il Tunnel dell'orrore

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Amy Harper (Elizabeth Berridge) va con il suo ragazzo e un'altra coppia in un luna park. Il gruppo, improvvidamente e senza permesso, decide di fermarsi nella Casa degli Orrori. I giovani, nascosti, assistono all'omicidio della veggente Madame Zena perpetrato da un uomo deforme e demente che lavora lì. I quattro, scoperti, devono essere eliminati.

LA RECE

Slasher hooperiano che abbandona formalmente i territori di Non aprite quella porta e si avvicina ad Halloween e Venerdì 13 ma, in realtà, dietro le eccentricità e deformità del mondo circense, riecheggia il backwood brutality. Prima parte più interessante della seconda.

Tobe Hooper ebbe un enorme successo con Non aprite quella porta (1974) non replicato, però, con il successivo Quel motel vicino alla palude (1977). Il regista, quindi, si mosse verso produzioni più mainstream: dall'adattamento televisivo di un romanzo di King (le Notti di Salem, 1979) a questo il Tunnel dell'orrore, fino al suo film più visto, cioè Poltergeist - demoniache presenze (1982). Le necessità commerciali di Hooper lo piegarono verso un plot smaccatamente slasher senza nessuna possibile rilettura colta, come invece fu per il film del ‘74. I modelli di riferimento sono Halloween (1978) e Venerdì 13 (1980) e i binari percorsi dal plot sono quelli canonici: killer demente e spietato, giovani vacui e final-girl. Nonostante la non originalità dell’impianto, Hooper, non nuovo alla descrizione di famiglie bizzarre e malvagie, rende bene la costruzione dell’atmosfera del circo: fra i tendoni del luna park, colorato e chiassoso, serpeggia, e in alcuni casi si rende palese, un'impronta che potrebbe essere fatta risalire a Freaks (1932). Hooper riempie il luna park di personaggi sgradevoli, angoli oscuri, soggetti eccentrici e anche animali realmente deformi. Quindi, del film intriga non tanto ciò che accade ma, piuttosto, l'atmosfera da malefico circo Barnum. Ciò, però, nella prima parte. La seconda, che vede la mattanza dei giovani, risulta più canonica e meno intrigante. Centrata la scelta della protagonista Berridge, qui al suo secondo film, e, pochi anni dopo, consacrata con Amadeus (1984) di Milos Forman, anche se a quest’ultimo film non è seguita una carriera particolarmente brillante. L'attrice ha una fisicità molto peculiare che a tratti la fa somigliare ad una ragazzina, mentre in altre inquadrature il suo volto pare invecchiato; il suo corpo minuto la fa apparire come una bambina persa in un regno da incubo, dando al film un tocco da fiaba nera in cui l’orco, che indossa la maschera del Mostro di Frankenstein, nasconde un volto talmente deforme da farlo sembrare un alieno. Nel complesso, di qualche interesse ma anche di scarso impatto, e infatti fagocitato da altri slasher che, al tempo, stavano facendo la storia del genere.

TRIVIA

⟡ La sequenza iniziale è un omaggio sia a Psyco (1960) sia ad Halloween.

⟡ Steven Spielberg chiese a Tobe Hooper di dirigere E.T. l'extraterrestre (1982) ma questi rifiutò perché era impegnato con il Tunnel dell'Orrore. Grande occasione persa per il regista.

⟡ Il mago Marco il Magnifico è interpretato da William Finley, il protagonista de il Fantasma del palcoscenico (1974) di De Palma.

⟡ Dean R. Koontz, sotto lo pseudonimo di Owen West, scrisse una novella tratta dal film; il libro contiene diversi elementi che non compaiono nel film. Per questo, e anche per il fatto che il libro uscì prima del film per ritardi nella post-produzione, molti hanno pensato che il film fosse tratto da quel libro, mentre è il contrario.

⟡ Per alcuni mesi, il film venne bandito in UK e inserito nell'elenco dei video nasties: era stato confuso con the Last house on dead end street (1977) che, come titolo alternativo, aveva the Fun house.

Titolo originale

The Funhouse

Regista:

Tobe Hooper

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

USA

Anno

1981

Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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