la Notte del licantropo

-

Voto:

Tom Newcliffe (Calvin Lockhart) invita diverse persone presso la sua tenuta di campagna e annuncia di sapere che fra loro c'è un licantropo: l'idea è dare la caccia al mostro non appena sorta la luna piena. Il licantropo, però, è più furbo del previsto.

LA RECE

Audace fusione tra il whodunit classico e il cinema licantropico. Audace, sì, ma dal risultato poco entusiasmante. Passa alla storia per il "werewolf break" che, pur kitsch, trascende la dimensione puramente narrativa attivando il pubblico e, in questo, anticipa certe tendenze dello spettacolo postmoderno.

Strano prodotto Amicus che si distingue dalle pellicole horror a episodi che hanno fatto la fortuna della casa di produzione inglese. La Notte del licantropo è un curioso crossover fra giallo, horror e blaxploitation. Il gusto britannico mai sopito per il whodunnit deve aver spinto la Amicus a recuperare "Dieci Piccoli Indiani" della Christie riadattandolo a una trama che comprendesse la presenza del bahamense Lockhart, al secolo Bert Cooper, rispondendo all'interesse che ai quei tempi il pubblico mostrava per pellicole con gente di colore (Blacula, 1972): ad esplicitare la cosa, il titolo Black werewolf per la distribuzione in territorio statunitense. Altra stranezza: il film cerca, non senza ironia involontaria, la partecipazione dello spettatore, invitandolo, fin dalle prime, a risolvere il giallo e concedendogli pure un "werewolf break" di 30 secondi prima che venga rivelata l'identità del licantropo, tempo in cui lo spettatore dovrebbe riordinare idee e indizi e buttare lì il nome dell'uomo bestia; nessuno lo farà o, almeno non io, ma il gimmick è indubbiamente simpatico. Il film, tratto dal racconto "There Shall Be No Darkness" di James Blish, fallisce tuttavia come giallo perché, dopo la presentazione degli ospiti e le rivelazioni di Newcliffe, lo svolgimento si appiattisce terribilmente. Ciò avviene sia a causa di una regia d'impianto televisivo priva di verve, sia per lo scarso gusto con il quale sono stati scritti i vari ospiti, ovvero senza che nessuno, come richiede ogni giallo che si rispetti, abbia qualche particolarità tale da intricare la storia e intrigare lo spettatore. La Notte del licantropo, quindi, smette molto velocemente di essere stuzzicante, utilizzando malissimo il cast e sprecando fastidiosamente i due attori di punta, il teutonico Anton Diffring e l'inglese Peter Cushing quest'ultimo presenza quasi inevitabile del cinema horror britannico dell'epoca, a portare la sua consueta dignità aristocratica nel ruolo del dottor Lundgren, esperto di licantropia così come Cushing fu Van Helsing esperto di Vampiri in Dracula il vampiro (1958). Tutti potrebbero essere il licantropo e non è dato sapere secondo quale principio Newcliffe sia così convinto che uno di essi sia il mostro. Poi, per dirla tutta, il progetto disponeva di un budget così limitato che come licantropo trasformato venne ingaggiato un pastore tedesco; qualche sforzo in più non avrebbe guastato. Fra gli ospiti, Mr. Jan Jarmokowski è interpretato da Michael Gambon, un caratterista inglese poco noto ai più finché non ha iniziato ad interpretare Albus Silente nei film della serie Harry Potter. Circa quest’ultimo eroe letterario, poi, si guardi il bel film Piramide di paura (Young Sherlock Holmes, 1985) se si abbia vogliano di rintracciare punti di similitudine fra il maghetto della Rowling e cose scritte tempo prima da altri. Tornando al film, B-movie che giocò con le convenzioni del genere ricordato più per il suo gimmick che per l'orrore somministrato.

TRIVIA

Paul Anthony Annett (1937-2017) dixit: “Ricorda: il regista è un essere umano e vulnerabile all’insicurezza tanto quanto gli attori” (Annett, 1995).

⟡ Questo è il primo film in cui un cane si scontra con un licantropo. 

⟡ L'idea di inserire il Werewolf Break fu del produttore della Amicus Milton Subotsky contro il parere del regista Annett. Subotsky disse successivamente di non apprezzare affatto questo film che, oltretutto, è l'ultimo film della Amicus in cui Subotsky appare come produttore. 

⟡ Le due grandi case produttrici inglesi, Hammer e Amicus, crearono solo due film in tema licantropo; questo per l’Amicus, l'Implacabile condanna (1961) per la Hammer. 

⟡ Una delle sfide impreviste nella produzione di un film a basso costo con protagonista un uomo di colore riguardò le scene day-for-night, ovvero le scene notturne girate di giorno con un filtro che riduce la luce, trucco comune per i low-budget. Il risultato ottenuto riflette tali difficoltà.

Titolo originale

The Beast Must Die

Regista:

Paul Annett

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

UK

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial