Gozu

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Voto:

A Minami (Hideki Sone), membro della Yakuza, viene ordinato di liquidare il vecchio e violentissimo boss Ozaki (Sho Aikawa) ma, grazie a un incidente stradale, finirà per realizzare il compito assegnatoli ben prima del dovuto. Inoltre, giunto sul posto nel quale liberarsi del corpo, Minami scopre che il corpo non c'è più. Il gangster, proseguendo nel suo viaggio suburbano alla ricerca del cadavere, conoscerà diversi personaggi bizzarri, con il progressivo dubbio che Ozaki, in effetti, non sia morto.

LA RECE

Il fascino della bizzarria orientale lo si subisce sempre ma, qui, Miike mette troppo weird sul fuoco e la narrazione va a ramengo. David Lynch goes to Japan.

Yakuza-road-movie, poco horror ma ironia e stranezze a piene mani. Gozu di Takashi Miike (Audition, 1999; Ichi the killer, 2001) è, in breve: David Lynch goes to Japan. Anche per gli spettatori rodati, 129 minuti di bizzarrie programmatiche e ritmi anti-narrativi rischiano di rimanere sul gozzo (pun intended), tanto più che il minutaggio potrebbe tranquillamente essere accorciabile di una decina di minuti, o forse più, senza perdere nulla a livello d'impatto né narrativo. Narrativo, poi, per modo di dire poiché Miike trasporta lo spettatore in un luogo dell'inconscio e del sogno lisergico in cui i personaggi non agiscono secondo principi di logica stringente ma sembrano essi stessi l'amalgama di metafore o, semplicemente, la composizione casuale di elementi bizzarri: una vecchia donna che allatta, i cani "anti-yakuza", un americano che legge il giapponese da grosse carte, la testa di minotauro da cui il titolo, e altro ancora. Il grottesco psicodramma di Miike è indiscutibilmente originale, a discapito, però, di sceneggiatura e ritmo: soprattutto quest'ultimo subisce delle micidiali battute d’arresto che, sommate alle bizzarrie, evocano spettatori più che motivati. Lo sceneggiatore Sakichi Sato, che già aveva scritto per Miike quell'altra stranezza ultra-violenta di Ichi the killer (tuttavia dal piano narrativo controllato) scioglie qui le briglie con l'inevitabile effetto di sbandamento, piacevole per i suoi afflati anarcoidi ma, al contempo, pare di intercettare la tendenza all'esercizio di stile con un marcato accento relativo alla sessualità. Disturbante sì, consigliato no; Miike piace di più altrove. Finale, comunque, imperdibile.

TRIVIA

⟡ La scena di nascita visibile ne il Regno (1994) di Von Trier è simile a quella che si vede in Gozu: in entrambi i film, da una donna nasce un uomo adulto. 

⟡ Anche in Visitor Q (2001) si vedeva una peculiare scena di allattamento

Titolo originale

Gokudo kyofu daigekijo: Gozu

Regista:

Takashi Miike

Durata, fotografia

129', colore

Paese:

Giappone

Anno

2003

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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