con una maschera da cattivo ma era di una simpatia incredibile. Purtroppo ha fatto una brutta fine, per amore, era molto sentimentale, si innamorava in modo incredibile" (ibidem). Luigi Pistilli, classe 1929, era considerato uno dei migliori interpreti teatrali delle opere di Brecht. Il 21 aprile del 1996, l'attore si suicidò impiccandosi nella sua casa di Milano. Si disse che l'uomo fosse psicologicamente prostrato dalle critiche negative ricevute dal suo ultimo lavoro "Tosca ovvero prima dell'alba" di Terence Rattigan. Tuttavia, nel biglietto d'addio, Pistilli chiese perdono alla cantante Milva con la quale aveva appena chiuso una tormentata relazione durata cinque anni. Pistilli venne sepolto a Cori, vicino a suo figlio Daniele, morto pure lui suicida a soli 24 anni nel 1989.
- Per il film Ore 10: calma piatta (1989), quello con una Nicole Kidman diciannovenne, il regista Noyce si ispirò al finale de la Coda dello scorpione.
Regista:
Sergio Martino
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
Italia, Spagna
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
