Maniac
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Voto:
Frank Zito (Joe Spinell), maniaco newyorkese che fa lo scalpo alle donne, terrorizza la Grande Mela. Dopo aver incontrato al parco la fotografa Anna D'Antoni (Caroline Munro), Frank decide che sarà la sua nuova vittima ma poi stringe con lei una relazione affettiva. Frank, però, non è il principe azzurro.
LA RECE
Lavoro scabro e scabroso, di buona volontà più che ben fatto. Tuttavia, difficile da dimenticare per quel suo protagonista untuoso e degradato a metà fra il mstro slasher e lo psycho-thriller. Cult minore.
Lurido pezzo di cinema shock di quelli che non se ne fanno più, senza redenzione e con una spudorata voglia di attirarsi le ire della critica. Ai tempi, Maniac si beccò delle recensioni brutali. Oggi, l’exploit è considerato cult, per quanto non sia mai uscito da una certa dimensione underground. Mica male, anche perché Lusting dimostra che, a dispetto dei soli 48.000 dollari di budget, c'è del mestiere evidente soprattutto nella scena in cui un'infermiera è braccata in metropolitana, con tanto di uso di lenti per distorcere le immagini ed effetti sonori ad amplificare la tensione. Manca, però, una vera e propria costruzione narrativa e, quindi, il film si ripiega, prospettiva positiva, sul lercio protagonista o, prospettiva negativa, sull'accumulo di situazioni brutal-criminose con il folle Zito che, per traumi e controtraumi materni, se ne va in giro con una pettinatura pazzesca facendo fuori le donne e collezionandone gli scalpi coi quali veste la testa di manichini femminili; un bizzarro caso di agalmatofilia. Sull'onda dello slasher misogino alla Venerdì 13 (1980), Maniac non mette in campo un killer decerebrato come Voorhees ma sicuramente più squallido, una sorta di versione untuosa e perversa del Trevis Bickle di Taxi driver (1976) che si muove in un ecosistema non troppo dissimile da quello descritto dal succitato film, nel quale, per inciso, l'attore Spinell ebbe una parte. Anche rispetto all'idea di strutturare una relazione fra il poveraccio Zito e la supermodella-fotografa Anna, pare si richiamino elementi di Taxi driver o, comunque, di qualche improbabile fiaba che ribalta gli speranzosi assunti de “La Bella e la Bestia”, dato che lo sfasato Zito sfasato rimane, benché lo spettatore, per qualche minuto, s'illuda che la vicinanza di Anna possa renderlo una persona migliore. Nulla da fare. La storia deraglia verso un finale pazzo che ben s'accorda alla mente del protagonista e all'umore della vicenda. Spinell, anche sceneggiatore, è nel ruolo della sua non lunga vita. Jay Chattaway compone uno score musicale elettronico azzeccato preparandosi alle digitali e futuristiche atmosfere di Star Trek. Lustig, prima nel porno e poi a lavorare in horror non troppo distanti da questo (Poliziotto sadico, 1988), finirà a produrre extra per i dvd. Montato non benissimo, con qualche lentezza in sceneggiatura, Maniac rimane un esempio di cinema da considerare comunque con occhio attento. Inadatto ai non avvezzi al cinema di genere che percepiranno soprattutto la pochezza del tutto, anche se pochezza non è. Da sapere, per stupire l'amante dopo aver fatto sesso invece di dire le solite sciocchezze, che la canzone "Maniac" usata nel danzerino Flashdance (1983) fu scritta per la pellicola di Lustig ma non venne usata in essa; venne, invece, riarrangiata per adattarla al tono diverso del film del '83. Ma il tempo passa e, ormai, quasi nessuno conosce Maniac e sempre meno la storia della ballerina-saldatrice Alex. Dopo il rifacimento greco o Stragalistis tis sygrou (1989) che nessuno, comprensibilmente, ha visto, uscirà nel 2012 un buon remake con protagonista Elijah Wood meno untuoso di quanto fu Spinell ma, comunque, stralunato grazie ai suoi soliti occhioni sgranati.
TRIVIA
William Lustig, (1955) dixit: “Quando ero a New York e avevo il mio ufficio a Broadway, prima del FedEx e dei fax, c'erano delle cose chiamate messaggeri che venivano nel mio ufficio e vedevano i manifesti di Maniac e Vigilante. Quello era il mio pubblico. Impazzivano per quei film. Questo è quello che dico sempre a me stesso: questo è il mio pubblico. Faccio film per lavapiatti, per fattorini, ecco per chi faccio film, per persone che li possono apprezzare. Faccio cose che vanno d’accordo con confezioni di birra da sei lattine e cannone per il sabato sera” (IMDb.com).
