Phenomena

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Voto:

Jennifer (Jennifer Connelly) arriva in Svizzera per soggiornare in un rigido collegio femminile. I suoi problemi di sonnambulismo la mettono da subito nei guai dal momento che una notte, uscita dalla camera in stato sonnambolico, assiste all'omicidio di una studentessa. Jennifer, inoltre, sembra possedere poteri telepatici che la mettono in contatto con gli insetti, cosa che piace poco alle altre ospiti del collegio. Supportata da un entomologo locale (Donald Pleasence), la giovane cercherà di trovare il killer che si aggira in zona.

LA RECE

Argento di grande efficacia, fra mystery, paranormale, splatter, paura e disagio familiare. Anche a motivo dei successivi film non così centrati, questa pellicola, che comunque ha già da tempo la sua schiera di fan, merita visione.

Fra l'ortodosso giallo all'italiana Tenebre (1983) ed il barocco e iperattivo Opera (1987), Dario Argento tornò sulle tracce di Suspiria (1977) con una fiaba nera in cui una verginale Jennifer Connelly intraprenderà un percorso di crescita, affrontando il mostro, nemesi della sua purezza. Incurante di una logica narrativa e di un plot lineare, entrambe cose sempre abbastanza snobbate dal regista romano, Argento costruisce un horror dai riflessi suspiriani in cui l'elemento naturale (vento, acqua, animali) e quello paranormale hanno un ruolo centrale e devono amalgamarsi con uno spunto giallo. In questa impresa dagli esiti diseguali, Argento viene supportato dalla Nicolodi, il cui stile recitativo lascia sempre perplessi, da Donald Pleasence qui molto più a suo agio di quanto visto in altre pellicole italiane (Paganini horror, 1989) e da una splendida Connelly (Labyrinth, 1986; Dark City, 1998; Dark water, 2005). C’è anche Dalila di Lazzaro (il Mostro è in tavola barone Frankenstein, 1973) che, però, ha qualcosa da dire: “Anche quella è stata un’esperienza drammatica, forte, pezzi di vita, persone che incontri. Lui [Argento] è una persona strana, iniziava a girare alle tre di notte, andava bene per gli attori americani che avevano il fuso. Poi, non so per quale motivo, ha tagliato dei pezzi, ha montato poche sequenze, questo per un’attrice è vergognoso. Tu, regista, ti fermi se c’è qualcosa che non va” (Iachetti, 2017). Argento dispensa orrore e splatter ad alti livelli fin dall'inizio con l'uccisione e la decapitazione di sua figlia Fiore giovandosi del pregevole lavoro agli effetti speciali di Sergio Stivaletti, il quale si rifà un po' a Poltergeist (1982) nella creazione della putrida piscina, e a Tunnel dell'orrore (1981) nella realizzazione del viso del mostro. Le musiche di Claudio Simonetti sono valide; meno brillante l’uso di quelle heavy metal degli Iron Maiden e dei Motorhead, troppo roboanti nelle scene che dovrebbero istillare paura. Come d'abitudine nei film del regista, l'elemento stilistico supera di gran lunga quello narrativo e, anche qui, si rimane stregati più per l'attenzione ai particolari che per lo svolgimento dei fatti, il che permette anche di sorvolare su evidenti incongruenze o leggerezze. Davvero raffinata, a questo proposito, la ripresa del ferro da maglia che scivola dalle gambe dell'infermiera per conficcarsi in un gomitolo. Inoltre, occorre segnalare come Argento, in questo film più che altrove, compia un'analisi della famiglia moderna dando sostanza alla pellicola: Jennifer ha un padre sempre assente e la madre si è allontanata da casa quasi senza salutarla. In più, il melting pot culturale presente nella Richard Wagner School sembra sottolineare il paragone fra quello che dovrebbe essere una buona famiglia e come, in realtà, essa possa disgregarsi con gran facilità portando danno ai figli. Il bambino mostro, figlio di una famiglia senza padre, è l'incarnazione di questo e delle problematiche familiari che lo stesso Argento stava vivendo ai tempi. Da un punto di vista più concreto, che alletterà maggiormente il gorehound, Phenomena regala notevoli esplosioni di violenza, carni putrescenti e paura, cose che fanno della pellicola un prodotto non idoneo ai sensibilissimi. Da vedere e, soprattutto alla luce delle successive difficoltà artistiche di Argento, da sopravvalutare.

TRIVIA

Dario Argento racconta: “Molte volte mi è capitato di dire che la componente autobiografica è una costante delle mie narrazioni, ma questo è uno dei film fra quelli che ho fatto che mi rispecchia di più – basti pensare al fatto che Jennifer è vegetariana. Usare elementi della propria biografia per costruire un personaggio, trasfigurarli in un racconto, è come aggiungere un cucchiaino di zucchero in un bicchiere d’acqua. È sufficiente dare un paio di energiche mescolate e in apparenza lo zucchero sparisce, non lo rintracci più. Il sapore però è diverso: è questo ciò che conta” (Argento, 2014).

⟡ Il film è stato girato in Inglese e doppiato in italiano. La maggior parte degli attori non inglesi si doppiarono in inglese per la versione USA e UK. 

⟡ Nel 2001, stava per essere prodotto un sequel di Phenomena ma il progetto fu ritirato a causa di un contratto che Argento aveva con la Medusa. 

⟡ Il film fu scritto inizialmente pensando al titolo la Scimmia assassina e poi assunse il titolo noto, dopo che argento fece visita a Zurigo ad una mostra d’arte che si chiamava “Phenomenon”. 

⟡ Il bambino mostruoso creato dall’effettista Sergio Stivaletti, vagamente somigliante al mostro de il Tunnel dell’orrore, venne ideato ispirandosi alle deformità indotte dalla sindrome di Patau o Trisomia 13 che si manifesta con vari difetti a carico di organi interni e spessissimo con polidattilia e palatoschisi. 

⟡ I vermi nella piscina furono creati mettendo nell'acqua la vermiculite, un minerale simile alla mica, e aggiungendo, yogurt, cioccolato liquido ed essenza di menta.

Regista:

Dario Argento

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Italia

Anno

1984

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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