Rosso sangue
-
Voto:
Un prete (Edmund Purdom) cerca di catturare Mikos (George Eastman, aka Luigi Montefiori) uomo grande, grosso e spietato che pare essere immortale. Mikos andrà dritto in una casa abitata da una ragazzina disabile (Katya Berger), suo fratello e la babysitter (Annie Belle). Là, il gigante darà sfogo alla sua voglia di sangue.
LA RECE
In una certa continuità con Antropophagus e nell'alveo dello slasher carpenteriano ma il tutto tagliato a fette spesse come si conviene al cinema di Joe. Abbastanza violento.
Tentativo non del tutto riuscito di fare il verso ad Antropophagus (1980) o, meglio, di doppiarne il successo recuperandone atmosfere malate e brutalità splatter, oltre che far nuovamente recitare il nerboruto Montefiori: non è un caso che Mikos compaia sulle prime con le budella di fuori esattamente come appariva Eastman alla fine del film dell’80. Qui, però, manca del tutto l'elemento cannibal, e Massaccesi e Montefiori (quest'ultimo curò anche soggetto e sceneggiatura), subodorando la tendenza slasher inaugurata da Halloween (1978), danno al killer di Rosso sangue la cifra dell’assassino slasher con il dono della rigenerazione, affiancato da un Edmund Purdom, un po’ sotto tono, che gioca nel ruolo che in Halloween era stato di Pleasence. Il risultato non è comparabile con il lavoro di Carpenter perché, manco a dirlo, l'approccio di Massaccesi è quello dell'horror all’amatriciana. Inoltre, Rosso sangue risulta avere meno vis dello stesso Antropophagus, film casereccio ma anche molto energico e divertente nel giocare con l'eccesso. Poco coerente e poco comprensibile nelle premesse, così come nello svolgimento, Rosso Sangue è, tuttavia, per l’appassionato, un divertente susseguirsi di quadretti sanguinosi nei quali il killer declina la sua creatività omicida. Così, un'infermiera patisce una trapanata nel cervello, a un uomo viene segata la testa, un’altra si becca un piccone nel cranio – qui, picco trash per l'espressione regalataci dall'attrice Cindy Leadbetter - e la graziosa Annie Belle finisce con la testa nel forno in una sequenza di morte particolarmente lunga. Il film viene arricchito dall'elemento umano veicolato dalla giovane Katya Berger, figlia del regista William Berger, la quale, nei panni di una final-girl disabile, saprà trovare la forza di affrontare la minaccia rappresentata da Mikos Stenopolis ed eradicarla in maniera brutale, secondo il paradigma nietzschiano della permeabilità al male. Rosso sangue, comunque, è ben distante da profonde considerazioni e la sua natura è ben più pragmatica che artistica. Di fatto, conclusa la pellicola, nella mente dello spettatore balena l'idea di aver visto l'ennesimo horror che non lascia segno, specularmente alla struttura del film che accatasta l'una dopo l'altra situazioni sanguinose senza coerenza e senza lo sforzo di dare agli elementi del puzzle un senso d'insieme. Anche così, però, per l'oretta e mezza che dura, Rosso sangue si lascia vedere per l'iperbole violenta e la tensione claustrofobica espressa nella seconda parte. Il musicista Carlo Maria Cordio, nel comporre lo score, cerca di imitare i Goblin ma gli dice male.
TRIVIA
Aristide “Joe D’Amato” Massaccesi (1936-1999) dixit: “L'ultimo, sempre l'ultimo. Ogni volta che faccio un film è un po' meglio del precedente. Non sono giovane ma sono un entusiasta. Sono fortunato perché sono stato in grado di fare qualsiasi film che ho voluto: film di guerra, thriller, horror e persino porno. Non ho avuto film in testa che io non sia stato in grado di realizzare” (IMDb.com).
⟡ Il film è stato girato a Manziana, paesino nei pressi del lago di Bracciano.
⟡ È uno dei film inseriti fra i video nasties dalla censura inglese.
⟡ Il regista Michele Soavi (Deliria, 1987) compare nel ruolo di un motociclista.
⟡ Il titolo di produzione era la Porta dell’oltretomba.
Regista:
Peter Newton [Aristide Massaccesi]
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Italia
1981
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