⟡ Maniac avrebbe dovuto avere un seguito di cui esiste un corto, Maniac 2: Mr. Robbie (1986) nato come promo per un film che non fu mai girato, visto il decesso di Spinell.
⟡ Joe Spinell è morto il 13 gennaio 1989, a 52 anni, nel suo appartamento a Sunnyside (Queens, NYC) per cause non ancora del tutto chiarite. Alcuni sostengono che sia deceduto per un infarto connesso alle sue discutibili abitudini di vita (alcol, droga) nonché alla depressione che lo aveva colto dopo la morte della madre avvenuta nell’87. Altri parlano di un mortale attacco d'asma, altri ancora di un'emorragia seguente a una ferita, accidentale o autoinflitta, impossibile da rimarginare in quanto Spinell era emofiliaco. L’attore era uno dei migliori amici di Sylvester Stallone; non solo era il padrino di Sage Stallone, il figlio di Sly a propria volta morto prematuramente a 36 anni il 13 luglio 2012, ma mantenne l'attore con soldi e cibo quando Stallone iniziò la sua avventura cinematografica. Per Maniac, Spinell non guadagnò nulla d'ingaggio e accettò di prendere il 10-15% degli incassi che ammontarono a 6 milioni di dollari.
⟡ La testa distrutta da una fucilata è quella di Tom Savini, noto effettista che curò gli effetti speciali di questo film.
⟡ Nel ruolo di un'infermiera compare Sharon Mitchell, diva hard prima del film e anche dopo. Per limitare i costi furono ingaggiate anche altre attrici porno per ruoli minori. In effetti, per limitare i costi dell’ingaggio degli attori, Lustig, Spinell e Andy Garroni, i tre produttori, ne fecero di ogni: “Il primo problema che ci si presentò fu l’impiego di attori iscritti alla Screen Actors Guild, il potente sindacato degli attori che stabiliva tipi di contratto e compensi. Più che altro volevamo evitare di pagare la quota che la SAG trattiene per sé. Quindi ci siamo messi a studiare riga per riga uno dei loro contratti e abbiamo notato una piccola clausola molto importante: i compensi della SAG non erano applicabili se il film era pornografico. A quel punto, abbiamo scritto una diversa stesura del copione, appositamente per la SAG […] per quella stesura ci siamo veramente sbizzarriti a inventarci cose pazzesche. Per farti un esempio, c’era una scena in cui il personaggio di Joe è tra le gambe di una donna. Quando lui alza la testa, in primo piano vediamo una specie di vongola che gli pende dalle labbra. Cioè, avremmo usato una vongola per suggerire che avesse strappato il clitoride della donna. Quando quelli della SAG lessero il copione, ovviamente ci dissero: “Non vogliamo avere nulla a che fare con questo film!”. Così abbiamo potuto usare, per il film, attori iscritti al sindacato, come Joe, senza obblighi sindacali.
⟡ Lusting non ottenne sempre i permessi di girare. La scena della fucilata in faccia a Savini, ad esempio, fu realizzata in fretta e furia prima che fossero chiamati i poliziotti. Per girare quella scena non si poteva sbagliare; quindi, Savini stesso volle premere il grilletto del fucile a canne mozze sparando alla sua stessa faccia. Il manichino usato fu chiamato Boris dallo stesso effettista; era stato usato anche in Zombi (1978). Devastato dalla fucilata, si dice che Boris sia stato mandato in pensione da Savini che lo chiuse nel baule della macchina usata in scena, poi affondata nel fiume. Folklore cinematografico.
⟡ La sequenza d'apertura in spiaggia è ispirata alla scena iniziale de lo Squalo (1975).
⟡ Il corpo senza testa che si vede alla fine del film è riciclato da Venerdì 13 (1980) e sarebbe quello della madre di Jason Voorhees (Betsy Palmer).
⟡ L'appartamento di Frank Zito è ispirato a quello del protagonista del film svedese l'Uomo sul tetto (1976). I colori con i quali è stato arredato riprendono i toni di film argentiani quali Suspiria (1977) e Profondo rosso (1975).
⟡ Joe Spinell, mentre lavorava in questo film, recitava anche ne i Falchi della notte (1981) nel quale compariva sbarbato e coi capelli corti; ragione per cui, in alcune scene di Maniac, le tante che lo vedono alla guida, l'attore indossava baffi e capelli finti.
Titolo originale
Id.
Regista:
William Lustig
Durata, fotografia
87', colore
Paese:
USA
1980
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
