Totally Killer
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Voto:
Divertissement meta-slasher che, idealmente, strizza l’occhio ad una platea il più ampia possibile, mettendo un piede nel decennio classico dello slasher e un altro nell'attualità con una protagonista che sta lì non tanto per condurre una storia di senso ma per bacchettare usi e costumi ottantini se messi a confronti con il nitore morale e la deliziosa etica degli illuminati figli dell’Era dell’Acquario. 35 anni dopo l’omicidio di tre adolescenti, il famigerato "Sweet Sixteen Killer" torna la notte di Halloween per mietere una quarta vittima, la mamma di Jamie (Kiernan Shipka). Quest’ultima, però, grazie al marchingegno inventato da un’amica, può viaggiare indietro nel tempo al 1987 e fare squadra con sua madre adolescente destreggiandosi fra l’assassino e la sconvolgente cultura del tempo. Il film si muove in un territorio già esplorato da opere come Scream (1996) e ancor più dai rimpasti comedy-meta-slasher tipo the Final girls (2015) o Auguri per la tua morte (2017) citando e ricicciando, il tutto innestato nel gioco temporale di Ritorno al Futuro (1985), film paradigma del decennio Eighty e dispositivo utile per palleggiare con i codici del genere. Se, però, il gioco di confronti fra decenni fu per Marty McFly un’occasione di gioviale ironia, stupore o mezzo per importare la modernità nel passato ed affascinare gli autoctoni come se lui fosse un alieno arrivato sulla Terra con un’avveniristica mentalità (l’uso dello skateboard, la chitarra, …), per Totally Killer viene scritto un nuovo tipo di final-girl col broncio e antipatichina che, arrivata nel passato, invece di dire a sua madre di comprare Bitcoin nel 2008 quando non costerà nulla, inizia un’infilata di commentini scocciati su praticamente tutti i comportamenti di chi l’ha preceduta, come fosse una turista che, finita in un luogo un po’ arretrato, facesse la schifiltosa per la tovaglietta di carta sotto il piatto e la cameriera coi capelli in disordine. A tale scopo, si scrivono sequenze nelle quali la realtà Eighty viene assolutamente distorta in negativo (il gioco di palla prigioniera come si trattasse di una lapidazione organizzata da professori brutali) o inventata (ma quando mai i maschi nell’Ottanta non parlavano di sentimenti?), cosa che svilisce la sottolineatura delle situazioni che invece, sì, erano infelicemente accettate in quegli anni come normali, ad esempio, il bullismo. E notare che, in tutta questa elevazione modernista, uno degli apici ironici del film è il dialogo con Marisa che deve fare un pompino nella casa delle bambole, con la parola “pompino” ripetuta più volte come fanno i bambini alle elementare quando ti chiedono “quanti ANI hai?”; tutto sommato, un’ironia non troppo distante da quella di Paulo Roberto Cotechiño nell’83. Tolto il gioco della catechizzazione che diverte molto la generazione Netflix, rimasto parzialmente inevaso il tentativo di esplorare le differenze culturali tra epoche diverse, recuperato senza particolare impegno in scrittura il tema del viaggio nel tempo (la ragazzina che costruisce macchine del tempo? Davvero? E’ come una puntata di Piccoli Brividi o Scooby-Doo!), resta il blando meccanismo horror con un killer mascherato sufficientemente inquietante, anche se il sangue è poco ma ciò comprensibilmente per una teen comedy quale Totally Killer è. Nel complesso, lavoro che va in coda ad una serie di altri film che hanno tentato di rivitalizzare formule consolidate, quindi la freschezza narrativa che il film vorrebbe veicolare manca ma la confezione è decisamente curata, il cast funzionale alla bisogna e la sceneggiatura è quella giusta per chi sia in cerca di un alleggerimento.

Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Nahnatchka Khan
Durata, fotografia
106', colore
Paese:
USA, Canada
2023
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0