Exte: Hair Extensions

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Voto:

In un container pieno di capelli venduti per produrre extension, viene rinvenuto il corpo di una ragazza vittima di traffici illegali alla quale sono stati espiantati gli organi. Mentre la polizia indaga, Yamazaki (Ren Osugi), guardiano dell’obitorio e feticista di capelli, si porta a casa il cadavere della giovane alla quale sta inspiegabilmente ricrescendo la chioma nonché uscendo peli da tutti gli orifizi. Parallelamente, la giovane parrucchiera Yuko (Chiaki Kuriyama) si trova a barcamenarsi fra il lavoro e la cura della nipotina Mami (Miku Satô), figlia della sorella di Yuko, una sfaccendata legata alla malavita che maltratta la bimba. Quando Yamazaki inizierà a vendere le extension realizzate con i capelli della ragazza defunta, la storia della rabbia del cadavere s’incrocerà con la sorte di Yuko e Mami.

LA RECE

Poco visto, poco capito. Tuttavia, il lavoro di Sono sbrilluccica qua e là, fra matasse di capelli, overacting, cialtronerie comiche e piccoli lirismi domestici, di un certo genio.

Inusuale J-Horror meritevole di uno spazio di visione per chi è in cerca di pellicole weird. Inusuale come, d’altronde, è il regista Sion Sono (Suicide club, 2001; Why don’t you play in hell? 2012; Antiporno, 2016) che qui mischia diversi registri esasperando uno dei marker specifici delle pellicole orientali di paura, ovvero quei capelli corvini delle anime inquiete viste da Ringu (1998) in poi. Exte non è, però, un flick J-horror che si riduce a usare i capelli come vettore di scene spaventose e, in effetti, il film non si distingue affatto per essere capace di atterrire lo spettatore. In quasi due ore di visione, siamo introdotti in universo fumettistico abitato da un bizzarro feticista dei capelli, da una coppia di poliziotti per nulla efficace e, soprattutto, da una dolce parrucchiera che lavora al salone Gill De Rais, nome pazzescamente inadatto per qualsiasi negozio che non voglia vendere prodotti connessi al pedosadismo di stampo satanista. La vittima del commercio degli organi, alla quale crescono i capelli dentro gli occhi, nella bocca e altrove, agisce il proprio rancore secondo il paradigma narrato da Ju-On (2002), però, qui, il rancore risuona con il dolore della piccola Mami, picchiata e maltrattata brutalmente dalla sorella di Yuko. Seppure Exte proponga delle scene di un certo disgusto nelle quali si vedono i capelli uscire da sotto le unghie o fuori dai bulbi oculari, le sequenze realmente disturbanti vedono Mami percossa da sua madre e impossibilitata a reagire se non piangendo e chiedendo scusa per non essere una brava bambina; una figura, quella della donna disturbata, che Sono riproporrà in maniera magniloquente di Antiporno. In una cornice di evidente modestia produttiva e con attori ben poco noti a parte la graziosissima Kuriyama che fu Gogo Yubari in Kill Bill (2003), Sono riesce a costruire un lungo racconto che, pur lasciando l’impressione di non approdare a nulla, propone situazioni curiose e gradevoli che, un passo alla volta, fosse anche per curiosità, tengono lo spettatore connesso per empatia e simpatia verso le protagoniste. L’iperbolica conclusione del film, immersa in un mare di capelli, mostra platealmente l’impianto irreale del gioco filmico di Sono con il villain tagliato in tre pezzi che se ne va ridotto a gnomo; più facile a vedersi che a dirsi. La fine della rabbia coinciderà con la ritrovata serenità per Yuko e Mami, ora libere di vivere come madre e figlia, o sorella maggiore e minore, ma sempre dedite all’hairstyling tramite il quale le due trovano pace e bellezza esistenziale. Exte non è stato capace di conquistarsi una grossa visibilità e, in parte, è stato anche frainteso da molti spettatori che ne hanno colto solo la superficie J-horror; tuttavia, il lavoro di Sono sbrilluccica qua e là, fra matasse di capelli, overacting, cialtronerie comiche e piccoli lirismi domestici di un certo genio.

TRIVIA

⟡ In alcune fonti si segnala che Exte sia stato co-diretto da Joe DiGiorgi e Tony Salerno. In realtà, questi ultimi hanno coperto il ruolo di english voice director e curato l’adattamento inglese di Exte il cui soggetto, sceneggiatura e regia sono farina del sacco di Sion Sono.

Titolo originale

Ekusute

Regista:

Sion Sono

Durata, fotografia

108', colore

Paese:

Giappone

Anno

2007

Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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