la Via della prostituzione

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Voto:

Film della serie Emanuelle, nata quando, nell’ormai lontano 1974, alla costumista Laura Gemser vennero fatti vestire i panni di tale Emanuelle in Amore libero - Free love diretto da Pier Ludovico Pavoni. In realtà, sarà Aristide Massaccesi, meglio noto come Joe D’Amato, a cementare nell'immaginario erotico italiano il personaggio calzato dall'esotica Gemser a partire da Emanuelle nera: Orient reportage (1976), fino a giungere a questo La via della prostituzione che chiude simbolicamente il sodalizio tra Joe D'Amato e l’attrice giunto ad una saturazione tematica. D'Amato non s'impegna troppo con il plot: Emanuelle indaga su un giro di prostituzione e tratta di esseri umani; introdotta dall’amica Susan (Ely Galleani), la donna s’infiltra in un'organizzazione criminale durante un safari fotografico presso la villa dell'ingegner Giorgio Rivetti (Venantino Venantini). L'elemento investigativo, schematico e privo di vera tensione, si riduce a un contenitore narrativo per una successione siparietti erotici che hanno come motore primario la combo Gemser-Galleani (5 bambole per la luna d’agosto, 1970; una Lucertola con la pelle di donna, 1971; Emanuelle nera: Orient reportage, 1976); ad avviso di chi scrive, l’alchimia erotica fra le due bellissime è maldestra e assolutamente non trascinante, con baci e carezze fra due donne che, con tutta evidenza, non hanno voglia o piacere ad esprimersi con maggior convinzione in una sequenza saffica. Stessa cosa per la Galleani nella scena col meccanico; ed è facilmente comprensibile la rigidità dell’attrice. Tutto l’eros di D’Amato in questo film, di certo precursore della costruzione scenica dell’erotico-hard italiano, manca tuttavia d’ispirazione e lascia palesemente trasparire la finzione scenica senza riuscire a trasfigurarla in linguaggio cinematografico efficace, cosa che, per un film erotico, rilevo come un limite pesantuccio, tantopiù se il tema di denuncia sociale, quello della tratta, finisce di contorno o piegato esso stesso alle ragioni erotiche. Scena cult, a questo proposito, l’asta delle giovani che vengono fatte spogliare e passeggiare alkla vista dei potenziali compratori; una scena che, per certi versi, ritroveremo nell'action di successo Io vi troverò (Taken, 2008). D'Amato, artigiano con martello e seghetto, dimostra il suo consueto mestiere con il poco materiale che ha in mano, soprattutto la fisicità dei protagonisti (compreso Gabriele Tinti che era marito della Gemser già da due anni) e l’atmosfera tipica dell’erotico-esotico africano che dialoga con i mondos di Jacopetti e Prosperi (Africa addio, 1966), il tutto incartato dalla musica funky-hot di Nico Fidenco. Il congedo definitivo tra regista e personaggio Emanuelle avviene, dunque, senza particolari sussulti, con la scena della doccia fra Laura ed Ely che, oggi, viene narrata nostalgicamente dai nonni davanti al camino mentre sgranano i piselli in presenza dei loro piccoli e amati nipoti cinefili.


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Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di scarso livello

Regista:

Joe D'Amato [Aristide Massaccesi]

Durata, fotografia

88', colore

Paese:

Italia

Anno

1978

Scritto da Exxagon nel dicembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0