Devil

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Voto:

Cinque persone nell'ascensore di un grattacielo di Philadelphia: un veterano militare, una giovane donna, una più anziana, un venditore di materassi e una guardia giurata. L'ascensore si blocca e, mentre i tecnici provano a sistemare il problema, gli intrappolati iniziano a litigare e poi a morire. Il detective Bowden (Chris Messina), sul luogo per indagare su un suicidio avvenuto poco prima, si trova coinvolto. Tutte le persone in ascensore hanno un passato negativo ed ognuna potrebbe essere la vittima o il carnefice. Tuttavia, Ramirez (Jacob Vargas), una guardia del grattacielo, inizia a suggerire a Bowden la possibilità che uno dei cinque sia il Diavolo in persona.

LA RECE

Mio personale guilty pleasure visto e rivisto nonostante il film si giochi molto sulla sorpresa finale. Valida la fotografia, l'atmosfera generale fredda e sinistra, e Chris Messina veste alla perfezione il ruolo.

Devil, oppure, a dirla per intero, the Night chronicles 1: Devil, primo film di una serie scritta e foraggiata da M. Night Shyamalan, regista degli acclamati il Sesto senso (1999), Unbreakable (2000), the Village (2004) divenuto famoso soprattutto per i finali dei suoi film che, con il passare del tempo, sono diventati sempre meno stupefacenti. Con Devil, pellicola a basso budget la cui regia va al Dowdle di Quarantena (2008), Shyamalan sviluppa un soggetto mystery paranormale affidando la sceneggiatura a Brian Nelson (Hard candy, 2005; 30 giorni di buio, 2007). Film economico, obbligato a concentrarsi sulle dinamiche fra i personaggi più che sulla spettacolarizzazione della faccenda, Devil rientra nella categoria dei thriller girati in spazi ristretti ma con grandi potenzialità d'intrattenimento o, almeno, capacità di incuriosire lo spettatore circa l'evoluzione dei fatti; si confronti con in Linea con l'assassino (2002). Non solo. Devil somiglia, e di molto, al corto Elevated (1997) di Vincenzo Natali, nel quale, in 17 minuti, viene condensato all’incirca lo stesso evento: qualcuno in ascensore non è chi sembra. Per stessa ammissione di Shyamalan, il film è pesantemente in debito con "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie, il romanzo giallo più noto al mondo di cui, qui, si riconosce l'isolamento dei protagonisti, l'eliminazione di essi uno alla volta e l'identità del cattivo che si pensava deceduto. Nonostante i corsi e ricorsi cinematografici, Devil arriva agli occhi come qualcosa di fresco, capace di intrattenere, incuriosire e non annoiare. La scrittura del film non si limita al whodunnit ma si intreccia fra chi è in ascensore e chi sta fuori, ovviamente con il rimando principale al protagonista, il detective interpretato da un Chris Messina con una faccia furbetta, a metà fra Sergio Caputo e Steve Guttenberg (Scuola di polizia, 1984). Caratterizzato, come quasi tutti i film di Shyamalan, da concetti relativi alla predestinazione, al fatalismo, all'illuminazione rispetto al proprio ruolo nel mondo ma anche alla redenzione e alla seconda possibilità, Devil, nella sua semplicità, riesce là dove film molto più ricchi falliscono: intrattenere giocando con gli spazi, con ciò che non si può vedere, ciò che non viene volontariamente mostrato, e senza dimenticare tocchi fotografici e registici che danno un valore aggiunto: le immagini rovesciate in incipit legate all'inversione satanica, o la fotografia plumbea. Non una pietra angolare dell'horror, certo, però Devil è una pellicola che mostra una capacità di intrattenere ben più che discreta, provata dal fatto che la pellicola si lascia rivedere con piacere anche ben consci del twist finale. Insomma, moderno horror mainstream divenuto mio personale guilty pleasure, quindi visto più e più volte sempre con grande diletto, il che giustifica il voto ipertrofico e il consiglio. È annunciato un seguito, Reincarnate, la cui d’uscita è, per ora, indefinita.

TRIVIA

John Erick Dowdle (1972) dixit: "In Devil ci sentivamo tutti come se stessimo perdendo la testa. Ci sono cinque attori nell'ascensore, più un operatore, più un assistente cameraman, più un microfonista, e tutto con uno specchio. È stata una grande sfida, e parte del motivo per cui eravamo così entusiasti di fare il film è stato il… cosa si può fare? Cosa si può fare in uno spazio come questo per renderlo interessante? [...] Penso che sia stato ancor più difficile per gli attori che dovevano fare i cadaveri. Non c'è niente che gli attori odino di più del non recitare. […] Sono successe un sacco di cose tipo: “Dai, amico, trattieni il fiato! Lascia che ti ca-dano addosso e stai fermo!” (bloody-disgusting.com).

⟡ Il film è stato girato principalmente al Bay Adelaide Centre, 333 Bay St, Toronto (Canada). 

⟡ Alla morte di una delle persone in ascensore, il detective Bowden prende la radio e dice: "Abbiamo un possibile codice 187". 187 è, sì, il codice per l'omicidio ma in California, non a Philadelphia. 

⟡ Le cinque persone in ascensore hanno in comune il colore rosso: il meccanico ha la borsa, l’anziana i capelli, la giovane donna le unghie, la guardia giurata lo stemma dell'azienda e il venditore la cravatta. 

⟡ La noiosa musichetta dell'ascensore è "Don't Sit Under The Apple Tree" delle Andrews Sisters. 

⟡ Riferimenti al numero della Bestia 666: il grattacielo è al numero civico 333 (666/2); l'ascensore è il numero 6 e si ferma al piano 23 e 42 (2x3=6), (4+2=6); quando la partita di hockey compare in tv subito dopo che l'ascensore si è bloccato, il match è al minuto 1:42 (4+2=6). 

⟡ Per promuovere il film, Shyamalan girò una parodia del film per internet ma realizzato sulle scale mobili. 

⟡ Nei credits, i cinque personaggi intrappolati nell'ascensore non vengono indicati con il loro nome ma per la loro professione o stato: rappresentante, signora anziana, etc.

Titolo originale

Id.

Regista:

John Erick Dowdle

Durata, fotografia

80', colore

Paese:

USA

Anno

2010

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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