Curse of the Puppet Master
Voto:
Diretto da David DeCoteau (che si firma Victoria Sloan) di ritorno nella saga dopo aver diretto il terzo capitolo. Sesto film del franchise nato con Puppet Master (1989) che dimostra come si possa degenerare quando l'unica preoccupazione diventa quella di mantenere vivo un marchio commerciale a discapito della coerenza narrativa. Girato in appena 15 giorni con un budget stimato intorno ai 250.000 dollari, meno della metà rispetto ai primi capitoli, il film mostra tutti i segni di una produzione affrettata e priva di ambizioni artistiche. Disinteresse rispetto alle trame precedenti e riduzione del plot ad una sorta di Cenerentola al maschile, corredata dai soliti siparietti realizzati con scarsa cura dalla Full Moon. Particolarmente deludente è il modo in cui vengono utilizzati i pupazzi, ormai ridotti a macchiette che fanno sporadiche apparizioni sullo schermo, probabilmente a causa dei costi di produzione legati all'animazione in stop-motion. La riapparizione di Tunneler per la scena di tortura genitale, unico guizzo sadico, rappresenta un tentativo non raffinato di shock value. L’unica cosa che ha senso fare è fermarsi incantati a guardare la bella Emily Harrison che già avevamo incontrato in (Children of the Corn III (1995). Sconsigliato. I testoni proseguano con Retro Puppet Master (1999).

Titolo originale
Id.
Regista:
Victoria Sloan [David DeCoteau]
Durata, fotografia
78', colore
Paese:
USA
1998
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0