Tarantola
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Voto:
In una piccola città dell'Arizona, il dottor Matt Hastings (John Agar) cerca di venire a capo del caso di acromegalia che ha colpito lo scienziato Eric Jacobs. In città giunge Stephanie Clayton (Mara Corday) per coprire il ruolo di assistente del dottor Gerald Deemer (Leo Carroll). Quest'ultimo, di nascosto, sta facendo esperimenti per ingigantire gli animali ed eliminare il problema della fame nel mondo. Anche Deemer si ammala di acromegalia e, oltre a ciò, una tarantola sfuggita dal laboratorio cresce a dismisura diventando una terribile minaccia.
LA RECE
Prototipo non perfetto ma gradevolissimo dei monster-movie anni '50: il fascino vintage dell'effettistica artigianale e la costruzione della tensione attraverso l'atmosfera desertica.
Classicissimo dell'horror fantascientifico anni '50 e uno dei migliori di Jack Arnold che già aveva diretto pellicole col tempo divenute cult (Destinazione Terra, 1953; il Mostro della Laguna Nera, 1954). Tarantola fu uno dei primi esperimenti della Universal a tema animale-gigante, messo in cantiere dopo il successo di Assalto alla Terra (1954) con le sue mastodontiche formiche. Tarantola, tuttavia, non si rifà ai nefasti effetti delle radiazioni nucleari per giustificare l'esistenza di un animale gigante ma recupera l'idea dello scienziato pazzo del cinema anni '30/'40; l’uomo fra gli alambicchi che sfida le leggi di natura benché mosso da un fine nobile e non criminale. Il regista Arnold basò il soggetto del film su "No food for thought", un telefilm da lui stesso realizzato per la serie Science-Fiction Theatre (1955-1957). Il film che ne sortì è in bilico fra l'attenzione data al mostro, le cui azioni vengono anche riprese attraverso il punto di vista della creatura stessa, e il dramma del mad doctor che si scopre vittima dei propri esperimenti, quando, a poco a poco, il suo volto diviene deforme, specchio delle proprie malefatte. Si tratta di un film realizzato senza spendere troppo e, a tratti, la cosa si fa evidente; è altresì una pellicola figlia dei suoi tempi e, quindi, non priva di una melodrammaticità, tuttavia poi non così eccessiva. Tarantola è, nondimeno, un horror fantascientifico che funziona senza inghippi, soprattutto per la regia creativa di Arnold che sa fare del deserto un luogo in cui l'umanità è alienata e preda di incubi incarnati in forma gigante e minacciosa, non troppo diversamente da un fantasy con orchi e folletti in cui la magia nera è sostituita dalla scienza. Gli effetti speciali, di per sé non eccelsi, sono, però, ben sfruttati e integrati nella scena generale. Tarantola non è una pellicola che si distingue per sottigliezze; tuttavia, riesce a concertare le proprie componenti, comprese banalità e cliché, in un equilibrio che raramente si può ritrovare negli altri fantahorror con animali giganti, al punto da poter affermare che esso sia uno dei migliori nel suo sottogenere. Approcciabile da grandi e piccini, il film ha come unico limite quell’affascinantissimo bianco e nero che a qualcuno proprio non va giù.
TRIVIA
⟡ Nella scena finale, quella del bombardamento, è interessante sapere che il capo pilota dello squadrone di caccia è niente meno che Clint Eastwood. L'attore esordì proprio nel 1955 in cinque lungometraggi, fra i quali Tarantola. Nella maggior parte dei film, e in questo, il suo nome non compare nei credits.
⟡ Il dottor Deemer pontifica: "È di 2 miliardi la popolazione del mondo oggi. Tra 20 anni sarà di 3 miliardi. Nell'anno 2000 sarà di 3 miliardi e 625 milioni...". Da uno scienziato che fa errori quantitativi nell'ordine dei 3 miliardi c'è solo da immaginarsi che macello abbia fatto con le quantità dei principi attivi delle sue pozioni!
⟡ La tarantola usata nel film era vera, filmata in sequenze poi sovrapposte all’immagine. L’animale veniva guidato attraverso un paesaggio in miniatura tramite getti d'aria.
Titolo originale
Tarantula
Regista:
Jack Arnold
Durata, fotografia
80', b/n
Paese:
USA
1955
Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
