la Nebbia degli Orrori
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Voto:
L'equipaggio di reietti imbarcati su una nave per Caracas decide di proseguire il viaggio nonostante si stia avvicinando un uragano. A bordo, fra gli altri, c'è un misterioso attore straniero (Hildegard Knef), una bionda chiacchierona (Suzanna Leigh) e il di lei padre ipocrita (Nigel Stock). La tempesta trasporta il gruppetto in un misterioso territorio abitato dai bigotti discendenti dei conquistatori spagnoli, nonché terribili mostri.
LA RECE
Deviazione esotica dalla formula horror gotica che aveva reso celebre la casa di produzione britannica. Il film oscilla tra diverse identità narrative, finendo per non essere efficace in nessuna di esse. Rischi dell'allontanarsi troppo dalla propria zona di comfort.
Miscuglio davvero bizzarro di generi: horror, melodramma, fantascienza e avventura all’ombra di lavori precedenti fra i quali il Mondo perduto (1925), il Continente scomparso (1951) con il quale non bisogna confondersi visto il titolo originale, e l’Isola sconosciuta (1948). Liberamente tratta dal racconto “Uncharted Seas” di Dennis Wheatley, il film fu un prodotto Hammer prima affidato alla regia di Leslie Norman, quindi passato a Michael Carreras (Maniac, 1963; il Mistero della mummia, 1964) il quale imbastì una pellicola bizzarra come fosse uscita da un fumetto underground. Sfortunatamente, prima di giungere sul continente perduto, i protagonisti si dilungano in dialoghi e situazioni che è difficile definire avvincenti ma, nel momento in cui delle giganti alghe fameliche circondano e bloccano la nave, si intuisce che il meglio sta per arrivare. Carreras è legato ai cliché del genere ma sa anche inserire elementi inusuali: gli eredi dei conquistadores spagnoli sarebbero una setta di assassini bigotti governati da un ragazzino spocchioso a propria volta manipolato da un figuro incappucciato che, come un inquisitore, gode nel condannare a morte la gente, condanna che consiste nell'essere gettato in pasto a un disgustoso essere marino vagamente simile a quello che verrà mostrato trenta anni dopo in Deep rising - presenze dal profondo (1998), film che, oltretutto, presenta alcuni punti di contatto con questo lavoro di Carreras. Le particolarità de la Nebbia degli orrori non finiscono qui: gli autoctoni del continente perduto indossano vesti a cui sono agganciati degli enormi palloni pieni d'elio - dove lo trovino non si sa - tramite i quali evitano di affondare tra le alghe. La terra misteriosa, infine, non prevede solo gli spagnoli come minaccia: ci sono granchi giganteschi e scorpioni altrettanto ipertrofici che, fortuna vuole, organizzano una bella lotta solo per i nostri occhi. Molte le scene d'azione, alcune ben orchestrate come lo svuotamento della stiva dall'esplosivo. Il finale è pirotecnico, anche se non si capisce come i nostri eroi possano ritrovare la strada di casa. Quisquilie. L'importante, per un film di questa fatta, è l’intrattenimento, e la Nebbia degli orrori lo garantisce. Carina la canzone iniziale cantata dai Peddlers e discreti gli attori. Film perfetto per una giornata uggiosa, sempre che apprezziate i prodotti Hammer anni '60.
TRIVIA
⟡ Il libro da cui è tratto il film viene mostrato nella prima scena sottocoperta, lo legge il dottore.
Titolo originale
The Lost Continent
Regista:
Michael Carreras, Leslie Norman (non accreditato)
Durata, fotografia
97', colore
Paese:
UK
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
