Tenebre

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Voto:

Lo scrittore americano di thriller Peter Neal (An-thony Franciosa) arriva a Roma per promuovere il suo nuovo libro, Tenebre, e viene informato dalla polizia che un copycat killer, ovvero un assassino che emula gesta scritte o realizzate da qualcuno in precedenza, sta scorrazzando con un rasoio nella stessa maniera descritta nei suoi libri. Insieme alla sua segretaria Anne (Daria Nicolodi), Neal prova a scoprire l'identità del killer mentre le morti continuano a susseguirsi.

LA RECE

Uno degli ultimi esempi del giallo all'italiana, scarsamente attenzionato se non per la scena della signora Lario. Argento firma l'addio alle ombre del passato, proiettandosi in un futuro metallico. L'omicidio come forma d'arte. Da rivalutare.

Tardo giallo all’italiana più discusso che visto per la sequenza che vede l’ex moglie di Silvio Berlusconi, Veronica Lario, amputata della mano a tenersi un moncherino che schizza sangue a getto. Oppure, la sfortuna della pellicola deriva dalla combinazione di violenza e angoscia sessuale, troppo forte per la maggior parte dell'audience italiana ma anche estera: ad esempio, in USA il filmsubì pesanti tagli e venne rititolato Unsane. Di nuovo sedotto da una novella di De Quincey già riferimento per Inferno (1980) e Suspiria (1977), e turbato da una brutta esperienza personale che lo vide vittima di stalking, Argento costruisce un film che tratta dell'omicidio come forma d'arte e che, almeno nelle intenzioni, vorrebbe fosse percepito come una sorta di racconto quasi-fantascientifico proiettato in un futuro prossimo nel quale i terrestri sono pochi e benestanti, volontariamente non memori di un olocausto nucleare. L’anelito, in realtà non colto da tutti, si riverbera in una scenografia avveniristica, location moderne (è l’Eur di Roma), omicidi in piena luce e verticali metalliche, benché non si rinunci ai “grandi classici” del giallo argentiano: l’assassino di nero guantato, gli omicidi legati a ciò che era ritenuto devianza sessuale (in questo caso il lesbismo, leitmotiv del cinema bis), l’occhio dell’assassino e le sue soggettive, ricordi rivelatori, indagini portate avanti da un privato cittadino mentre la polizia brancola nel buio, una casa come luogo sinistro, l’inquietante voce al telefono. Benché la logica degli accadimenti non sia sempre solida e la conclusione lasci più di una perplessità e, ancora, i dialoghi non siano la cosa più riuscita (come sovente si ha nei film di Argento), la pellicola, a cavallo di un decennio trasformativo per l’horror, non deluderà chi apprezza il Dario nazionale della Trilogia degli Animali (l’Uccello dalle piume di cristallo, 1970, Quattro mosche di velluto grigio, 1971,il Gatto a nove code, 1971) pur perdendosi, nel complesso, una certa atmosfera piccola e malsana che permeava i suoi primi lavori, a favore di un cinema di paura di respiro più ampio, ivi compreso un body count molto elevato (almeno 12 morti) a richiamare i ritmi omicidari dello slasher americano. Argento, comunque, ancora magistrale nel suo talento visionario, si sbizzarrisce con tecnicismi, fra l'uso della telescopica Louma e alcune sequenze davvero ben riuscite come il ricordo dello stupro sulla spiaggia e l'omicidio in piazza. Rinnovamento e passaggio di consegne: i Goblin suonano wave-rock, Lamberto Bava (Macabro, 1980) è aiuto regista, e Michele Soavi (Deliria, 1987) assistente alla regia. In una certa misura, un addio allo spaghetti giallo che troverà eco nel coevo lo Squartatore di New York (1982) di Fulci. Voto corretto ma forse mezzo punto in più non guastava, fosse solo per il fattore nostalgia.

TRIVIA

⟡ Tutte le volte che gli omicidi del film sono particolarmente brutali, la mano del killer è quella di Argento che sbeffeggia i critici cinematografici, lasciando, invece, alla mano di Lamberto Bava, qui primo assistente alla regia, gli omicidi poco sanguinosi, ovvero così come i critici li vorrebbero.

⟡ Lamberto Bava compare nel film nei panni di un elettricista, Michele Soavi in quelli del ragazzo che corteggia la ragazza sulla spiaggia.

⟡ Nel film compare, in una particina, la transessuale Eva Robin’s che, nei credits, è ancora senza apostrofo.

⟡ Argento parlò di Anthony Franciosa come uno degli attori più difficili con i quali lavorare, soprattutto perché, sul set di Tenebre, era sempre ubriaco.

⟡ Il film ha ricevuto un’accoglienza ostica in Germania da parte della censura: è stato bandito per molti anni e, là, non è mai stato distribuito se non con pesanti tagli.

⟡ Il poster del film, che mostra una donna morta col collo tagliato, venne censurato in UK dove si decise di disegnare un foulard sul collo per coprire il sangue.

Regista:

Dario Argento

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Italia

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2007 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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