Mondo balordo

-

Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Fra la documentaristica (shock) di Jacopetti e Prosperi ed il docu-sexy. Stranezze dal mondo che ormai non sono più strane. Documento di un tempo che fu. Occhio che alcune sequenze non sono gradevoli.

Mondo-movie dallo scarso impatto, ordito da quel trafficone di Montero (1907-1986) che sul grande schermò tentò un po’ di tutto, dall'eros-cannibal (Savana: violenza carnale, 1979) al giallo-orrorifico (Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile, 1972), dal western (Arriva Durango... paga o muori, 1971) alla commedia pecoreccia con titoli inqualificabili (la Sorprendente eredità del tontodimammà, 1977) o Calore in provincia (1975) che non credo tratti di un'impennata delle temperature fuori dalle mura. Montero aveva da subito intercettato le potenzialità del docu-sexy e del genere mondo e, immantinente, si era lanciato nelle produzioni di documentaristica exploitation non troppo sopraffina che, in parte, prendeva spunti da uropa di notte (1958) di Blasetti e, in parte, da Mondo cane (1960) di Jacopetti e Prosperi, inanellando nell’arco di due anni pellicole quali: Sexy follie (1962), Mondo infame (1962), Africa sexy (1963), Sexy nudo (1963), Sexy nel mondo (1963). Mondo balordo si propone come un mondo-movie a metà fra il jacopettiano, quindi con immagini esotiche di luoghi lontani e usanze crude, e il docu-sexy che mostra questa o quella donna discinta e le solite Miss con le cosciotte floride. Con l’accompagnamento delle musiche di Lallo Gori, il presentatore Corrado Mantoni ci introduce in un panorama di mutilati ed invalidi che, però, si danno da fare amoreggiando in macchina, eroi muscolari del cinema peplum, la solita Las Vegas e le sue Miss America un tempo molto più approcciabili di oggi, le giapponesine legate come vuole un certo immaginario bondage, travestiti, morfinomani e religiosi. Excursus sul muro che divideva Germania Est e Ovest, e salto in quel di Napoli fra povertà, traffico di sigarette, religiosità e mania per il gioco del lotto. Perso nel film c’è anche un tizio che crede di essere la reincarnazione di Rodolfo Valentino. Robetta, insomma, inframezzata, però, da crudezze ai danni degli animali fra cui un elefante ucciso e poi smembrato da una tribù che balla, e alcune tartarughe marine che si fanno pasto per i pescatori. Per chi si fosse aspettato di più e meglio, il film si chiude con la scritta: “Qui finisce il film Mondo balordo. Molte cose balorde, forse le più balorde di tutte, sono rimaste tagliate fuori. Ma se le avessimo messe dentro il nostro film, avrebbero messo dentro anche noi. Grazie”. A posto così. Nella versione estera, la voce del narratore sarà nientemeno che quella di Boris Karloff che esordirà dicendo che lui di mostri ne ha impersonati tanti sul grande schermo, ma rispetto a quelli che si vedono in Mondo balordo, eccetera eccetera. Mediocre epigono.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Roberto Bianchi Montero

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

Italia

Anno

1963

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial