Sinfonia di morte
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Voto:
Michael Conrad (Michael Gough) dirige uno zoo privato pieno di fiere con l'aiuto dell'assistente muto Cari (Rod Lauren) e la moglie Edna (Jeanne Cooper). Chi gli si oppone o cerca di prevaricarlo viene fatto uccidere da Conrad che sembra controllare con grande abilità l'istinto delle belve.
LA RECE
Terzo round del duo Gough-Cohen: dopo musei neri e gorilla giganti, Michael Gough torna pazzo di classe usando felini assassini con flemma tutta britannica. Il '63 regala echi poeiani, violenza domestica ante litteram e l'overacting magistrale di Gough. Non per tutti ma non privo di valore.
Terza collaborazione consecutiva tra l'attore inglese Michael Gough e il produttore americano Herman Cohen della Allied Artists Pictures dopo gli Orrori del museo nero (1959) e il risibile Konga - Terrore su Londra (1961), entrambe pellicole in cui Gough vestiva i panni del folle che costruisce brutali vendette contro gli oppositori utilizzando persone o animali. Il titolo originale lascia intendere chiaramente che ancora di animali si tratti e, infatti, Conrad è amante delle fiere e nemico degli uomini, pronto a liquidare ogni oppositore mantenendo un aplomb britannico. Britannica anche la rigida regia del televisivo Gordon; nella particolare sequenza del funerale della tigre, fra lapidi e musica magniloquente, paiono echeggiare i film di Corman tratti da Poe nei quali la fotografia era curata da Floyd Crosby che, non a caso, è anche il direttore della fotografia di Black zoo. Di Poe sembra anche avvertirsi la firma nel soggetto del film, benché non accreditato, giacché Sinfonia di morte somiglia a un'espansione di "Murders in the Rue Morgue". Per essere un film horror, ed essere del '63, Sinfonia di morte sembra azzardare anche l'analisi, tuttavia non approfondita, della violenza domestica e delle dinamiche di una coppia in cui l'uomo cerca di controllare la casa e le persone che la abitano. La narrazione, non troppo originale nel suo divenire, con la successione di eventi omicidari perpetrati dai felini, è comunque sufficientemente accattivante e l'interpretazione di Gough, sempre tendente all'overacting, tiene alti i toni in direzione di un finale che rivela i motivi del mutismo dell'assistente Carl, ridisegnando la prospettiva con cui si è guardata la storia del ragazzo. Meno interessante il sub-plot della setta degli adoratori della tigre che, tuttavia, dà alla pellicola una cifra esoterica ai tempi apprezzata. Non un film fondamentale ma con potenzialità tuttora percepibili.
TRIVIA
⟡ Chi voglia approfondire la triste sorte dell'attore Rod Lauren, protagonista del film, può leggere la sezione Falling Stars dedicata a lui.
Titolo originale
Black Zoo
Regista:
Robert Gordon
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA
1963
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
