Licantropia

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Voto:

Canada, 1815. Le sorelle Ginger (Katharine Isabelle) e Brigitte (Emily Perkins) finiscono fortunosamente in un fortino gestito dalla Northern Legion Trading Company. I pochi uomini presenti sono assediati dai licantropi e i rapporti fra i sopravvissuti, tra bigottismo e violenze, sono esasperati. Quando Ginger verrà morsicata, l'indiano del gruppo (Nathaniel Arcand) dirà a Brigitte che il suo destino sarà quello di uccidere la sorella.

LA RECE

Chiusura-prequel del trittico neo-gotico femminista delle sorelle dannate dalla licantropia. Non male ma anche l'impressione che non decolli mai davvero.

Terzo film della saga che vede protagoniste le due sorelle Ginger e Brigitte, prequel girato subito dopo la realizzazione di Licantropia apocalypse (2003). Si tratta di un recupero delle tematiche già viste nei precedenti film con l'aggravante dell'appiattimento delle dinamiche profonde trattate in quelli. Si è perso l'impianto psicologico del trauma legato alla pubertà o, se non altro, è subordinato a un plot più canonico. A ben vedere, si potrebbe leggere la ferita subita da Brigitte con una tagliola e il versamento di sangue, cioè il trauma con cui iniziano le sventure delle due donne, come la materializzazione di un’angoscia proiettiva e persecutoria relativa alla sessualità femminile nella forma di una vagina dentata, ma questa è una lettura psicanalitica che rischia di essere forzata. Per godere di questo film occorre, dunque, prenderlo come un horror a sé stante e dare un valore aggiunto alla location e al senso di isolamento che trasmette. Location e situazione che, fra l'altro, ricordano da vicino il film l'Insaziabile (1999), al di là di condividere con esso il mito del wendigo. Per il piacere di molti fan, in questo terzo episodio, Ginger si spoglia e, solo per i tuoi occhi, si alza dal letto ignuda. Fra tocchi action, qualche scena splatter, citazioni di casa nostra (Phenomena, 1985) e pochi momenti di paura, la pellicola si lascia guardare e si configura come un horror non male per una serata leggera. La cosa migliore rimane l'ambientazione selvaggia e la cultura indiana che però, come spesso accade, è ridotta a mero stereotipo folkloristico con gli autoctoni in una grotta a vaticinare e buttare polverine nel falò.

TRIVIA

Grant Harvey (1966) dixit: “Il mio lavoro di regista è prendere le parole e le idee del copione e tradurle sullo schermo, quindi ho sicuramente una mia visione personale di come sarà. Con una scena cruciale spiego sempre con attenzione agli sceneggiatori e ai produttori come la realizzerò, in modo che non ci siano sorprese” (bbcamerica.com)

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Ginger Snaps Back: The Beginning

Regista:

Grant Harvey

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

Canada

Anno

2004

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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