Re-Animator 2
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Voto:
Dopo un prologo pressoché inutile che si svolge in Perù fra i guerriglieri antigovernativi, l'azione torna alla Miskatonic University, luogo in cui il dottor West (Jeffrey Combs) e l'amico Dan hanno ripreso a fare i loro esperimenti di rianimazione. Dan, ormai stanco, è mosso solo dalla prospettiva di riportare in vita l'amata persa nell'episodio precedente. La testa del dottor Hill (David Gale), tuttavia, si rianima, con tanto di ali di pipistrello attaccate, e raggruppa un team di minacciosi rianimati.
LA RECE
In mano a Yuzna, l'immaginario lovecraftiano che decostruisce il mito frankensteiniano si fa ancora più grottesco e audace; pur privo della compattezza narrativa del primo film, questo si configura come un affascinante esercizio di eccesso visivo.
Questa volta, il mad doctor West è molto più Frankenstein di prima, non solo nel discorsone finale ma anche per il rimando a la Moglie di Frankenstein (1935). Peccato, però, che questo secondo capitolo non aggiunga nulla al precedente Re-Animator (1985). Yuzna abbandona la linearità del primo capitolo per abbracciare una struttura più episodica e frammentaria, un collage di scene grand-guignolesche che privilegiano l'impatto visivo sulla coesione narrativa. Il film parte in sordina, lento e con dialoghi sparuti come se lo sceneggiatore faticasse a scrivere. Poi, lo splatter e le trovate bizzarre prendono il sopravvento e l'oretta e mezza scorre via simpatica e sanguinolenta. I momenti comici non sono esilaranti e s'incentrano più che altro sugli sguardi allucinati di West e sui battibecchi fra il poliziotto e la moglie, entrambi rianimati in preda alla gelosia. A proposito di West, questo sembra passare da scienziato ossessionato a figura quasi demiurgica, il cui desiderio di controllo sulla vita e sulla morte assume connotazioni esplicitamente erotiche e voyeuristiche. Il film dialoga intertestualmente non solo con il suo predecessore, ma anche con Society (1989) dello stesso Yuzna, condividendone l'approccio al body horror e l'utilizzo degli effetti speciali pratici di Screaming Mad George, che qui raggiungono vette di creatività surreale raramente eguagliate nel cinema horror dell'epoca: abbiamo “cinque dita & un occhio” che scorrazza in salotto come Mano della Famiglia Addams; poi, un piede-mano, un cane-braccio e qualche altra creatura che cela i propri difetti di fabbricazione grazie ai giochi di luce. La donna rianimata, che veste come la creatura del succitato film del ‘35, mette una grande tristezza che quasi stona con il buffo delirio che ha luogo tutto intorno. D'altra parte, su questa rianimata, qualcuno (Steven Jay Schneider nel suo "Horror Film and Psychoanalysis: Freud's Worst Nightmare", 2004) ha voluto cogliere uno spunto psicologicamente dotto: la creazione artificiale di un corpo femminile idealizzato – la "sposa" del titolo – assemblata con parti anatomiche di diverse donne, sarebbe un perturbante collage di membra che rappresenta la frammentazione dello sguardo maschile sull'oggetto del desiderio. Film che l'appassionato di horror deve vedere; il mainstream può passare oltre. Seguito da Beyond Re-Animator (2003).
TRIVIA
⟡ Quando West suggerisce che il rumore proveniente dal suo laboratorio sia prodotto da topi nel muro, si fa riferimento al Lovecraft di “Topi nel muro” (1923) pubblicato la prima volta in “Weird Tales” (1924).
Titolo originale
Bride of Re-Animator
Regista:
Brian Yuzna
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
USA
1990
Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
