Scream VI

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Voto:

Siamo in una saga, ormai è chiaro e, se non lo fosse, ci viene chiarito dai giovani protagonisti. Tutti sono sacrificabili, nessuno è al sicuro, eccetera eccetera con le altre regole che è sempre bello sentirsi ripetere allo sfinimento per vedere se davvero noi spettatori si sia dei fan preparati. Tutto ciò mentre le due sorelle Carpenter, Sam, notevole psicotica, (Melissa Barrera) e Tara (Jenna Ortega), si sono trasferite a New York per ricominciare una nuova vita; ma, come atteso, Ghostface non dà tregua. Io, ormai, sarà per l'età, ma fatico a districarmi nell'albero genealogico di questo franchise, con i figli di quella, la mamma alcolizzata di quell'altra, il tipo che era morto venti anni prima e così via. Poi, oltretutto, qui non c'è Neve Campbell e, quindi la mia attenzione cala drasticamente. Piace, invece, che gli omicidi siano più energici e violenti in modo da offrire allo spettatore dell'horror e non solo del meta-horror o, peggio, delle discussioni sull'horror. Curiosa la "frammentazione" del killer che viene rappresentato da più assassini; in pratica, una comunità che si fa portavoce dell'atto traumatico, anzi, fa più che esserne portavoce: lo subisce e lo perpetua (confronta con Halloween Kills, 2021). Per alcuni, poi, la moltiplicazione del killer mascherato diventa rappresentazione visiva dell'ansia sociale post-pandemica. Ma, al di là delle profonde riflessioni e le elucubrazioni sulla paura cinematografica nell'era della saturazione mediatica, problemi moderni divenuti già vecchi, piace che il film riesca a somministrare quei due o tre momenti incisivi, anche se non memorabili, che ci ricordano che si è in un horror slasher, meta- o non-meta che sia. Scena clou, la scala posta fra le due finestre e la sfortunata ragazza che vi transita. Ma anche il primo omicidio della splendida Samara Weaving (Finché morte non ci separi, 2019) non è male. La saga, oltretutto, si conferma come una delle più nevrotiche e bacchettone fra quelle slasher, forse perché troppo occupata ad insegnare e meno al fare e, certamente, molto più occupata a parlare di sesso che a farlo. Abituati come eravamo ad episodi come quello offerto da Venerdì 13 parte 2, (1981) con la spettacolare punizione degli amanti fallicamente trafitti nel letto, abbiamo qui, invece, la povera Ortega che cerca di trafficare con Frankie lo Stuprafemmine, nick di livello che spiega agilmente l'entusiasmo della giovane, ma viene trattenuta dalla sorella e catechizzata dall'amico interessato per poi trovarsi sul bordo del letto a compiere un mea culpa. Pure. Un sacco di chiacchiere, zero sesso e metà del cast che è il killer. Auguri.


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Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di basso livello

Titolo originale

Id.

Regista:

Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett

Durata, fotografia

97', colore

Paese:

Germania Ovest

Anno

1959

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0