la Ragazza dal pigiama giallo
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Voto:
Su una spiaggia australiana viene trovato il cadavere di una donna sfigurata dalle fiamme. Nonostante sia in pensione, l'ispettore Thompson (Ray Milland) si mette sulle tracce del colpevole. Parallelamente, si seguono le tristi vicende affettive della cameriera Glenda (Dalila Di Lazzaro) che ha una vita sessuale abbastanza promiscua, tale da portare alla disperazione il povero Antonio Attolini (Michele Placido).
LA RECE
Giallo sui generis che parte da un vero e misterioso fatto di cronaca. Funziona bene il montaggio e la sorpresa finale, meno la scrottura dei personaggi. Film dimenticato, parzialmente recuperabile dagli appassionati di cinema bis.
Exploit nel nero per il commediografo Mogherini con una pellicola che ha l'aria di una grossa produzione in trasferta con tanto di attori internazionali, uno su tutti un vecchio Ray Milland che fu mandante nel superbo il Delitto perfetto (1954) di Alfred Hitchcock. Non solo. Ci sono anche i veterani del cinema di casa nostra: Mel Ferrer (l'Anticristo, 1974), Howard Ross (5 bambole per la luna d'agosto, 1970) e quel Michele Placido che non ha bisogno di presentazioni. L’idea alla base è intrigante. La Di Lazzaro racconta: “Lessi il copione, era una storia vera di un’emigrata. Fu un caso di cronaca accaduto a Sydney, un enigma. […] Trovarono questa donna sfigurata, irriconoscibile, aveva solo il corpo intatto. La misero in una teca e la esposero al pubblico per farla riconoscere. Lui ha preso da questa storia il disagio, la solitudine dell’emigrata, gli errori commessi per la malinconia, la scelta sbagliata degli uomini, gli sforzi per tirare avanti. […] Quando Flavio mi fece vedere le scene montate non mi piacque per nulla. Mi sembrava uno spaghetti thriller, invece io amavo i gialli alla Hitchcock. Successivamente mi sono ricreduta me lo immaginavo diverso, invece sbagliavo perché è un bel film” (Iachetti, 2017). Il risultato, ibrido, potrebbe disattendere le aspettative dei giallomani appassionati allo stile argentiano, dato che il film nicchia fra le scrupolose indagini dell'ispettore Thompson, ritenuto dai sui ex colleghi una scocciatura, e l'ottusità della polizia. Più pruriginosi i drammi erotico-relazionali della Di Lazzaro, i quali, tuttavia, assumono un vero significato a film quasi concluso. Per tutta la durata della pellicola, le due storie corrono parallele, giallo da una parte e dramma sociale con vaghi toni di denuncia rispetto alla condizione degli emigrati. Non si capisce perché ci dovremmo sorbire Michele Placido, novello Mimì metallurgico ferito nell'onore, e la Di Lazzaro che fa la leggera rendendosi insopportabile sia ai protagonisti sia allo spettatore. Poi, con un conclusivo colpo di coda di una certa raffinatezza, la cosa si chiarisce e salta fuori che la Ragazza dal pigiama giallo è, appunto, un giallo che tenta nuove strade narrative, di quelle che gli amanti di Tarantino conoscono bene. È proprio la struttura del film la cosa più riuscita, il gioco di mon-taggio, mentre le singole parti che lo compongono sono discutibili. Di culto il nudo integrale della Di Lazzaro che arriva a fare sesso con due uomini corpulenti e sudati mentre il nipote minorenne di quelli sta a guardare sotto shock. In una breve parte, compare anche Eugene Walter nella parte del gay Dorsey, attore che da quel de la Casa dalle finestre che ridono (1976) si ritrova ancora in un ruolo ambiguo. Lo score musicale è di Riz Ortolani ma il vero plus sono le canzoni interpretate da Amanda Lear, motivetti da club di scambisti che ammorbano qua e là lo svolgimento dei fatti. Non un brutto giallo, dopotutto, e, se siete un po' distratti, la soluzione dell'enigma potrebbe sorprendervi.
TRIVIA
⟡ Il caso di cronaca al quale il film fa riferimento è quello della “Pyjama Girl” che fu Florence Linda Agostini (1905-1934), inglese emigrata in Australia uccisa dal marito italiano Antonio Agostini, poi condannato a soli sei anni di carcere. Da notare che alcuni ricercatori dubitano di questa identità e quindi anche di quella del colpevole. Il corpo della donna venne rinvenuto su un tratto di strada ad Albury, New South Wales, con la testa avvolta in un asciugamano: l'avevano malmenata e le avevano sparato per poi cercare di bruciarne il copro. La donna indossava un pigiama di seta gialla con un drago cinese tessuto, un abbigliamento inusuale e lussuoso per un’immigrata del tempo. Dato che gli inquirenti non erano riusciti ad identificare la vittima, si decise bizzarramente di esporre pubblicamente il corpo presso la Sydney University Medical School, conservando il cadavere, fino al 1942, in un bagno di formalina. Agostini ammise di aver accidentalmente sparato alla moglie quando vivevano a Melbourne e, temendo di essere accusato di omicidio volontario, si sarebbe sbarazzato del corpo.
Regista:
Flavio Mogherini
Durata, fotografia
103', colore
Paese:
Italia, Spagna
1977
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
