la Morte accarezza a mezzanotte

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Voto:

La fotomodella Valentina (Nieves Navarro) viene convinta dal giornalista Giovanni Baldi (Simon Andreu) a provare un nuovo allucinogeno, l'HDS. Alterata dalla sostanza, Valentina ha la visione di un omicidio perpetrato da un figuro con un guanto di ferro chiodato. La modella ritiene che quelle immagini mentali abbiano rappresentato qualcosa accaduta davvero e, con l'aiuto di Giovanni, si mette a indagare.

LA RECE

Formulaico e sovversivo, il film intreccia le convenzioni del thriller all'italiana con elementi di psichedelia visionaria e tensione erotica caratteristiche del periodo.

Chiusa della trilogia italo-spagnola firmata in regia da Ercoli dopo le Foto proibite di una signora perbene (1970) e la Morte cammina con i tacchi alti (1971), con medesimo cast tecnico e, punta di diamante, l'affascinante Nieves Navarro nei credit sempre chiamata Susan Scott. La partenza è avvincente con la visione di un omicidio indotta da un allucinogeno, anche se non viene spiegato come la droga possa procurare tali poteri ma, si sa, le porte della percezione, eccetera, eccetera. Fra l’argentiano, l’hitcockiano e il baviano, con il mondo della moda come ricettacolo di nequizie, il giallo scritto da Sergio Corbucci sembra ripiegarsi un poco su meccanismi da crime-story per poi assestare un colpo di coda con l’escamotage di un killer duplice, una soluzione che verrà adottata anche da Argento in Tenebre (1982). Dopo il primo omicidio, tuttavia, passa parecchio tempo prima di vederne un altro, e il finale action ripaga solo in parte le attese in direzione di una spiegazione finale da intreccio spionistico. Nieves Navarro, qui poco esibita, è e rimane la padrona di casa con i suoi fluenti capelli rossi e modi da donna emancipata post '68 che confluiscono nel momento d’alleggerimento, di buona quotazione trash, nel quale la donna assesta un calcio negli zebedei a un siciliano molesto. Tutto sommato godibile ma non esattamente quello che un appassionato di gialli si aspetterebbe: il killer di nero vestito è presente ma ha i capelli cotonati e si fa vedere troppo in giro. L'atmosfera anni '70, però, c'è tutta. Accattivanti le musiche di Gianni Ferrio con il bonus della canzone "Valentina" cantata da Mina. Di Ercoli-Navarro molto meglio il film del ‘71.

TRIVIA

⟡ Curioso il fatto che due location usate nel film, cioè Milano e il lago di Como, siano considerate contigue, in quanto Valentina parte dal cimitero Monumentale di Milano, luogo sito in città e, in dieci secondi di dialogo, si trovi sulle sponde del lago che dista 50 km. Bel montaggio.

Regista:

Luciano Ercoli

Durata, fotografia

104', colore

Paese:

Italia, Spagna

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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