the Greasy strangler

-

Voto:

L’insicuro Brayden (Sky Elobar) vive con lo scorbutico padre Big Ronnie (Michael St. Michaels) che, all’insaputa del primo, è anche Lo Strangolatore Unto, un killer che si riempie di grasso dalla testa ai piedi e gira il quartiere a fare mattanza. Il rapporto già difficile fra i due diventa ancor più teso quando Brayden s’innamora di Janet (Elizabeth De Razzo). Ronnie cercherà in tutti i modi di rubare la fidanzata al figlio che troverà le prove per inchiodare il padre alle proprie responsabilità.

LA RECE

The Greasy strangler vive in un mondo tutto suo al di là della comune sensibilità cercando spasmodicamente di essere eccessivo e bizzarro, un cult weird, e forse, proprio per questo, arriva affannato sul podio. Ma ci arriva.

Film oltre la sfera del bizzarro, prodotto dalla Spectrevision di Elijah Wood e da Ant Timpson che a un esordiente Jim Hosking aveva affidato uno dei corti in the ABC’s of death (2012). Classificare the Greasy strangler è un’impresa: la sua oltraggiosità e la cornice suburbana richiamano alcuni lavori di Waters (Pink flamingos, 1972) ma il lavoro di Hosking è tecnicamente più ordinato sia nella fotografia sia nelle tecniche di ripresa. Eppure, the Greasy strangler accatasta una serie di situazioni e trovate che portano lo spettatore, anche quello più smaliziato, a chiedersi cosa diavolo si stia vedendo, ciò a partire dai due protagonisti. Elobar veste i panni di un appesantito uomo che ricorda Harold Kunkle di Killer nerd (1991) ma invecchiato; suo padre Big Ronnie, interpretato con efficacia dall’ex parrucchiere di Hollywood St. Michaels, gira per le inquadrature spesso e volentieri nudo con un enorme e sgraziato pene posticcio mostrando con nonchalance delle natiche flaccide ad un’umanità varia, anch’essa poco aggraziata. Il mondo scritto da Hosking e Toby Harvard è una zona fuori dal tempo e dallo spazio della normalità in cui gravita un’umanità d’accatto che i due protagonisti guidano in poveristiche gite stradali a ripercorrere i luoghi in cui la musica disco si è sviluppata. Nel mentre, la difficoltosa relazione fra un padre avido di grassi polinsaturi e il figlio non desiderato e abbandonato dalla madre. Il film non si presta ad alcuna lettura metaforica e le mattane del Greasy Strangler sono l’occasione per vedere all’opera un anziano che, bisunto dalla testa ai piedi, diventa iracondo e fa schizzare gli occhi fuori dalla testa alle vittime a furia di stringere le mani sui loro colli. Poi si somministrano alla visione altre cose sordide quali la vita sessuale dei due insieme alla coraggiosa attrice De Razzo che mostra, senza imbarazzo, un corpo distante dai modelli hollywoodiani. E, ancora, i dialoghi, dilatati per ripetitività verbali stranianti, così come l’abbigliamento, lo score musicale e, francamente, tutto il resto. The Greasy strangler vive in un mondo tutto suo al di là della comune sensibilità cercando spasmodicamente di essere diverso, nauseante, eccessivo e bizzarro, insomma un cult movie weird, e forse, proprio per questo, arriva affannato sul podio dei film davvero weird. Anche lo spettatore arriva un po’ affannato alla fine di un film che dice in 93 minuti quello che avrebbe potuto dire in un mediometraggio ma, magari, pure la lunghezza funziona come mezzo straniante. Tuttavia, the Greasy strangler muove a simpatia per la divertita e divertente interpretazione del vecchio St. Michaels, e per una perversione del comune sentire del tutto innocua, come si trattasse di un cartone animato con soggetti eccentrici quanto irreali al pari di quel bizzarro Uncle Grandpa (2010-2017) che i bambini posso vedere su Cartoon Network. L’anormalità strutturale del lavoro di Hosking ne fa un pezzo di cinema sopportabile in tutta la sua lunghezza solo da un pubblico ben consapevole di essere di fronte a una pellicola programmaticamente irriverente come un prodotto Troma ma decisamente più curato. The Greasy strangler, già piccolo cult negli USA e fra gli amanti delle pellicole “al limite”, non ha la portata controculturale di un lavoro di Waters, non è il film weird definitivo ma, già così, non si dimentica; la sua trama, comprensibile al di là di tutte le stranezze, ne fa un racconto passibile di essere seguito e non solo un’esperienza visiva che punta sulla suggestione. Voto generoso.

TRIVIA

Jim Hosking dixit: “Mi sono trovato a voler scrivere qualcosa di assurdamente autoindulgente. Avevo appena finito un paio di sceneggiature più serie e rigorose. Avevo bisogno di una pausa. Non avevo un particolare interesse per il grasso o lo strangolamento ma ero interessato ad avere ragioni del tutto arbitrarie per concepire qualcosa e poi scriverla. La sua casualità, la sua natura sperimentale mi piacevano molto” (independent.co.uk).

⟡ Il grasso usato nel film era crema di tapioca. 

⟡ Alla fine del film, Big Ronnie dice al figlio che, a causa sua, aveva dovuto abbandonare il progetto di gestire una discoteca esclusiva insieme a John Travolta: Michael St. Michaels, quando ancora lavorava ad Hollywood, fu il parrucchiere di Travolta. 

⟡ Al primo montaggio, il film durava 135 minuti; ne furono tagliati 45 fra i quali una scena in cui padre e figlio lottavano sul corpo di Janet completamente coperti di grasso.

Titolo originale

Id.

Regista:

Jim Hosking

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

USA

Anno

2016

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial