l'Occhio nel triangolo
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Voto:
Rose (Brooke Adams) viene recuperata su una barchetta alla deriva. La donna racconterà di come fosse finita su un’isola con un gruppo di altre persone e dell'albergo deserto in cui abitava un vecchio comandante delle SS (Peter Cushing) un tempo a capo dei Totenkorps, gruppo di speciali soldati morti-vivi. Quei soldati vivevano ancora sott'acqua ed erano riemersi per attaccare i naufraghi.
LA RECE
Non del tutto riuscito ma gli zombi nazi che escono dalle acque emergono come icone horror, pur di seconda classe. Piccolo cult evitabile per il mainstream ma obbligatorio per chi si dice horror fan.
Non il primo a sfruttare il nazismo a fini cine-orrorifici ma l'Occhio nel triangolo è il primo ad aver dato vita a un limitato ciclo di film horror con nazi-zombi, infatti, dopo questo: la Tumba de los muertos vivientes (1981), il pessimo Zombie lake (1981) di Jean Rollin, Night of the zombies (1981) e, più recentemente, Dead Snow (2009) che sul tema ci scherza un po’ su. Ken Wiederhorn, regista di scarsa fortuna (il Ritorno dei morti viventi 2, 1988) parte sfruttando il misterioso caso del triangolo delle Bermude, zona di svarioni elettromagnetici e inabissamenti, per poi deviare verso questa mirabolante faccenda dello spietato reparto speciale di SS morte e risorte. Il debutto del regista è più che discreto, tenendo soprattutto conto degli scarsi risultati degli anni successivi. Shock waves, nonostante la sua natura palesemente B, riesce nell’intendo di dare alla faccenda e ai suoi protagonisti negativi un’aria sinistra: le loro uscite dall’acqua con pelle livida e occhialoni neri ne fanno immediatamente delle icone horror (di seconda fila), quasi dei cenobiti che emergono dall’incubo al fastidiosissimo suono di un’acuta sirena d’allarme. Manca, però, un plot solido, tanto che la vulnerabilità degli zombi alla luce solare è sfruttata poco e male. La trama si riduce all’essenziale: gente che sta dove non dovrebbe e altri che vengono uccisi, con il risultato che buoni interpreti (John Carradine e Peter Cushing) non vengono sfruttati in tutte le loro potenzialità. Inoltre, la prima parte del film, quella preparatoria, è davvero troppo lenta; anche la seconda parte, entrati in scena i mortacci nazi, non si distingue per ritmi più dinamici ma, piuttosto, per l’assenza di effetti speciali decenti e situazioni originali. In ogni caso, il film regge grazie alla sua atmosfera avulsa da qualsiasi contesto, persa in un triangolo di spazio-tempo in cui s’incontrano, al contempo, nazisti, donne in costume da bagno e l’hammereggiante Cushing con tanto di foularino al collo. Sonnacchiosa e, al contempo, allucinata opera prima di Wiederhorn, l’Occhio nel triangolo è già da anni un piccolo cult.
TRIVIA
⟡ L’hotel in cui fu girato il film era il Biltmore in Florida, ai tempi chiuso per un periodo di due anni causa ristrutturazione. Il regista pagò 250 dollari per l’affitto della location. Due anni dopo, la ristrutturazione fu completata e ora il soggiorno nelle stanze parte da 250 dollari a notte.
⟡ Benché sembrino in numero maggiore, gli attori che vestirono i panni degli zombi erano otto.
⟡ Carradine e Cushing lavorarono entrambi quattro giorni ed entrambi incassarono 5000 dollari ognuno, 24.000 dollari se aggiornati al 2020.
⟡ Il negativo originale del film è scomparso da oltre 20 anni. Il riversamento per i DVD fu realizzato grazie a una copia personale posseduta dal regista.
Titolo originale
Shock Waves
Regista:
Ken Wiederhorn
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
USA
1975
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
