Shark - Il Primo Squalo
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Voto:
L'esperto sommozzatore Jonas Taylor (Jason Statham) si era imbattuto in un pericolo sconosciuto nei recessi inesplorati della Fossa delle Marianne; l'incontro causò una tragedia che ha pesato per anni sulla coscienza dell'uomo e lo ha allontanato dal servizio. Quando, però, un sommergibile finirà sul fondo dell'oceano, con a bordo la sua ex moglie, Jonas riceverà la chiamata alla redenzione. Il sommozzatore eroe deve tornare a rischiare la propria vita, e quella di coloro che sono intrappolati sotto di lui, anche per tornare a trovarsi faccia a faccia con il Megalodonte, il più grande predatore marino mai esistito.
LA RECE
Blockbuster sino-americano che mescola Jaws e il cinema kaiju per punire l'hybris scientifica. Turteltaub confeziona intrattenimento dinamico con effetti ILM di qualità, trasformando il disaster movie in atto di diplomazia cinematografica tra Oriente e Occidente. Un popcorn-horror efficace che eleva - o declassa - Statham da eroe d'azione a sommozzatore traumatizzato.
All’ombra di papà lo Squalo (1975), però sui binari della lezione post-moderna di Godzilla, cioè: “size matters”. Qui non basta più un pesce normale, ché poi a fargli male si pongono anche problemi etici, ma si rianimano vecchie glorie preistoriche, i megalodonti, quegli animali abnormi fra le cui fauci fossilizzate i vecchi paleontologi buontemponi ci si facevano la foto di gruppo. In fondo (al mar), che ne sappiamo davvero della roba assurda che c’è nello sprofondo delle fosse oceaniche? Alieni, megalodonti, sirene, kraken, calamari giganti… No, be’, questi ci sono davvero, mannaggia a ‘li pescetti! Ad ogni modo, a risolvere le libidini di Poseidone ci pensa Jason Statham che, oltretutto, è stato un tuffatore agonista, partecipando alle prove olimpiche nel 1985. La Di Bonaventura Pictures (un’associata alla Paramount fondata da un italoamericano fuoriuscito dalla Warner) e la Flagship Entertainment cinese pensano che sia arrivato il momento di innalzare l’eroe d’azione Jason al ruolo di espertissimo sommozzatore traumatizzato, costretto al confronto con i propri sensi di colpa e con l'archetipo del mostro primordiale. Il tutto su base letteraria: “Meg” di Steve Alten. Come in questi casi, cioè in quelli in cui si costruiscono dei mega luoghi sottomarini di ricerca, c’è di mezzo l’hybris scientifica. Qui, però, con una quota di assurdità in più, perché il finanziatore avrebbe tirato fuori la bellezza di 1 miliardo e 300 milioni di dollari prima - ripeto, prima! - di avere qualsiasi prova che le ipotesi scientifiche dello scienziato cinese avessero il ben che minimo riscontro; cioè, si scoprirà se le ipotesi erano corrette nel tempo dello svolgimento del film! Eccezionale. Mi immagino le riunioni preliminari di ricerca fondi e pianificazione progetto lasciate alle cure delle scimmie urlatrici. Interessante anche l’immagine, ormai cliché, del magnate che veste come me (cioè, come un eterno ventenne), ha un’attitudine confidenziale da amicone, un qualche tipo di afflato tecno-utopico-avveniristico, e che, in realtà, cova un’amoralità pericolosa. In pratica una distillato di Steve Jobs, Elon Musk ed Hank Scorpio, il magnate supercriminale della puntata dei Simpson "Ti muovi solo due volte" (S8,E2). La confezione, comunque, è quella delle grandi occasioni, con tanto di dovuta quota d’attenzione alla comunità cinese, fra attori (Bingbing Li di fascino inarrivabile) e popolazione al bagno. Turteltaub, reduce dalla trilogia iniziata con il Mistero dei Templari (2004) gestisce bene l’alto mare, sotto e sopra, tanto più che le correzioni estetiche vengono poste dall'Industrial Light & Magic, comunicando apertamente con il film del ‘75 ma anche con Deep Rising - Presenze dal profondo (1998) e l’universo del cinema kaiju nipponico. La sequenza finale sulla spiaggia di Sanya è il dovuto inchino alle convenzioni del disaster movie. Al di là della spettacolarità del popcorn-horror, buonino anche per una prima serata, la dimensione sino-americana del film, il suo valore di atto “diplomatico” compiuto attraverso lo strumento visivo, sorprende positivamente gli occhi di chi ha visto il divenire cinematografico attraverso i decenni. In nova fert animus mutatas dicere formas corpora (Cit.). E, comunque sia, adesso tutti sappiamo cosa significa il termine “termoclìno”. Seguirà Shark 2 - L'abisso (2023) che si allontana dal clima horror, rianima la cifra punisher di Jason Statham e sposta tutto su un linguaggio action-thriller.
