Uomini coccodrillo

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Voto:

Al Webley Sanitarium, la paziente Jane Marvin (Bevery Garland), grazie al siero della verità, ricorda le vicende accadute in Louisiana. Recatasi in una zona paludosa di quello Stato per ritrovare il marito Paul (Richard Crane), Jane aveva scoperto che l'uomo era stato sottoposto ad un esperimento genetico che all'inizio gli aveva salvato la vita per poi, però, trasformarlo in un alligatore. Il dottor Sinclair (George Macready) aveva tentato di fare il possibile per invertire il processo di trasformazione ma le folli azioni dell'alcolista Manon (Lon Chaney jr) avevano mandato tutto all'aria.

LA RECE

Fantahorror anni '50 decoroso ma indebolito da effetti speciali scadenti e pseudoscienza delirante che, in realtà, diverte anche. Punti a favore, l'ambientazione in una villa nella palude della Louisiana e il suo southern gothic, nonché un cast solido guidato da Beverly Garland.

Horror fantascientifico formulaico e melodrammatico, tuttavia riuscito grazie alle capacità tecniche del regista e a un cast di professionisti. Non che i produttori ci sperassero troppo. Uomini coccodrillo venne realizzato in quanto la 20th Century-Fox aveva bisogno di un monster-movie a basso budget da affiancare a la Vendetta del dottor K (1959). Tuttavia, the Alligator people non fu prodotto dalla 20th Century-Fox ma da Jack Leewood della API e, quindi, acquistato dalla prima. Il cavallo sul quale avevano scommesso, almeno da un punto di vista artistico, era, però, quello sbagliato in quanto la Vendetta del dottor K fu una scopiazzatura scalcagnata de l'Esperimento del dottor K (1958) tale che il suo impatto finì per danneggiare anche la pellicola di Del Ruth, la quale, già per il suo elegante bianco e nero in Cinemascope, non pare proprio essere un low-budget. Inoltre, benché sia strutturalmente costruito sullo scheletro de l'Esperimento del dottor K (la moglie scopre la deformità del marito conseguente a un esperimento; il mostro è un ibrido umano-animale) Del Ruth sfruttò molto bene la location paludosa a disposizione, con tanto di villa-piantagione che, perduta fra sabbie mobili e radici contorte, pare l'antro della strega di qualche favola nera. Partendo dall'idea della regressione in stato di trance/sedazione, escamotage cinematografico di moda dopo il caso di Bridey Murphy - leggi sotto - e relativi film al seguito (the Search of Bridey Murphy, 1956; la Sopravvissuta, 1956), il racconto s’addentra in una torrida palude e nella malsana vita di un manipolo di protagonisti mal assortito, composto da una governate austera che cela un segreto, un beone violento interpretato dall'eccellente Lon Chaney Jr, e un neuropatologo che vorrebbe fare del bene ma ottiene solo fallimenti. In questa location, e con questi compagni di viaggio, la bella e brava Beverly Garland pare una sperduta Alice nel paese delle brutte meraviglie. Il gotico inusuale e accattivante di Del Ruth, però, non fila del tutto liscio: la natura cheap dell'operazione viene rivelata soprattutto dal grossolano operato effettistico di Dick Smith che lavorò tanto male qua, quanto bene per l'Esorcista (1973), Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) e Amadeus (1984). Il finale concitato con la distruzione del laboratorio, la fuga del mostro e il crollo nervoso della protagonista rientrano nei cliché del genere. Pazzesche le spiegazioni scientifiche alla base degli esperimenti: "Suo marito è deciso a tentare l'ultima opportunità questa sera" "E cioè?" "Radiazioni massive, raggi gamma emessi da una bomba al cobalto combinati con raggi X ad alta intensità. Abbiamo già osservato in Paul reazioni piuttosto positive all'azione dei raggi X, ma... che accadrà con i gamma? Non lo so". Insomma... radiologia portami via. A parte il delirio scientifico, dignitosissimo fantahorror.

TRIVIA

⟡ Pueblo (Colorado), 1952. Morey Bernstein, uomo d’affari statunitense e ipnotista amatoriale, mise in trance sua moglie Virginia Tighe e, tramite ipnosi regressiva, fece emergere nella donna le memorie di Bridey Murphy, irlandese del XIX secolo. L’analisi compiuta da coloro che studiarono seriamente il caso di Virginia portò a concludere, con prove sostanziali, che la donna non stava ricordando una vita precedente ma aveva recuperato alcuni remoti ricordi infantili dimenticati; si trattava, dunque, di un caso di criptomnesia. La iatrogenicità dei fenomeni di possessione, ipnosi regressiva, rapimenti alieni e personalità multipla, fu ben evidenziata dallo psichiatra Spanos (1942-1994). Secondo l’autore, i comportamenti e le esperienze associati all'ipnosi vengono attuati in conformità con il contesto sociale, le aspettative dell'ipnotizzatore e l'impostazione del paziente che si sottopone all'ipnosi, anche se, a volte, possono essere sperimentati come involontari. Spanos ha dimostrato in oltre 250 studi sperimentali che gli atti ipnotici sono fortemente influenzati dalla definizione dei contesti in cui si verificano e dall'interpretazione cognitiva della persona ipnotizzata, così come da quella del medico/psicologo che li esegue, da cui il termine “iatrogeno”.

⟡ Dal film, la 20th Century Fox trasse nel 1983 un videogioco per Atari 2600, dal medesimo titolo, che seguiva una trama simile a quella della pellicola; cosa rara poiché, di solito, si sfruttavano unicamente i titoli dei film per produrre giochi dalla storia ben diversa. Alligator People rimase un prototipo per parecchi anni e non entrò mai in produzione. Attualmente è possibile giocarlo tramite emulatori.

Titolo originale

The Alligator People

Regista:

Roy Del Ruth

Durata, fotografia

74', b/n

Paese:

Stati Uniti

Anno

1959

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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