Cabin fever
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Voto:
Un gruppo di cinque collegiali, due coppie e un single, affitta uno chalet isolato per passare un weekend di tutto relax. Bert il si ngle (James De Bello) si trova faccia a faccia con un eremita in pessime condizioni di salute. Il pover'uomo chiede aiuto ma Bert s'impaurisce e gli spara, poi torna dagli amici senza raccontare nulla. Quella notte, l'eremita Henry (Arie Verveen), che non era morto, si presenta alla porta dello chalet. Un virulentissimo agente patogeno infetterà i ragazzi.
LA RECE
Popcorn horror con qualche picco di cattiveria. Più che altro trampolino di lancio per il regista Roth.
Trampolino di lancio per Eli Roth, prima di quel gran successo che fu Hostel (2005). Cabin fever è un moderno e prevedibile omaggio a pellicole vecchie e nuove che vanno dai cult anni '70 del genere backwood brutality, a progetti coevi quali 28 giorni dopo (2002) o My little eye (2002) ma senza lo sforzo di iniettare qualche nuova suggestione nelle meccaniche del gruppo di campeggiatori finiti nel cottage sbagliato come Ash ne la Casa (1981). In quest'ultimo film, le fanciullesche istanze '80 volevano che si parlasse di diavoli ed ossessi; in Cabin Fever, invece, le ansie millenaristiche trasformano il Diavolo in agente patogeno e la possessione in contagio. Ai rigori di Madre Natura e all'infinita stupidità umana, i Nostri non troveranno altra arma per opporsi che un coito terminale prima di abbandonare questa valle di lacrime. Buona fattura, giovani attori convinti, nessun colpo di coda. Le cose meglio riuscite sono le situazioni comiche (lo sketch del "fucile per i negri") e lo splatter. Cabin Jever presenta, in fatti, qualche momento gore che farà la felicità del gorehound, fra ematèmesi e una sessione di depilazione che fa rimpiangere i dolori da strappo con cera calda. Film che gode di una certa nomea ma, di fatto, è decisamente perdibile; gradevole, però, per la seconda serata. Seguono Cabin Fever 2 - il contagio (2007), Cabin Fever: patient zero (2014) e, nel 2016, arriva il remake Cabin Fever. Esiste anche una versione dalla quale sono state espunte tutte le scene di sangue o violente, Cabin fever: family friendly version (2004), che è l'inutilità fatta pellicola.
TRIVIA
⟡ John Neff, che lavorò al mixaggio audio per il film, è un vero sopravvissuto al batterio mangia-carne che causa la fascite necrotizzante, batterio contratto in ospedale per un'operazione di piccola portata; gli ci vollero tredici giorni di cure intensive per aver salva la vita. Neff dice che il make-up usato nel film ricrea alla perfezione ciò che accade con la malattia.
⟡ La canzone "Wait far the Rain" che si sente all'inizio del film era il tema musicale del film l'Ultima casa a sinistra (1972) di Craven. La stessa canzone viene cantata alla fine dei credits, in una versione modificata, dai figli di David Hess che fu autore del pezzo.
⟡ Peter Jackson era così entusiasta di questo film che interruppe la produzione de il Signore degli anelli: il ritorno del re (2003) per ben tre volte per poterselo vedere.
⟡ Questo film è stata la pellicola costata meno alla Lion's Gate nel 2003 (1.500.000 di dollari) ma che ha, nello stesso anno, incassato di più (22.000.000); è anche il film horror record d'incassi di tutto il 2003.
⟡ Robert Jones, un membro della crew, si portò a casa un manichino decapitato usato sul set. Mentre tornava a casa in macchina fu fermato dalla polizia che si era accorta del corpo sull'automezzo e pensava che Jones fosse un serial killer. Gli tennero le armi puntate contro finché Jones non riuscì a convincerli che non stava facendo nulla di illegale.
⟡ Roth ebbe l'idea per questo film quando fece un viaggio in Islanda. Là, aiutò alcuni autoctoni a ripulire una vecchia stalla; in quel frangente si beccò un'allergia così forte, dovuta al fieno decomposto, che la sua faccia si riempì di pustole e iniziò a sanguinare
Titolo originale
Id.
Regista:
Eli Roth
Durata, fotografia
2002', colore
Paese:
USA
2002
Scritto da Exxagon nell'anno 2004; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0