TRIVIA
Jonathan Charles Turteltaub (1963) dixit: “Nei film d'avventura, il pericolo è più importante della violenza. E credo che l'appagamento dei desideri giochi a favore. Per gli adulti, un buon film d'avventura può davvero attingere alle passioni dell'infanzia.” (IMDb.com).
⟡ Come e perché ci siano megalodonti, che si ritiene fossero predatori di acque poco profonde, in una fossa marina non viene mai spiegato nel film. Il romanzo, invece, ci fa sapere che i megalodonti si sono adattati a vivere in ambienti più profondi, migrando verso le bocche idrotermali riscaldate per sfuggire alle ere glaciali, acquisendo, nel corso dei millenni, un metabolismo più lento e perdendo la pigmentazione della pelle.
⟡ Il ragazzino sulla spiaggia di Sanya che implora la madre di poter fare il bagno è un chiaro omaggio a lo Squalo. La madre indossa un costume da bagno simile a quello della madre di Alex Kintner, la seconda vittima, nel film originale.
⟡ Eli Roth era stato scritturato come regista prima di essere sostituito da Jon Turteltaub. Roth se n'è andato a causa di divergenze creative con lo studio, in particolare perché voleva che il film mantenesse il rating R e un budget di 150 milioni di dollari. Si diceva anche che Roth, oltre a scrivere e dirigere, volesse anche interpretare il ruolo principale di Jonas, ma lo studio riteneva che non avesse presa sul pubblico.
⟡ Nel 1997, quando il libro di Steve Alten fu pubblicato per la prima volta, la Disney acquistò i diritti cinematografici per quasi un milione di dollari. Il progetto, però, fu messo in discussione dopo che la Disney si è spaventata per la concorrenza con Blu profondo (1999). Steve Alten, frustrato dallo scarso decisionismo della major, scrisse una propria bozza che mostrò a Nick Nunziata, il quale la consegnò a Guillermo del Toro, questi la portò a Lawrence Gordon e Lloyd Levin che coinvolsero Jan De Bont, per poi finire definitivamente nelle mani di Eli Roth.
⟡ Le sequenze acquatiche sono state girate in due vasche costruite a Kumeu, in Nuova Zelanda. Una era relativamente poco profonda ma con un'ampia superficie e conteneva un alto schermo verde di 200 piedi su un lato per le riprese della superficie dell'acqua. La seconda vasca, più piccola e profonda, era circolare e coperta da un tetto "blue sky" e rivestita con un liner blu da piscina. "Questa vasca serviva per le riprese d'azione subacquee, come quando Jonas combatte contro Meg sott'acqua nel terzo atto del film", spiega Adrian De Wet.
⟡ Il film ha superato lo Squalo come film sugli squali di maggior incasso a livello mondiale. Tuttavia, il film del '75 rimane il film di maggior incasso a livello statunitense.
⟡ Con un budget di produzione tra i 130 e i 178 milioni di dollari e un budget di marketing di 140 milioni di dollari, il film avrebbe dovuto incassare più di 300 milioni di dollari solo per andare in pareggio. Ne ha incassati, in tutto il mondo, 529 milioni.
⟡ Il cane che rischiava di essere mangiato saltando giù dallo yacth si chiama Pippin. Nel film del '75, il cane che viene mangiato mentre nuota per andare a prendere un bastone si chiama Pippit.
Fast rating
Titolo originale
The Meg
Regista:
Jon Turteltaub
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA, Cina
2018
Scritto da Exxagon nell'agosto 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0