Audition

Voto:

Ripresosi dalla morte della moglie, il cinquantenne Aoyama (Ryo Ishibashi) decide di cercarsi una nuova compagna. Al fine, organizza con un collega produttrice cinematografica una finta audizione per selezionare un'attrice. La donna desiderata deve essere graziosa e dotata di buone qualità, caratteristiche che sembrano abbondare in Asami (Eihi Shiina). I due iniziano una relazione, anche se il passato della donna sembra essere pieno di stranezze. Dopo aver fatto per la prima volta l'amore con Aoyama, Asami scompare. L'uomo si lancia alla ricerca della donna ed è l'inizio di un incubo.

LA RECE

Se Steven Schneider l’ha inserito fra i “1001 film che devi vedere prima di morire” e se è difficile dimenticare il "kiri, kiri, kiri" di Asami, un motivo ci sarà.

Il regista Takashi Miike, noto per pellicole ricche d'azione iperviolenta (Ichi the killer, 2001; Dead or alive, 1999; Fudoh, 1996), smorza i toni, almeno inizialmente, con una pellicola che, per buona parte, suona come un dramma romantico. Audition non teme di aggredire lo spettatore già accomodatosi in un plot che sembrerebbe ridursi ai sentimentalismi di un uomo di mezza età che vuole riprendere ad amare. Il regista trattiene la violenza e la rilascia quasi inaspettatamente alla fine della pellicola senza dimenticare, comunque, di disseminare la storia di piccoli elementi orrorifici fra i quali, il migliore, è certamente la scena in cui vediamo Asami seduta che non risponde al telefono mentre qualcosa di sinistro accade sullo sfondo. I momenti di paura, tuttavia, non sono la vera forza di Audition. Se la prima parte del film è, in un certo qual modo, una riflessione sulla solitudine moderna, tema caro ai nipponici (Pulse, 2001; Air doll, 2009), nella seconda vi è una vera e propria discesa nell'incubo e un magistrale ondeggiamento fra realtà e fantasia, fino all'inevitabile drammatica conclusione. Miike, usando come ispirazione l’omonimo romanzo dello scrittore-regista Murakami Ryu (Tokyo decadence, 1992), sembra volerci raccontare, fra crudeltà e melodramma, dell’esigenza della relazione con il prossimo ma anche di una certa impossibilità che una piena relazione possa instaurarsi. La frase espressa da Asami: “Le parole creano bugie, del dolore ci si può fidare” incarna tutta la delusione di una vita senza un amore davvero tangibile che non si riduca alla sola locuzione "ti amo". D’altronde, nascondere il partner nel sacco e nutrirlo con il proprio vomito, sembra il disperato atto d’amore di una donna che voglia nascondere l’amato nel proprio utero (sacco) nutrendolo con parti interne di sé. Non un film misogino né un tipicissimo J-horror (Ring, 1998; Ju-On, 2002), Audition usa alcuni elementi dell’horror ma la sua linea narrativa è drammatico-sentimentale, anche se ad una prima visione è difficile da credere, ivi compresi spunti comici ben esplicitati nella scena dell’audizione nella quale, lì sì, trova forse espressione una certa sottile misoginia con donne più negative della bizzarra protagonista, mai percepita come totalmente cattiva. Se Tarantino ha definito Audition un vero capolavoro, se Rob Zombie lo reputa l’horror più sconvolgente mai visionato, se Steven Schneider l’ha inserito fra i “1001 film che devi vedere prima di morire” e se è difficile dimenticare il "kiri, kiri, kiri" di Asami, un motivo ci sarà.

TRIVIA

⟡ Quando il film venne proiettato al Rotterdam Film Festival del 2000, diversi spettatori abbandonarono la sala. Alla première in Svizzera, invece, qualcuno svenne e necessitò di assistenza sanitaria. 

⟡ Il video del pezzo musicale “Honey, this mirror isn't big enough for the two of us” della rock band My Chemical Romance ha una trama simile a questo film ma con un finale diverso. 

⟡ La ciotola di vomito data da mangiare al prigioniero di Asami conteneva il vero vomito dell’attrice. Lo stesso regista Miike ha riferito che Eihi, che segue il metodo attoriale Stanislavski, insistette che la scena fosse realizzata con vomito vero.

Titolo originale

Ôdishon

Regista:

Takashi Miike

Durata, fotografia

115', colore

Paese:

Giappone

Anno

1999

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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