Stridulum
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Voto:
La piccola Katy (Paige Conner), discendente del dittatore intergalattico Satin, con l'aiuto di una setta satanica, vorrebbe che sua madre Barbara (]oanne Nail) partorisse il figlio del Maligno ma Jerzy (]ohn Huston), messaggero del Bene, si frappone.
LA RECE
Fantahorror che vede bambini telepatici rapiti da alieni, mix di paranoia-movie, santanico, lisergico ed altro. Film confuso che alterna momenti suggestivi a derive ridicole senza trovare alcun equilibrio. Cast stellare sprecato.
Accozzaglia di generi, di attori in disarmo, di citazioni cinematografiche e delirio di originalità ma incapacità a declinarla con decoro, irretendo gli occhi di alcuni con sperimentalismi visivi che qualcosa di grande dovranno pure dire, sennò peste vi colga. Stridulum si configura come il rigurgito fine anni '70, ma con un aspetto stranamente Eighty, della ricca aneddotica cinematografica riguardante Satana e i suoi accoliti ma, qui, riletto in chiave cosmica. Innegabile che la gravidanza satanica di Barbara sia stata ispirata da Rosemary's baby (1968), che la sboccata Katy sia una copia di Regan de l'Esorcista (1973) e che l'organizzazione affiliata al Maligno venga da il Presagio (1976). Stridulum, a differenza dei comuni possession-movie, compie un ulteriore passo avanti verso il folklore ufologico in debito con quell'Incontri ravvicinati del terzo tipo che, solo un anno prima, aveva fatto faville al botteghino. Il risultato, tuttavia, è un macello logico recitato da volti noti che non si capisce come e perché abbiano accettato di farsi ingabbiare da un progetto che vede, per dirne una, Franco Nero con la parrucca bionda nei panni di Gesù Cristo. Cinema weird, quello sì, con il suddetto Franco Nero che narra favole a una platea di bambini rasati, e John Huston vestito di mantella stile Giovanni Battista in predicazione. Seguiranno Glenn Ford attaccato da un volatile fintissimo e Lance Henriksen aggredito da un piccione che pare di cioccolata (piumati rimandi hitcockiani), più comparsata del regista Sam Peckinpah, una parte per Mel Ferrer e una particina anche per Shelley Winters. Il cast è quasi da Oscar ma il risultato è inconcludente se non delirante, con tocchi mistico-lisergici che non hanno nessuna relazione con la storia. Non è ben chiaro il fine di una produzione del genere, se non il tentativo di capitalizzare su una serie di correnti cinematografiche che avevano dimostrato successo al botteghino. La storia scritta da Assonitis e Paradisi risulta comprensibile so lo a loro che, oltretutto, sul set ebbero dei dissapori, e Assonitis concluse da solo il lavoro iniziato dal primo. Con tutta la buona volontà di sforzarsi di vedere in Stridulm un tentativo originale di fare horror (notare la sottigliezza di non parlare di Satana ma di Satin o Zatin) non si riesce a leggere altro che la mossa poco elegante di rubacchiare idee qua e là, cercando di rivenderle in un pessimo nuovo incarto che qualcuno potesse percepire come colto in quanto bizzarro e arty. Il film patì meritatamente un insuccesso nelle sale; il pubblico non si dimostrò così stupido da sorbirsi piccioni di cioccolato e vecchie glorie che smanacciano al cielo con i piedi su un reticolato al neon. Bruttura da evitare ma con potenzialità da cult-trash del bizzarro.
TRIVIA
Assonitis (1943) ci parla del regista Sam Peckinpah (1925-1984 - il Mucchio selvaggio, 1969; Cane di Paglia, 1971): "L'ho conosciuto ad un party [...] venne da me, completamente ubriaco e strafatto, e mi disse: "Sei italiano?"; "Sì"; "Allora voglio che mi dai 10.000 dollari"; "Io ti do 10.000 dollari se tu fai una parte nel mio film!". Accettò, ma poi sul set è stata una situazione tragica. [...] Appena arrivato sul film, chiese due cose: uno, di andare con la costumista a comprare le scarpe per il film [...] lui, però, voleva comprare dodici paia di stivali che non erano minimamente previsti. [...] Diceva che in tutti i film che andava a girare, si faceva comprare dodici paia di stivali perché lui era un cowboy... Dopodiché, ha chiamato uno della produzione e gli ha chiesto della cocaina. [...] e mi ha fatto vedere un suo vecchio contratto dove era previsto che lui, per tutti i giorni di lavorazione - era un contratto come regista - dovesse avere delle dosi di cocaina. Non si nominava la cocaina, era sotto altro nome, un nome convenzionale, ma si trattava di quello. Gli ho risposto: "Qui non facciamo queste cose" (Nocturno dossier 82, 2009).
⟡ Il regista Sam Peckinpah, che lavorò al film solo un giorno, ebbe comunque grosse difficoltà a ricordare le sue battute; ebbe così tante difficoltà che venne doppiato e i dialoghi rimaneggiati, cosa che rese difficile comprendere che il suo personaggio è l'ex marito di Barbara Collins. Non ricordando le battute, Peckinpah pare che abbia ovviato in questo modo: "A un certo punto, io non sento le battute ma vedo, poi, che l'attrice americana scoppia a piangere. Praticamente, lui le diceva delle parolacce pesantissime, cose tipo: "Dammela, te la faccio a pezzi, ci sputo sopra, me la metto nell'orecchio ... ", volgarità così..." (ibidem).
⟡ La casa del film era quella di Ted Turner, in quegli anni all'inizio della sua scalata nel mondo dei media.
⟡ Shelly Winters, della quale Assonitis aveva già testato l'eccentricità durante la lavorazione di Tentacoli (1977), sul set di Stridulum pretendeva, ad ogni sua entrata in scena, che si facessero alcuni minuti di silenzio affinché lei potesse ascoltare una canzone italiana che lei amava molto e che, a suo dire, l'aiutava a concentrarsi.
⟡ Lance Henriksen pare che abbia alzato il velo sul motivo che ha spinto tante star a partecipare a questo pasticcio filmico: fu garantito loro un viaggio gratis in Italia. Henriksen, che non apprezza Stridulum, ha definito il film "a real turkey", un vero disastro.
⟡ Benché la sceneggiatura del film sia stata assegnata ufficialmente a Luciano Comici e Robert Mundi, il produttore Assonitis ha riferito che il vero sceneggiatore fu Norman Wexler, "un folle assoluto", in quegli anni obbligato per vincolo contrattuale a scrivere solo per il produttore Robert Stigwood per il quale aveva sceneggiato la Febbre del sabato sera (1977). Quindi, Wexler venne pagato ma non poté essere accreditato. Norman Wexler, sceneggiatore di blockbuster quali Serpico (1973), Staying alive (1983) e Codice Magnum (1986), pativa, in effetti, di bipolarismo e non solo cercò di dirottare maldestramente un aereo perché stava andando in una direzione a lui non gradita, ma venne arrestato nel 1972 perché aveva minacciato di uccidere il presidente Nixon.
Fast rating
Regista:
Giulio Paradisi, Ovidio Assonitis
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
Italia, USA
1978
Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
