Cabin fever 2 - il contagio
-
Voto:
L'infezione va al fiume, da qui a un'azienda che imbottiglia acqua, e da lì al Liceo Springfield dove gli studenti sono pronti per la prom night. A qualcuno verrà in mente di versare l'acqua infetta nella bacinella del punch.
LA RECE
Guai in fase produttiva fra il regista e la major. Quindi, quello che vediamo non è quello che doveva essere. E quello che abbiamo è un teen-horror di non elevato acume.
Cabin Fever 2 ma senza cabin. Al posto del cottage, un liceo ricettacolo di adolescenti infoiati che, nelle intenzioni di West (the House of the Devil, 2008; the lnnkeepers, 2011), avrebbe dovuto suonare come anarchia visivo-narrativa alla John Waters (Pink Flamingos, 1972). Nelle intenzioni. Il seguito di Cabin fever (2002) non piacque, prima di tutto, alla produzione che schiaffò il risultato in cantina dal 2007, anno di realizzazione, al 2009, quando fu presentato al cinema Mann di Hollywood durante lo Screamfest Horror Film Festival, per poi ritirarlo dalle sale e optare per la diffusione direttamente in DVD. Dietro ci fu un litigio fra West e la Lionsgate. I finanziatori rimontarono ampiamente e arricchirono il tutto con scene girate da stipendiati dalla major, tanto che il regista chiese che il suo nome fosse tolto dai credits cambiandolo con uno pseudonimo (Alan Smithee), cosa che non gli fu concesso poiché non iscritto alla DGA (Directors Guild of America). Perciò, il suo nome compare ma lui disconobbe il film sostenendo che esso sia un prodotto della Lionsgate e non suo. L'ironia sta nel fatto che di un progetto Cabin fever 2 erano già state preparate due bozze nel 2004: una l'aveva scritta Eli Roth, regista del primo film, l'altra Adam Green, regista di Hatchet (2006). Le politiche della Lionsgate portarono al rifiuto dei due progetti già sviluppati in favore di una nuova bozza che, come detto, si rivelerà un investimento disastroso. La pellicola è lontana dal "filth" di Waters ma anche, bene per lei, dai toni tromiani. Semmai è una versione colorita di pellicole quali Wet hot american summer (2001), ovvero cose di giovani, tette e giovani tette. Gli spunti sexy degenerano che è un piacere, fra ragazzette rapaci che fanno fellatio, sputano tutto nei lavandini dei bagni di scuola e non fanno sciacqui, e altre cattiverie tipo l'hogging, quel cinico gioco fra ragazzi nel quale si cerca di sedurre la ragazza più brutta e/o grassa della scuola per poi irriderla. Bah. Buona parte degli interpreti sono sgradevole carne da macello per il massacro che spetta loro nella seconda parte, sulla falsa riga di Carrie - lo sguardo di Satana (1976), però più splatter e demenziale. È disgusto a prezzo di saldi ma, a sprazzi, riesci anche a divertirti. C'è anche spazio per qualche scambio di battute non male relativo ai sentimenti inespressi. Poi, su quale fosse l'idea artistica di Ti West e su quanto sia diverso ciò che si vede da ciò che avrebbe dovuto essere, rimane il dubbio; si può vivere una vita piena anche così. Seguirà Cabin Jever: patient zero (2014) diretto con scarsa originalità dal fumettista Kaare Andrews: un gruppo di giovani va su un'isola, si sballa, fa sesso e poi inizia a sciogliersi. L'ultimo quarto d'ora del film è il trionfo dell'effettistica: il gorehound ne sarà soddisfatto. Scena cult: un catfighting fra due belle che si scarnificano vicendevolmente. Poi avremo il remake Cabin fever del 2016.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Cabin Fever 2: Spring Fever
Regista:
Ti West
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
USA
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
