il Mistero della mummia
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Voto:
1900. Una spedizione archeologica in Egitto trova la tomba del faraone Ra-Antef. Alexander King (Fred Clark), il finanziatore della spedizione, annuncia che esporrà la tomba al mondo. Giunti in Inghilterra, la mummia sparisce e poi riappare per uccidere i membri della spedizione.
LA RECE
Lontano dalla qualità della Mummia del '59, qui l'enfasi si sposta gradualmente dall'orrore soprannaturale a una più complessa esplorazione dei temi del colonialismo, suggerendo una graduale evoluzione del sottogenere verso temi più psicologici e sessualmente espliciti.
Dopo l'interessante e ben realizzato recupero del mito della mummia da parte della Hammer con il primo film del ‘59, la stessa casa di produzione fece uscire nelle sale dei seguiti molto poco avvincenti, cosa soprattutto vera per il film in questione. Il lavoro in regia è il primo elemento negativo se messo a confronto con quanto aveva fatto Terence Fisher con la Mummia. Michael Carreras, più produttore che regista, girò in maniera grezza, incapace di creare un'atmosfera minacciosa come ci si aspetterebbe da un horror, benché, all'inizio, venga mostrata in primo piano una mano mozzata che farebbe presagire un successivo buon tasso gore. Anche la mummia, che già di per sé è un mostro non particolarmente attivo, appare più statica e inespressiva del previsto; sarà che sotto le bende non c'è Christopher Lee ma l'attorino Dickie Owen. Benché, sul finale, si cerchi una variazione facendo intendere che il mostro non abbia un’anima nera, il film risulta essere il routinario racconto della vendetta di una mummia, ovvero lo stesso soggetto del precedente lavoro ma condotto con meno verve. Non meglio il cast, con l'eroina femminile Annette (Jeanne Roland) di poche espressioni emotive, e con Fred Clark che piaciucchia solo perché per il suo personaggio sono state scritte alcune scene divertenti. Se proprio vogliamo trovarci uno spunto interessante, possiamo rilevare in Terence Morgan, nei panni di Adam Beauchamp, quell'ambiguo personaggio dell'archeologo-avventuriero, una figura che oscilla tra scienza e profanazione, riflettendo una peculiare ansietà culturale legata al colonialismo britannico e alla sua eredità museale; in ciò si rileva qualcosa di ironicamente metacinematografico nel modo in cui il film affronta il tema dello sfruttamento commerciale delle antichità egizie, considerando che la stessa Hammer stava "sfruttando", certo consapevolmente, la mitologia della mummia per il proprio profitto commerciale. Ad ogni modo, la Hammer dimostrava che il suo valore dipendeva essenzialmente dall'operato di un manipolo di uomini (Fisher, Sangster, Francis, Lee e Cushing) senza i quali la casa di produzione non aveva molto da offrire. Sono altri i film con mummia vendicativa ai quali occorre fare riferimento per un'oretta e mezza di buon intrattenimento. La saga hammeriana della mummia prosegue con il Sudario della Mummi (1966) ed Exorcismus - Cleo la dea dell'amore (1971).
TRIVIA
⟡ Molti storici del cinema hanno cercato notizie di Owen, il quale, dopo il 1968, non ha più recitato. Nessuno è riuscito a trovare informazioni né si sa che fine abbia fatto l'attore. Si sa solo che nacque nel 1929.
⟡ Di questo film, Carreras scrisse anche la sceneggiatura scegliendo come nom de plume Henry Young, un piccolo scherzo nei confronti del produttore della Hammer Anthony Hinds che, lavorando ai film, si firmava spesso John Elder.
⟡ Lo score musicale durante la scena del flashback egiziano è quello del film del ‘59.
⟡ Nel racconto viene detto che la mummia ucciderà tutti coloro che hanno violato la sua tomba, quindi incluso John Bray. Però, quando la mummia uccide Hashmi Bey, John Bray è nella stanza e la mummia non fa nulla per tentare di ucciderlo.
Titolo originale
The Curse Of The Mummy's Tomb
Regista:
Michael Carreras
Durata, fotografia
78', colore
Paese:
UK
1964
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
