Monster from the ocean floor
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Voto:
L’artista grafica Julie Blair (Anne Kimbell), recatasi sulla costa pacifica del Messico per riposarsi e prendere ispirazione, incontra il biologo marino Steve Dunning (Stuart Wade). Julie si mette a indagare su un mostro oceanico apparso in loco la prima volta nel 1946. Steve, che all'inizio minimizza, arriva poi a comprendere che il mostro è divenuto tale a causa di test atomici effettuati sull'atollo di Bikini. Julie è determinata a provare l'esistenza della creatura.
LA RECE
Pellicola difficilmente palatabile ma anche capace di stabilire diversi tropi che sarebbero diventati ricorrenti nel cinema di mostri marini: la scienziata scettica, la comunità locale superstiziosa, l'uso di tecnologia sperimentale per combattere la minaccia.
Monster from the ocean floor è ricordato dagli appassionati di B-movie soprattutto per il fatto di essere stato il primissimo film prodotto da Roger Corman, escludendo Highway dragnet (1954) che vedeva Corman come coproduttore. Qui, il maestro del low budget fa tutto da solo e si avvale dell'aiuto del regista Ordung che l'anno precedente si era fatto notare (da pochi) per aver sceneggiato lo Z-movie Robot monster; Ordung continuerà a lavorare come sceneggiatore ma dirigerà solo un altro film, il perdibilissimo noir Walk the dark street (1962). A parte questa piccola storia produttiva, Monster from the ocean floor non ha altri assi nella manica. Fu girato sulla scia di pellicole quali il Risveglio del dinosauro (1953) e il Mostro della Laguna Nera (1954) cercando di capitalizzare sulla trovata di una creatura che sorge dagli abissi marini e che, come sarà per la maggior parte dei monster-movie anni '50, si rivela essere il risultato delle radiazioni derivate dai test atomici. La regia di Ordung e la scarsità dei mezzi produttivi garantiti da Corman (12.000 dollari di budget) garantiscono risultati catastrofici. Ordung cerca di emulare le riprese subacquee viste ne il Mostro della Laguna Nera ma il risultato non è paragonabile: il film è zeppo di situazioni inutili e verbose, spesso poco rispettose dei messicani che vengono rappresentati come bifolchi. Il peggio è che il temibile mostro del titolo, una sorta di polpo gigante con un occhio solo, viene mostrato due sole volte: in un primo caso con una ripresa a campo lungo, e la seconda volta sott'acqua in una sequenza confusa e totalmente sfocata. Difficile che, anche ai tempi in cui fu presentato nelle sale cinematografiche, Monster from the ocean floor abbia potuto far paura agli spettatori. Gli attori sono modesti ma gradevoli, i dialoghi che devono recitare lo sono meno. Jonathan Haze, qui nel ruolo di Joe e segnalato nei credit come Jack Hayes, divenne un regular nei film di Corman facendosi notare soprattutto come Seymour ne la Piccola bottega degli orrori (1960). Vero anche che Anne Kimbell offre una performance sorprendentemente sfumata che trascende le limitazioni del genere, anticipando per certi versi l'archetipo della "final girl" che si affermerà nel cinema horror decades più tardi. La locandina del film è una di quelle che fa arredamento e nei confronti di Roger Corman tutti i cinefili provano un certo affetto, nondimeno Monster from the ocean floor è un film difficile da digerire.
TRIVIA
Wyott Barney Ordung (1922-2005) dixit: “Ora c’è un Golden Turkey Award che mi aspetta!” (Zone, 2012).
⟡ Quando il film si apre, una ripresa panoramica cattura il territorio "in cui nessun uomo bianco è stato visto", e infatti, nella parte superiore destra dello schermo, si può notare una macchina che viaggia sulla Pacific Coast Highway verso Malibu.
Titolo originale
Id.
Regista:
Wyott Ordung
Durata, fotografia
64', b/n
Paese:
USA
1954
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
