lo Sguardo che uccide

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In cerca della verità sulla morte del proprio figlio e della fidanzata di quello, Jules Heitz (Michael Goodliffe) arriva al villaggio di Vandorf scontradosi subito con il rifiuto del medico del paese, Namaroff (Peter Cushing), che non vuole mostragli le salme. Heitz troverà la morte nel castello di Borski che sembra essere abitato da una gorgone, la quale, con lo sguardo, trasforma le persone in pietra. Le indagini proseguono grazie al professor Karl Mesiter (Christopher Lee) convinto che una gorgone abbia assunto forma umana e che emerga col suo vero aspetto solo nei giorni di luna piena.

LA RECE

Un gioiellino sottovalutato della Hammer che trasforma Medusa in una elegante metafora dell'istinto contro la ragione. Peccato per i serpenti di gomma che hanno fatto ridere più di quanto abbiano terrorizzato. Da riscoprire.

Film della Hammer poco noto e, sovente, sottostimato a causa della discutibile qualità degli effetti speciali, nondimeno un buon horror d'antan che meriterebbe il recupero da parte degli appassionati di horror. Sfruttati a dovere i classici, dopo la Maschera di Frankenstein (1957) e Dracula il vampiro (1958), la casa di produzione inglese andò in cerca di mostri cinematografici un po' più originali, sperando che si potessero trasformare in nuovi classici del genere. Non fu il caso della Megera di questo film, forse per la parrucca di serpenti di gomma o forse perché, invece di Megera, avrebbero dovuto chiamarla Medusa, evitandosi, in primo luogo, un grossolano errore di ordine letterario-mitologico, cosa che però vale solo per la versione italiana. A parte questi trascurabili difetti, lo Sguardo che uccide risulta esse re un film più che discreto, soprattutto per opera del dotatissimo regista Fisher che della Hammer è stato il vero creatore sul piano artistico. Il film è esteticamente bello e i set, in particolar modo, sono di un'eleganza quasi ineccepibile. Molte riprese dimostrano un attento lavoro atto a creare una sinistra atmosfera, senza cercare la strada più semplice; il massimo risultato emerge nel castello Borski a metà fra il gotico e lo stile classico. Il film è pieno di sfondi e di colori e non avrebbe reso lo stesso effetto in bianco e nero: anche la scena finale è sontuosa nonostante i grossolani effetti speciali abbiano scatenato l'ilarità degli spettatori. A differenza di molti altri film della Hammer che hanno viaggiato su trame strutturate e rigide, the Gorgon lascia intravedere sub-plot affascinanti anche se mai troppo palesati: ad esempio, nella storia si viene a creare un triangolo fra Paul Heitz, il dottor Namaroff e Carla Hoffman. Anche i ruoli che vengono assegnati a Cushing e Lee rappresentano un'inversione rispetto a ciò che classicamente era dato di vedere nei film Hammer: in questo film, infatti, Christopher Lee ha il ruolo dell'uomo saggio e ortodosso mentre Cushing indossa panni ambigui. Tornano, invece, alcune tematiche care alla Hammer, quali la lotta contro la superstizione affrontata dalla ragione e dalla scienza. Per non parlare, poi, del valore psicologico di una donna che trasforma in pietra con lo sguardo e, incarnando la prevalsa dell'istinto sulla ragione, appare, novella Lilith, solo nelle notti di luna piena. La Hammer, tuttavia, non aspirava a sottili letture ma solo a produrre un film che si rivelasse un successo al botteghino. Lo Sguardo che uccide, però, fu accolto senza troppo entusiasmo. Dispiace.

TRIVIA

Condivisibile l'idea di Christopher Lee: "È un film esteticamente bellissimo ma quest'ultima cosa finì in secondo piano poiché l'effetto dei serpenti sulla testa di Gorgone non fu realizzato abbastanza bene per il climax del film. Non è una pellicola memorabile ma avrebbe potuto essere eccezionale" (Pohle, Hart, Lee; 1983).

⟡ All'inizio del film si dice che i fatti hanno luogo nel castello Borski, presso il villaggio di Vandorf, senza però dire in che Stato si trovi questo villaggio. Più avanti nel film, alcune scritte, le divise dei poliziotti e altri particolari fanno supporre che il castello si trovi in Germania o in Austria. Il film, comunque sia, fu girato ai Bray Studios (Down Piace, Oakley Green, Berkshire, UK).

⟡ La parrucca con i serpenti veniva mossa da cinque fili attaccati a una scatola manovrata dall'effettista che stava 8 metri dietro l'attrice.

⟡ Lo studio del dottor Namaroff è lo stesso visibile nel film la Rivolta di Frankenstein (1964) ma riarredato.

⟡ L'attrice Barbara Shelley, qui nei panni dell'eroina posseduta dallo spirito di Megera, suggerì al produttore Keys di creare una parrucca con serpentelli verdi legati per dare un effetto più realistico. L'idea della donna fu scartata per problemi di budget e tempi realizzativi. Quando Keys vide, a film finito, il meno che modesto effetto speciale della parrucca con i serpenti di gomma, disse alla Shelley che avrebbe dovuto seguire il suo consiglio. Relativamente a ciò, Christopher Lee ebbe a dire: "L'unica cosa che non va ne la Gorgone è la gorgone!".

⟡ Il nome della gorgone nel film è Megera che, però, nel mito greco sarebbe una delle Erinni, mostruose divinità della vendetta. Esiodo ci dice che le gorgoni erano: Steno, Euriale e Medusa.

⟡ Prudence Hyman per poco non venne davvero decapitata durante la produzione del film. Le si era detto di girarsi quando Christopher Lee avesse vibrato il colpo ma l'attrice se ne dimenticò e l'assistente alla regia fece un balzo spingendo la Hyman giusto in tempo per evitare il colpo di spada. La scena venne rifatta con un manichino.

Titolo originale

The Gorgon

Regista:

Terence Fisher

Durata, fotografia

83', colore

Paese:

UK

Anno

1964

Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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