Come to daddy
Voto:
Piccola e gradevolissima commedia a tinte fosche girata da quel Timpson organizzatore di maratone horror (the ABC's of death, 2012) che veste Elijah Wood da DJ omosessuale, o almeno lui stesso così si presenta, e lo fa volare dal Los Angeles alla Nuova Zelanda a seguito di una lettera speditagli da un padre che lui non vede da sempre, visto che l'uomo l'ha abbandonato alle cure della madre da piccino. Film dalle evoluzioni narrative che non ti aspetti, Come to daddy passa dal clima di un dramma emotivo, all'horror, alla tragicommedia stile fratelli Cohen con anche qualcosa di pulp alla Tarantino. Elija Wood sembra sempre in cerca di ruoli non banali e li trova. Timpson, al primo lungometraggio, punta in alto e, pur non parlando di capolavoro, fa un'ottima figura. Del film, poi, con la sua storia a sorprese assortite, meno si dice e meglio è. Affascinantissima la location della villa del padre, ricorda avventure da videogame punta e clicca. Molto bravi Michael Smiley, già visto in Kill list (2011), e Stephen McHattie che qui, irriconoscibile dai tempi di Pontypool (2008), sembra Keith Richards. Da vedere. Potrebbe piacere anche al mainstream. Voto un filo dopato per il fatto che questo film, sì, mi ha divertito alquanto.

Titolo originale
Id.
Regista:
Ant Timpson
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
Irlanda, Canada, Nuova Zelanda, USA
2019
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0