Dark ride
-
Voto:
Cathy (Jamie-Lynn DiScala) e i suoi amici, in giro per un viaggio, decidono di risparmiare soldi dormendo in un tunnel dell'orrore da luna park chiamato Dark Ride. Secondo la leggenda, il parco fu chiuso dopo che due ragazzine vennero brutalmente assassinate. Il folle killer artefice dei fatti è ora scappato dal manicomio e si nasconde nel Dark Ride.
LA RECE
Slasher di buona atmosfera ma, essenzialmente, un canonico slasher. Intrattenimento di seconda serata.
Rifacimento indie non pedissequo de il Tunnel dell'orrore (1981) di Tobe Hooper con l’aggiunta modernista della maschera del killer che ricorda quella vista in Valentine - appuntamento con la morte (2000) di Jamie Blanks. Singer, dalla mediocre fortuna cinematografica, gira un film che si rifà chiaramente ai cliché ma apportando qualche miglioria di tipo estetico. La cosa più riuscita è l'atmosfera: il tunnel dell'orrore, saturo di quadretti macabri e manichini spaventosi, compensa, in parte, le manchevolezze dei dialoghi e il misero spessore dei personaggi, i quali, come da canone slasher, poco contano e fanno da target al villain. Uno stile dinamico di ripresa crea nello spettatore il dubbio che molti dei manichini che albergano nel Dark Ride siano, in realtà, precedenti vittime del killer; giochi di luci e ombre favoriscono la tensione. Abba-stanza prevedibile il twist finale che rivela l'identità del killer e lo lega a uno dei protagonisti. Poca paura e molto sangue - scena maestra: una ragazza viene decapitata mentre pratica una fellatio - fanno di questo film non lo slasher migliore nel quale incappare ma, comunque, una passibile occasione d’intrattenimento per l’appassionato d’horror, e solo per lui/lei.
TRIVIA
Craig Singer dixit: “I miei genitori mi portarono a vedere la Notte dei morti viventi quando ero piccolo. Mi è capitato, quindi, di giocare in un cinema drive-in in mezzo al bosco. Ho iniziato ad avere incubi ricorrenti per decenni, ma ero anche affascinato. Era come una fiamma per una falena. Era un'occasione per andare più a fondo nella storia di un film, nei suoi personaggi e, per certi versi, più a fondo dentro di me, nelle mie paure, e le cose che tutti affrontiamo quando cresciamo. […] Diventato più grande, non potevo permettermi la scuola di cinema, così scrivevo lettere al mio regista preferito, un uomo di nome Elia Kazan […] Mi rispondeva e mi incoraggiava a prendere una cinepresa e a iniziare a girare, senza preoccuparmi della scuola di cinema. Il farlo sarebbe stata la mia scuola. Non ho mai avuto modo di incontrarlo, però. Quando è morto, la sua famiglia mi ha invitato al suo funerale, dove è stato elogiato da un sacco di attori importanti. Ho conservato le sue lettere fino ad oggi” (247inkmag.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Craig Singer
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
USA
2006
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
