la Rabbia dei morti viventi
-
Voto:
Nella cittadina rurale di Valley Hills, la setta dei Figli e Figlie di Satana, capeggiata da Horace Bones (Bhaskar Roy Chowdhury), violenta Sylvia e droga con LSD suo padre. Il fratellino Pete (Riley Mills) si vendica offrendo ai membri della setta dei tortini nei quali ha iniettato sangue di cane rabbioso. I freakettoni satanisti, contagiati, faranno una carneficina.
LA RECE
Di morti viventi non ce ne sono, però il plot degli hippies rabbiosi non è poi malaccio per chi ama le pellicole grindhouse e un po' folli. Comunque, film inadattissimo al mainstream.
Brutto titolo italiano che tenta di capitalizzare sul successo de la Notte dei morti viventi (1968) senza premurarsi di notare che nel film non esistono zombi, pur cogliendo, per serendipità, l'essenza della pellicola. I drink your blood fu inizialmente pensato dal produttore Jerry Gross come un double-bill da distribuire insieme a I eat your skin, pellicola realizzata nel 1971 con il titolo Zombies e mai distribuita fino ad allora; quest'ultimo film non ottenne successo, mentre I drink your blood assurse a piccolo cult nel circuito grindhouse. Il film è un brutto ricalco della cronaca legata a Charles Manson e alla sua setta di sciamannati ma è anche una rivisitazione in chiave hippy-tossica di quelli che furono i temi portanti del capolavoro romeriano del ‘68. Come i morti viventi, gli hippy satanici sono una piaga sociale che colpisce l'America conservatrice, qui rappresentata dai villici, in maniera rabbiosa e casuale. Gli hippy, per come vengono rappresentati, incarnano diverse paure del tempo: la rivoluzione culturale, il sesso libero, l'uso di droghe e la violenza. Tuttavia, il film di Durston, malfatto, non rende per nulla chiara la dinamica sottostante e, anche per incapacità recitativa, nessun protagonista si può dire veramente piacevole. Ne risulta una pellicola confusa, a tratti simpaticamente delirante, ma anche parecchio noiosa che si riscatta solo in parte con un finale esplosivo nel quale gli hippy e alcuni operai danno completamente di matto; sarà il momento delle scene splatter realizzate con effetti parecchio scadenti. Divertente, invece, il fatto che i contagiati vengano allontanati con getti d'acqua: eh già, sono rabbiosi e quindi idrofobi! La messa in scena raffazzonata, i nudi, i dialoghi scadentissimi, i pessimi attori e l'energia finale fanno de la Rabbia dei morti viventi un curioso exploitation non del tutto invedibile, benché, pur guardandolo con occhio benevolo, non si può perdonare la lentezza d'esecuzione che impantana quasi tutto. Del regista Durston, già dalla fine degli anni '70, non se n'è più sentito parlare, mentre questo modello di film, con variazioni più o meno macroscopiche, ha moderne ramificazioni (Shrooms, 2006).
TRIVIA
⟡ Lo spaventoso volto della locandina, in origine, era parte del poster dell'horror britannico It! (1966).
⟡ Questo film è stato il primo nella storia a beccarsi un X-rating dall’MPAA solo per gli atti di violenza ritratta e non per fattori sessuali.
⟡ Il muscolare attore Chowdhury, negli anni '70, cadde da un palcoscenico mentre stava provando una parte teatrale e si ruppe la spina dorsale. Chowdhury rimase paralizzato a vita convertendo la sua carriera in quella di pittore, cosa che gli riuscì abbastanza bene. L’artista è morto il 4 agosto 2003.
Titolo originale
I Drink Your Blood
Regista:
David E. Durston
Durata, fotografia
83', colore
Paese:
USA
1970
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
