Manhattan baby

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Voto:

L'archeologo George Hacker (Christopher Connelly) finirà accecato dopo aver aperto la tomba di un faraone che non gradiva essere disturbato. La figlia Susan (Brigitta Boccoli) recupera un medaglione e torna a Manhattan seguita dalla maledizione. La famiglia Hacker è nei guai e, fra scorpioni e porte dimensionali, George si accorge che la figlia è posseduta dagli spiriti risvegliati dalla sua imprudente scoperta.

LA RECE

Spunti presi un po' qua un po' là nei suoi stessi lavori. Un Fulci metafisico e meno splatter all'inizio della sua parabola discendente, ma la sua firma la si avverte ancora.

Forse non il film più giusto se avete intenzione di scoprire i lavori di Fulci, poiché Manhattan baby saccheggia sia a livello di score musicale, sia a livello visivo, sia concettuale le pellicole precedenti dello stesso regista. Come non pensare a …E tu vivrai nel terrore - l'Aldilà (1981) guardando la scena che vede Carlo De Mejo perso in una landa desolata di sabbia? Altre cose ricordano Paura nella città dei morti viventi (1980) ma questo non stupisce visto che Manhattan baby rappresenta una delle ultime opere del regista con una decisa impostazione soprannaturale. Limitate le scene di sangue alle quali Fulci aveva abituato il proprio pubblico ma si viene risarciti da un inizio di grande atmosfera, peraltro imposto dal produttore De Angelis, girato in ambiente esotico fra tombe e veggenti cieche, con il minimo di dialoghi e il massimo di stile. Non mancano le firme tipiche del cinema fulciano: l'utilizzo di animali pericolosi come scorpioni e serpenti (ahimè, uccisi inutilmente), nonché l'importanza che gli occhi hanno per il regista, cosa mediata dal surrealismo. Mentre in altri film di Fulci l'orrore veniva mostrato in tutta la sua efferatezza, qui sembra essere più diffuso e impalpabile: mani che escono dal muro, un uomo intrappolato in ascensore che finisce in un pozzo senza fondo, un soffitto che si trasforma in un cielo limpido, una macchia sul muro che si diffonde come avesse vita propria. Narrativa, però, molto confusa, il che sembra essere l’ennesimo riflesso del gusto del regista per la destrutturazione del plot a vantaggio di una visione metafisica ma, per Manhattan baby, è più corretto parlare di sciatteria in scrittura per un film che Fulci stesso non amava e che girò con la mano sinistra per motivi contrattuali con la produzione. Non solidissimo, inoltre, il cast con la piccola Brigitta Boccoli che strilla come un’aquila (ma leggete più sotto circa la poveretta...), Giovanni Frezza presenzialista dell'horror (Quella villa accanto al cimitero, 1981; la Casa con la scala nel buio, 1983; Demoni, 1985) e Martha Taylor al suo primo ed ultimo film. Horror minore di Fulci, ma non il peggiore, che pagò soprattutto la delusione di chi si ricordava le grandezze del subito precedente lo Squartatore di New York (1982) e che, da Manhattan baby in avanti, riconosce l’inizio del declino del cineasta.

TRIVIA

⟡ Di Fulci fu proverbiale la misoginia o, meglio, l’antipatia che provava per certe attrici che non rispondevano propriamente alle sue richieste registiche; per alcuni, il caratteraccio fulciano fu conseguenza del trauma patito negli anni Sessanta quando sua moglie, raggiunta dalla notizia di una malattia incurabile, si suicidò. Fulci espresse una furia e un sadismo del quale veniva avvertito il cast ancor prima che mettesse piede sul set, bambine incluse. Laura Lenzi, in Manhattan baby Emily Hacker, racconta: “Mi ricordo perfettamente quanto Lucio urlasse e andasse fuori di testa, proprio, con Brigitta Boccoli. Una bambina intimorita, con una mamma allucinante e possessiva. Questa ragazzina era proprio spaurita, aveva paura, aveva timore. E sua madre era sempre dietro di lei: il trucco, questo, quello… Era troppo! A me faceva tanta tenerezza, Brigitta. Perché poi sul set si irrigidiva e rimaneva bloccata. Lucio non aveva verso di lei un atteggiamento dolce o sereno che le permettesse di lasciarsi andare… Per cui, era un incubo. Quando lei arrivava sul set, questa bambina che aveva nove anni, tutti pensavano: "Oh Dio, adesso tocca a lei!”. Fulci odiava la madre e finiva per trasferire questo odio sulla povera Brigitta” (Nocturno 115, 2012). 

 ⟡ Il nome del personaggio Adrian Mercato è preso da Rosemary's baby (1976). 

 ⟡ Fulci appare nei panni di un medico, il dottor Forrester.

Regista:

Lucio Fulci

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

Italia

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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