Denti

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Voto:

Dawn (Jess Weixler) è una liceale convinta di voler arrivare vergine al matrimonio. Gli ormoni si agitano quando conosce Tobey e, in un modo o nell’altro, i due si trovano l'uno sull'altra. La ragazza, però, non è pronta e, suo malgrado, il ragazzo scopre che Dawn ha una vagina dentata che causa gravissimi danni agli ospiti indesiderati. In casa della giovane le cose vanno peggio di quanto accada fuori: la madre è malata terminale, il padre non fa granché, mentre il fratellastro Brad (John Hensley) si atteggia a ribelle e, soprattutto, vorrebbe rubare la tanto protetta verginità della sorella, anche se già da bambino aveva avuto un assaggio della sua pericolosità.

LA RECE

Film curioso e ben confezionato che potrebbe piacere sia al pubblico più smaliziato sia al mainstream meno competente. Un'interessante pellicola da vedere in coppia o di gruppo (cineforum) per stimolare riflessioni più o meno spesse.

Teeth, a cavallo fra i generi, non si limita all'horror: è anche il piccolo dramma di una giovane donna che passa dall'adolescenza all'età adulta, è un film romantico, è un'allegoria del ruolo della donna che nella società sta assumendo sempre più potere, è la paura degli uomini di fronte a questo nuovo potere e, in ultima analisi, è il disagio che la paura maschile crea, di riflesso, alla donna stessa. Il valore del film, quindi, non si limita alla bizzarra idea della vagina dentata che caratterizza il corpo della protagonista, un'idea, certo, strana ma poi non così originale. Di organi sessuali femminili muniti di denti se n'erano già visti in diversi prodotti cinematografici: manga (Demon beast invasion, 1990; la Città delle bestie incantatrici, 1987), J-horror (Sexual parasite - Killer pussy, 2004), drammi horror (Schramm, 1993), fantascienza (Liquid sky, 1982), torture-porn (Penetration angst, 2003), musical (the Wall, 1982) e il bizzarro fantascientifico russo del 1960 Stazione Spaziale K9 con il suo alieno vaginiforme dentato. Prima d'ora, tuttavia, la vagina mutilante non era mai stata messa al centro della storia così come avviene in Denti. Nonostante il pivot della storia sia rappresentato da quella peculiare vagina, il film non mostra nemmeno una volta il nudo femminile né, tantomeno, i denti all'interno del canale vaginale. Lichtenstein non cede all'exploitation più crudo, o anche alla genuina curiosità dello spettatore, mostrando ciò che avrebbe squalificato qualsiasi seria velleità della pellicola. La cinepresa, più che puntare sul pube della ragazza, mette a fuoco le sue espressioni, i suoi stati d'animo e le sue tremende vendette e, se proprio deve mostrare, allora mostra peni recisi e giovani infoiati che finiscono per contenersi con le mani abbondanti getti di sangue versati da un moncone di virilità. Lo splatter di Teeth, se pur impressionante, è comunque contenuto e spinge al sorriso più che al disgusto. Ciò che tiene in piedi la pellicola, evitando il rischio che il tutto si riduca al passaggio da una scena di evirazione a un'altra, è il personaggio di Dawn, protagonista la cui dimensione personale è davvero ben rappresentata. La ragazza è di certo naïf, infatti non si capisce come sia arrivata alla pubertà senza accorgersi della sua diversità ma, nonostante questo, è dipinta con intelligenza e dignità. Il film, naturalmente, partendo dal concetto di una vagina con i denti di freudiana memoria, ha molto da dire sul potere castrante della donna (o della percezione di essa come tale) soprattutto rispetto alla donna moderna. La riflessione si spinge al modo in cui le donne si relazionano le une con le altre e ai modi nei quali, in effetti, la coercizione sessuale ha luogo più spesso di quanto si creda; si pensi al fenomeno del "acquaintance rape", lo stupro del conoscente. Viene da chiedersi come sarebbe la nostra società se davvero le femmine avessero tale meccanismo difensivo che entra in azione ogni volta che un maschio non si adopera con le dovute attenzioni fisiche ed emotive. Teeth non è, però, un film perfetto: alcune volte vi sono dei passaggi bruschi da una scena ad un'altra che lasciano dei notevoli buchi nel plot e la natura allegorica del racconto, a tratti, viene troppo palesata rendendo tutto molto didascalico. Lichtenstein riesce, tuttavia, a rimanere in bilico fra il racconto giovanilistico, anche un po' facilone, e il dramma non privo di alcune pretenziosità, dimostrando di sapersi muovere in un territorio sovente trattato in maniera grossolana; la scena della masturbazione alla quale Dawn si abbandona è la prova di come il regista sappia gestire registicamente situazioni peculiari. La confezione e la brava attrice fanno il resto. Lichtenstein, al suo primo lungometraggio, ottiene un riconoscimento tale che, per il successivo film (Happy tears, 2009), riuscirà a mettere davanti all’obiettivo Demy Moore ed Ellen Barkin.

TRIVIA

Mitchell Wilson Lichtenstein (1956) dixit: “Ho imparato a conoscere questo mito anni fa al college, ed è stato tipo un effetto a macchia d’olio perché ritrovavo il mito in diverse culture e leggevo di come altri film potessero essere interpretati come riferimenti alla vagina dentata […] Per esempio, Alien è stato rivisto come un riferimento alla vagina dentata perché c’è un mostro femmina con dei denti dentro i denti, e tutto avviene all'interno di grotte e tunnel umidi e gocciolanti. E ho riflettuto sul fatto che quando si crea un mostro femmina, questo derivi da una paura maschile proiettata sulle donne” (firstshowing.net).

⟡ La Momentum Picture ha procurato in esclusiva al sito UK Empire Movies un poster del film, poi censurato. Si tratta di una radiografia di Dawn che mostra la dentatura interna. Questo poster è contenuto nella versione USA distribuita dalla Dimension Extreme. 

⟡ Durante le riprese della prima scena, diversi cittadini del quartiere protestarono perché credevano si stesse producendo un film porno. 

⟡ Mentre Dawn va in bici dal ginecologo, si legge un cartello esposto da un fast-food che incita a provare la loro gustosa jr. banana split a 99¢, un sottile riferimento all’evirazione. 

⟡ Mentre parla con Brad, Dawn indossa una t-shirt con la stampa di un unicorno simbolo di purezza e verginità, temi portanti del film. 

⟡ Il piercing sul pene distaccato di Brad fu realizzato con lo zucchero da un pasticcere così che non recasse danno al cane che doveva ingoiarlo.

Titolo originale

Teeth

Regista:

Mitchell Lichtenstein

Durata, fotografia

88', colore

Paese:

USA

Anno

2007

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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