gli Spettri del Capitano Clegg
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XVII secolo, la Corona inglese sospetta, a buona ragione, che nel villaggio di Dymchurch si nascondano dei trafficoni e, quindi, manda il capitano Collier (Patrick Allen) ad indagare. Il fantasma della palude mette i bastoni fra le ruote; inoltre, il vicario del posto, il dottor Blyss (Peter Cushing), non è propriamente l'uomo di Dio che sembra.
LA RECE
Remake hammeriano che trasforma un remake piratesco in un melodramma rurale con Peter Cushing nei panni di un vicario dalla parrucca sospetta che nasconde traffici di contrabbando dietro fantasmi di palude, come un Pirati dei Caraibi gotico ante litteram ma senza budget.
Remake storico della Hammer prima maniera del film Doctor Syn (1937), a propria volta adattamento per il grande schermo di una novella di Russell Thorndike: "Dr Syn", come dire Dott. Peccato; fra l'altro, nel '62 uscì anche un altro adattamento, questa volta della Disney. Gli Spettri del capitano Clegg è un film a tema piratesco, di quelli, insomma, che prima dell'avvento de la Maledizione della prima luna (2003) andavano malissimo al botteghino; questo non fece eccezione e, fra gli horror della Hammer, si tratta di uno fra i meno visti. Il regista televisivo Scott, tenendo a bada il melodramma che aleggia più inquietante dei fantasmi, rende abbastanza accattivante il tema del contrabbando di alcolici coperto sfruttando la paura popolare. Si fa, se non altro, buon uso degli ambienti rurali inglesi e il film ha, rispetto ad altre produzioni Hammer, il pregio di non apparire relegato a un artefatto teatro di posa. Al centro della faccenda, il sornione Peter Cushing che appare sulle prime con un completino da vicario e una parrucca che lo fanno somigliare una brava zia di provincia. A parte l'aspetto, però, Cushing si cimenta in una delle sue più vivide caratterizzazioni anche perché il personaggio che interpreta è subdolamente ambiguo; manca, tuttavia, una storia davvero accattivante per fare del suo Blyss un soggetto indimenticabile. Nei panni della coppia che veicola il necessario melodramma romantico, Yvonne Romain e lo scatenato Oliver Reed, ancora insieme dopo l'Implacabile condanna (1961); meglio là che qua. Si distingue per portata trash l'anglo-indiano Miiton Reid (Frustrazione, 1972) qui in tenuta da Tor Johnson (Plan 9 from outer space, 1958) nei panni del Mulatto, la vera minaccia del film, sebbene non molto horror. Come non molto orrorifici sono, d'altronde, gli unici due o tre momenti gotici relativi all'apparizione dei fantasmi della palude. Blando il mystery che regge la faccenda: una matassina che il buon capitano Collier impiega un intero film a sbrogliare, mentre allo spettatore basta leggere i nomi nel cast. Comunque, film per nulla sgradevole se amate l'old school.
TRIVIA
Peter Graham Scott (1923-2007) dixit: "Lavorare con Peter Cushing fu stimolantissimo. Peter non recitava una frase o faceva un gesto sul quale non avesse riflettuto profondamente. Quando avevamo dei disaccordi eravamo anche sempre capaci di trovare un amichevole compromesso. Peter fu un attore di grande fascino, capacità e intelligenza, sottostimato finché fu in vita" (Gullo, 2004).
⟡ Per evitare dispute legali con la Disney che stava producendo anch'essa una riduzione cinematografica del romanzo di Thorndike, la Hammer preferì cambiare il nome del protagonista che, quindi, venne ribattezzato reverendo Blyss al posto di Dr. Syn, come riporta la novella originale.
⟡ Cushing ha anche messo mano alla sceneggiatura ma non è stato accreditato per questo ruolo.
Titolo originale
Captain Clegg
Regista:
Peter Graham Scott
Durata, fotografia
80', colore
Paese:
UK
1962
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
