the Innkeepers
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Voto:
I due locandieri Claire (Sara Paxton) e Luke (Pat Hea-ly) trascinano stancamente l'ultima settimana di apertura dell'alberghetto Yankee Pedlar. Ospiti pochi. Una camera è occupata dall’ex star televisiva Leanne Rease-Jones (Kelly McGillis) ora sensitiva. Un'altra camera viene presa da un anziano nostalgico che pare conoscere il luogo. I locandieri vorrebbero trovare delle prove connesse alla presunta presenza del fantasma di Madeline O'Malley che si dice aleggi fra le stanze. La sensitiva cerca di dissuadere Claire dallo stabilire un contatto con lo spirito ma ormai è troppo tardi.
LA RECE
Piccola ghost-story intelligente passata ingiustamente sotto silenzio (così come in effetti sono i suoi toni) e meritevole di recupero, sia per l'appassionato di horror, sia per il mainstream. Il successivo successo del regista West aveva queste basi.
Dopo il ben accolto the House of the Devil (2009) e l'assegnazione della regia di Cabin fever (2009), per Ti West arriva il momento di una ghost-story in coda alle molteplici produzioni del genere che paiono essere leitmotiv dell'horror al termine del primo decennio del 2000. West compie un superbo lavoro dirigendo e scrivendo una storia di fantasmi centrata sui protagonisti e sulle loro personalità, piuttosto che realizzare, come spesso accade, un horror in cui i protagonisti sono mere vittime di una qualche anima dannata. Come per the House of the devil, West si prende del tempo per tratteggiare sia l'umore dei personaggi, sia dell'ambiente, permettendo che elementi umoristici rendano la prima parte degli accadimenti qualcosa di leggero. Molto diversamente da quanto visibile in buona parte delle ghost-story, the Innkeepers si struttura inizialmente quasi come una sitcom con due giovani protagonisti alle prese con un albergo vagamente inquietante ma, soprattutto, terribilmente noioso. L'orrore che traspare sulle prime è solo uno sberleffo sia per la sprovveduta protagonista, sia per gli spettatori, entrambi posti di fronte a uno dei tanti filmati scovabili in internet in cui viene ripreso per alcuni secondi un ambiente fermo che fa saltare fuori di colpo un volto spaventoso. West conosce la materia e conosce i film ai quali il pubblico si sta abituando e sembra voler dire che lo spavento a buon mercato e gratuito non è ciò che ha da proporre. Il vero orrore dei protagonisti pare, invece, il vuoto che pervade la loro vita e che proietta ombre di irrisolutezza che i due cercano di riempire, come bambini, andando a caccia di entità dell'altro mondo. D'altronde, coloro che precipitano nell'alberghetto Yankee Pedlar hanno tutti un'aria perdente: una star televisiva in disarmo, una madre rompiballe con il figlio, un anziano alla ricerca del tempo perduto. In questo Overlook in miniatura, l'idea di una sposa fantasma viene accolta con l'entusiasmo di chi ha vuoti da riempire. Nella lenta progressione, West non dimentica di porre lo spettatore nella cosiddetta posizione d'attesa di chi sa che qualcosa di terribile sta per accadere. In effetti, Claire qualcosa avverte; la sensitiva Leanne conferma l'esistenza di una presenza inquietante che pervade l'albergo. Ci vogliono, tuttavia, 50 minuti perché il regista decida di rilasciare la prima immagine tradizionalmente scioccante che sembra confermare le peggiori sensazioni della protagonista. Da qui in avanti, il film prosegue verso un territorio più riconoscibile in ambito di ghost-story, senza, tuttavia, eccedere in esibizioni di sangue ma continuando a lavorare sull'ambiente e sulla paura suggerita che permette allo spettatore di riempire i vuoti visivi con la propria inquieta fantasia. Di fatto, qualsiasi cosa mostrata rimane nell'ambiguità poiché solo Claire sembra riuscire a percepire le presenze fantasmatiche; la sensitiva, furbescamente scritta da West come un'alcolista riconvertita allo spiritismo per fallimenti carrieristici, conferma per principio le sensazioni di Claire ma, forse, per i suddetti motivi, non è affidabile. Tutto ciò che accade, insomma, potrebbe essere frutto della mente turbata di Claire che finalmente si può considerare protagonista di qualcosa, benché terribile. Anche la sorte dell’anziano nostalgico potrebbe essere una semplice coincidenza connessa al fantasma da un legame di causa effetto generata dalla mente umana che deve sempre trovare una ragione ai fenomeni di questo mondo, reali o psicologici che siano. La parte conclusiva del film è un tour de force di paura con alcune immagini davvero spaventose e difficilmente eliminabili dalla memoria, vedi scena nel corridoio della cantina. Il finale rimane ambiguo e chiude l'horror con due grandissime finezze: la cinepresa carrella in un corridoio verso alcune antiche foto poste sulla parete come se volesse replicare il finale di Shining (1980) ma, sorpresa, l’immagine devia a destra e rimane fissa, come nei filmati spaventosi reperibili in rete, a riprendere una stanza vuota finché si nota qualcosa di quasi impercettibile, in senso uguale e contrario alle storie in cui lo spavento viene scaraventato, a buon mercato, davanti agli occhi di chi guarda. Dopo una seconda parte di buio, la storia torna repentinamente alla luce di un parcheggio sul retro e alla quotidiana noia di sempre. Ti West si conferma come regista horror di grande finezza e intelligenza (X: A sexy horror story, 2022; Pearl, 2022; MaXXXine, 2024); si avvale della 23enne Paxton, altrove bloccata in ruoli tipici da bionda, e di una coraggiosa McGillis che si abbandona allo sguardo stupito dello spettatore che la ricordava biondissima e bellissima in Top gun (1986) mentre ora ritrova una canuta, appesantita e bravissima attrice. Su IMDb voto bassino, io aumento la quota e, per certi versi, mi sembra anche poco.
TRIVIA
Ti West (1980) dixit: “L'immagine di quelle due strane ragazzine di Shining con i loro abitini blu cipria abbinati, in piedi in un corridoio tetro e tappezzato di carta da parati floreale, mi è rimasta impressa nella retina fin dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di loro. […] Shining è stato il primo film che mi ha messo a disagio all'idea di guardarlo di nuovo. A tutt'oggi non ho mai incontrato una sola persona che, quando si inizia a parlare di quelle gemelle, non rabbrividisca e non inizia a raccontare una storia personale di paura. Questo è un bel risultato. Bravo Kubrick, ci hai rovinato tutti” (IMDb.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Ti West
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
USA
2011
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
