Shark: Rosso nell'Oceano

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Voto:

Un plotone di cineasti e sceneggiatori si riuniscono per tirare fuori dal cilindro l’ennesimo horror marittimo: Luigi Cozzi, Luciano Martino, Sergio Martino, Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino, Dardano Sacchetti, Hervé Piccini; pure Bava che si firma John Old Jr. in onore di suo padre Mario che si firmava John Old. Come sia possibile che da questo think tank emerga il plot di Shark - Rosso nell’oceano rimane un mistero, visto che si tratta di una zuppa di pesce fatta con lo Squalo (1975), fonte della quasi totalità dei film che presentano minacce marittime e, di Tentacoli (1977), con un mostro marino poliposo capace di cose favolose perché prodotto genetico utile a permettere ai ricchi di diventare ancora più ricchi. I soldi, però, sono quelli dei personaggi della narrazione, non dei produttori del film che misero a disposizione un budget non esaltante che non consentì di costruire un mostro credibile, il quale, quindi, si vede poco e male ma, per quel che mi è parso capire, dovrebbe essere una creatura pesciforme con bocca da piranha o con becco da polpo, e con tentacoli. A motivo della pochezza del budget e dell’impossibilità di mettere in opera un film dalla sceneggiatura complessa e dall'effettistica di pregio, Bava pensò, saggiamente, di virare tutto sul giallo, materia ben nota qui da noi. Interessante, piuttosto, il cast che vede riuniti Michael Sopkiw e Valentine Monnier dopo le fatiche di 2019 - Dopo la caduta di New York (1983), lei bellezza algida, ma la vera bellezza di rilievo è quella di Iris Peynado che aveva esordito con Attila flagello di Dio (1982) e che qui deve combattersi le attenzioni del gagliardo Sopkiw-Peter ponendo domande eccellenti: “Sandra, se pensi che faccia questo perché Stella ha un grazioso sederino, allora c’hai azzeccato in pieno” “Ti dispiace dirmi cos’è che non va nel mio?”. Per rispondere, Peter dovrà per forza controllare anche il sedere di Sandra. Storia non scontata ma che giunge a noia nella seconda parte che dovrebbe garantire più sostanza (leggasi splatter e horror) ma che, invece, langue rifacendosi ai classici meccanismi del mostro e dei suoi opponenti. Il pubblico italiano, affezionato all’artigianato del nostro cinema bis, chiude un occhio e dice che Shark: rosso nell’oceano è, dopotutto, godibile, ma si tratta soprattutto della voce del cuore perché un occhio distaccato non può che non notare la pochezza dell'operazione che, oltretutto, non sta invecchiando bene. Ventisei anni dopo, quel trafficone di Roger Corman produce Sharktopus che, di fatto, è un remake di questa pellicola baviana.


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Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di medio livello

Regista:

John Old Jr. [Lamberto Bava]

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

Italia, Francia

Anno

1984

Scritto da Exxagon nell'agosto 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0