Monster shark attack
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Voto:
Il prof Franklin Babbish (Charlie O'Connell) e la moglie e dottoressa Anne (Carmen Electra) portano un gruppo di studenti sullo yacht Sea King a spasso nel Sud Pacifico per motivi scientifici. La pace della comitiva viene interrotta quando lo yacht è attaccato da un gigantesco squalo con due teste; danneggiata l'imbarcazione non rimane che raggiungere l'atollo più vicino, il quale, però, è in procinto di inabissarsi.
LA RECE
Il mostro cinematografico, almeno quello acquatico e nel B-movie contemporaneo, segue una strana legge evolutiva: più è assurdo, più probabilità ha di sopravvivere nel mare magnum dell'intrattenimento direct-to-video. Cinema dell'eccesso consapevole.
Nequizia della casa di produzione statunitense The Asylum che, solo un anno dopo, balzerà agli onori della cronaca per Sharknado, altro animal-horror di serie-Z che creerà una quantomeno inusuale portata di cinema catastrofistico addizionato con squali pescati in mare dal tornado e scagliati sulla testa dei cittadini in allarme. La logica della The Asylum è il recupero a basso prezzo del monster-movie di stile cormaniano, già di suo cheap, ma utilizzando la computer grafica al posto dei vecchi effetti speciali. Ecco, quindi, nascere pellicole come 2-headed shark attack ma anche Mega shark vs giant octopus (2009) o Mega piranha (2010) o, ancora, Mega shark versus crocosaurus (2010) con tanto di emuli a budget ancor più stiracchiato che hanno dato vita a pellicole quali Sharktopus (2012), prodotto dalla Star Enterteinment, o Snow shark: ancient snow beast (2011) della Metroshia. Come prevedibile, essendo un film in location marittima con protagonista Carmen Electra, uno dei cardini della pellicola è, con buona evidenza, il corpo femminile più che le capacità recitative in senso stretto. Prevedibile anche perché il regista è figlio dell'exploitation-man Fred Olen Ray, cineasta di film già cult per il loro livello sexy-trash quali Hollywood chainsaw hookers (1988) ed Evil toons (1992). Da par suo, il figlio Christopher tiene il tono della pellicola su livelli giustamente poco seriosi e dipinge con sveltezza il corollario di situazioni e personaggi che devono portare alla visione di quello che conta in un film che s'intitola “l'attacco dello squalo a due teste”, cioè la visione di uno squalo con due teste. Se un pesce gigantesco può inghiottire in un sol boccone, un pesce con due teste lo può fare con due persone in simultanea ed è esattamente quello che fa lo squalo del film, cosa che, vista una volta e appurata, fa crollare verso il basso l'attenzione, dato che un grosso squalo cinematografico, che abbia una, due o tre teste, fa sempre le stesse cose: caccia e mangia gli uomini. L’effettistica, che in una pellicola del genere conta, non è esattamente quella della Lucas Film, però, pensando ad altri lavori della The Asylum e a quanto in basso siano arrivati altri registi, si può dire che 2-headed shark attack non sia realizzato così male, benché occorra usare una certa clemenza. Clemenza che si avrà se ci si porrà davanti al film con la dovuta leggerezza e con l'entusiasmo di vedere la quarantenne Electra ancora gagliarda nel due pezzi dismesso dai tempi di Baywatch (1989-2001) che qui (s)veste i panni della scienziata, ripeto, della scienziata. La cosa che, comunque, fa più ridere di tutte è la scelta della distribuzione di casa nostra di cambiare il titolo da “2-Headed” a “Monster” per rendere più serena la visione e la pronuncia a quei tanti, troppi italiani che l’inglese proprio no. Con dei seguiti folli basati sul progressivo aumento del numero delle teste di squalo: 3-Headed shark attack (2015), 5 Headed shark attack (2017), 6-Headed shark attack (2018).
TRIVIA
Christopher Douglas-Olen Ray (1977) dixit: “La stampa aiuta a diffondere i film. La gente legge le recensioni e deciderà che vuole guardare il film, mentre se sceglie da sola di vedere il film potrebbe non prestare attenzione. La stampa può anche affondare un film. […] Finora abbiamo utilizzato Facebook, Twitter e Instagram. Ci aiuta a diffondere le notizie fra il più largo pubblico. Anche in questo caso, le persone che normalmente non guarderebbero questo tipo di film ne sentono parlare, quindi è di grande aiuto” (gruemonkey.com).
⟡ In origine si era pensato di costruire la seconda testa dello squalo sulla fronte del primo. Il costruttore dell'animatrone, tuttavia, suggerì che era meglio connettere le teste ai lati.
⟡ Nei credits finali si rileva un errore: il Production Coordinator è riportato come "coordonator".
⟡ In diverse scene di attacco dello squalo, si nota che i denti dell'animatrone sono flessibili e si piegano in avanti o in dietro quando addenta le prede.
Titolo originale
2-Headed Shark Attack
Regista:
Christopher Ray
Durata, fotografia
88', colore
Paese:
USA
2012
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
