lo Squartatore di New York

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Un killer che parla con la voce di Paperino massacra alcune donne a New York City; il tenente Williams (Jack Hedley) si mette sulle sue tracce. Il poliziotto si avvale della consulenza dello psichiatra Davis (Paolo Malco) per tracciare il profilo psicologico del serial killer. Fay Majors (Almanta Keller), per quanto non sembri corrispondere al tipo preferito dallo squartatore, viene comunque assalita dal maniaco. Fortunosamente sopravvissuta, Fay si mette a collaborare con la polizia indicando come caratteristica del killer una menomazione della mano.

LA RECE

Giallo metropolitano con killer psicopatico che terrorizza Manhattan, mescolando suspense urbana e violenza splatter. Un Fulci meno incline all'orrore cosmico chiude un genere, quello del giallo più violento, con una storia dai toni forti e della cinica morale sociale.

Ritorno di Fulci a New York City dopo tredici anni da una Sull'altra per realizzare la morte del cigno di un certo cinema di genere italiano, quello scatenato e violento, nonché di Fulci stesso che non riuscirà più a dare ai suoi fan qualcosa di altrettanto memorabile. Lo Squartatore di New York è spesso indicato come un giallo all'italiana ma questa definizione non calza con facilità, dal momento che non tutti i criteri di quel sottogenere vengono soddisfatti; ad esempio, le vittime non vengono uccise a causa di un loro pregresso coinvolgimento nella storia. La New York di Fulci, a differenza delle soluzioni argentiane che costruivano ecosistemi astratti, è un crogiolo di corruzione, ipocrisia e peccato, prossimo alla società da ripulire di Taxi driver (1976); come Travis Bickle, anche questo "Paperino mannaro" deterge a suo modo la città dalle donne di malaffare in un'ottica misogina vicina alle reprimende morali dello slasher in voga negli anni '80. Non a caso, in un gioco di ambiguità per cui tutti possono essere i colpevoli, Fay è al di sopra di ogni sospetto o, meglio, viene risparmiata perché non condivide la dissolutezza delle altre vittime. Il regista stempera la sua visionarietà applicata allo splatter espressa in pellicole quali ...E tu vivrai nel terrore - l'Aldilà (1981) e sviluppa, qui, una storia razionale e un altrettanto razionale splatter che estremizza il dettaglio sadico. Dove la telecamera di solito si allontana, la cinepresa di Fulci indugia: la vittima del ferryboat (Cinzia De Ponti di Manhattan baby, 1982) viene sventrata perché è stata maleducata dopo aver rigato l'auto di un uomo; una ninfomane (Alessandra Delli Colli di Zombi holocaust, 1980) finisce in modo simile; la spogliarellista (Zora Kerova di Antropophagus, 1980) si becca una bottiglia rotta in mezzo alle gambe; la prostituta Kitty (Daniela Daria di Paura nella città dei morti viventi, 1980) non fa una fine migliore. C'è anche il tempo di recuperare, da Vestito per uccidere (1980) di De Palma, l'idea di un serial killer che tagliuzza donne in metropolitana. Fra momenti squisitamente argentiani (e Argento riprenderà il colpo di pistola nella guancia in la Sindrome di Stendhal, 1995), panoramiche della Grande Mela, eleganti titoli di testa e tette al vento un po' gratuitamente, Fulci sforna il quadro di un malessere sociale violento di cui eros e morte sono i due fenomeni più emergenti e veicolanti. Eva e la Grande Mela del peccato, insomma. Buon lavoro di Paolo Malco (Quella villa accanto al cimitero, 1981), di Jack Hedley (Witchcraft, 1964) nei panni di un poliziotto che va a puttane, e di Andrea Occhipinti (la Casa con la scala nel buio, 1983) amorevole compagno di Fay. Con lo Squartatore di New York, Fulci chiude i battenti di un'era cinematografica, facendo scempio delle varie scream queen del decennio precedente, autocitandosi nel finale con un Paperino che non ci sta più a farsi torturare (Non si sevizia un paperino, 1972), e serrando la saracinesca con un finale disperato su un film, uno dei suoi migliori, che, a ben vedere, è più misantropico che misogino. Belle le musiche di De Masi e altrettanto la fotografia di Kuveiller. Prestate il dovuto culto.

TRIVIA

Questo film ebbe sgradevoli conseguenze sentimentali per Fulci, tali da spingerlo, successivamente, a scrivere un Gatto nel cervello (1990) nel quale la categoria degli psicanalisti veniva sbeffeggiata: "Ho vissuto per tre anni con una psicanalista, disprezzando il suo lavoro e volendole molto bene. Un giorno, successe una cosa che mi fece impazzire, perché tornò a casa e non mi salutò. Si chiuse in cucina. Speravo almeno mi preparasse da bere e da mangiare; invece, pochi minuti dopo, ritornò e mi disse: "Sei un essere allucinante!". Rimasi di stucco, anche perché sono molto mite nella vita privata, e lei: "Sono andata a vedere lo Squartatore di New York e mi sono resa conto che sei un uomo violento". Tra lo stupito e il divertito, le dissi : "Ma come, sono due anni che vivi con me e non ti sei accorta che sono un uomo normale? Se tu cominci a fare un parallelo tra chi sono io e quello che racconto su schermo, allora il gioco dell'arte è bello che finito. Sei un'ignorante." (Nocturno dossier 3, 2003).

⟡ Lucio Fulci appare nel film nei panni di un funzionario di polizia.

Regista:

Lucio Fulci

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

Italia

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2008 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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